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RS – STADIO: Il Bologna saluta la A con un altra sconfitta – 19 mag

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Sconfitta perfettamente in linea con l’intera stagione del Bologna, quella maturata ieri dai rossoblù contro la Lazio in un Olimpico semi-vuoto: la gara contava poco per il team di Reja e niente per quello di Ballardini, e quello che si è visto in campo lo ha evidenziato. Poca Lazio, pochissimo Bologna.
I biancocelesti partono abbastanza convinti, pur senza cattiveria: loro sono comunque tutte le azioni di un primo tempo che vede la porta bolognese inviolata solo grazie alla bravura di Stojanovic, abile ad opporsi a Candreva in tre occasioni, mentre dall’altra parte i tiri in porta sono, malinconicamente, zero. Non una novità per il peggior attacco della A, qualcosa su cui Zeman (o chiunque arriverà al posto di Ballardini) dovrà lavorare perché questa squadra sembra proprio essersi dimenticata come si segna.

Preso atto che il 4-3-3 non è proponibile all’ultima di un campionato ormai perduto, più per dignità che per convinzione Ballardini cambia il Bologna nell’intervallo: dentro Ibson e Antonsson, fuori Laxalt e Natali. Si torna al 3-5-2, le cose effettivamente migliorano un poco, anche se non è chiaro quanto dipenda dal Bologna e quanto da una Lazio abbastanza demotivata: dovrebbero inseguire la vittoria, gli uomini di Reja, per sperare grazie ad una clamorosa serie di risultati sugli altri campi di agganciare l’ottavo posto, utile per evitare i primi turni di Coppa Italia. Quisquilie: Klose si limita a giocare di sponda, Keita svaria sulle fasce (meglio a sinistra, quando si trova di fronte uno spaesato Crespo) mentre l’uomo più pericoloso, Candreva, viene richiamato in panchina da Reja per lasciare spazio a Felipe Anderson.
C’è l’esordio di un altro baby ruggente bianco-celeste, dopo i buoni risultati avuti con Keita: è Tounkara, mentre nel Bologna i Primavera rimangono in panchina ed entra Federico Rodriguez, all’esordio stagionale. L’uruguaiano ha il tempo di divorarsi un gol che sembra fatto, ma è anche il rossoblù che più è andato vicino alla realizzazione. La partita si avvia stancamente verso la fine quando Morleo, autore di una buona partita, stremato commette una leggerezza: rigore in pieno recupero, Biglia realizza. Giusta sconfitta, per quel che ormai può contare.  

Esattamente cinquant’anni fa, all’Olimpico, il Bologna conquistava il suo ultimo Scudetto. Oggi saluta la Serie A, meritatamente. Con la consapevolezza che se vorrà tornare alla svelta su questi palcoscenici, sarà necessario un cambio radicale di uomini, staff e dirigenti.  

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