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RS-STADIO: Civolani ricorda Nielsen, che sapeva solo fare gol – 13 ago

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Naturale che le pagine dedicate al Bologna oggi vengano dedicate a Harald Nielsen, scomparso in questi giorni e tra i grandissimi della storia rossoblù. Sulle pagine di “STADIO” non può mancare un ricordo, come sempre a metà tra il malinconico e lo scanzonato, di Gianfranco Civolani, storico del Bologna calcio e come tutti innamoratosi di Nielsen. Come lui, racconta, anche Bernardini, che allora un centravanti lo aveva già e non era entusiasta di accogliere questo danese che aveva una tattica personale tutta sua e che lui considerava poco pronto, acerbo. E invece se ne innamorò, come tutta Bologna meno Haller, il tedesco dai piedi brasiliani che gli giostrava di fianco e che spesso finiva comunque per mandarlo in rete. “E a quel tempo il giudizio su Dondolo era unanime: sa fare poco poco, sa fare solo gol. Ma quanti gol? Tantissimi, 81 e nelle sue tre stagioni dorate il titolo di capocannoniere e il gol che sigla il settimo sigillo rossoblù. E fuori dal campo resta in tutti noi che lo abbiamo frequentato così da vicino l’indelebile ricordo di un grandissimo signore così corretto, educato, affabile e pronto a dialogare con chiunque lo volesse accostare.” Anni bellissimi, ma che come tutte le cose devono finire, ed è così che muore Dall’Ara, in panchina arriva Carniglia, Nielsen se ne va ma calcisticamente non si ritroverà più anche per tanti acciacchi. Torna in Danimarca, fa l’imprenditore e lo fa bene, nel frattempo lancia il calcio danese in modo serio. Ma Bologna non se la scorda, e del resto Bologna non scorda lui, e arriva la pace con Haller. E adesso? Adesso a Civolani piace pensare che “lassù o laggiù o chissà dove” i due grandi compagni e rivali si siano riabbracciati sotto lo sguardo di Bulgarelli, e che i tre veglino sul Bologna che si dibatte in questo nostro mondo terreno.

foto: billedbladet.dk

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