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Sampdoria vs Bologna 3 a 1: la cronaca del match – 12 feb

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Clamoroso al Ferraris! Nel match del riscatto rossoblù contro la Sampdoria è successo davvero di tutto. Il Bologna ha spezzato gli equilibri al 18′ con la botta di Dzemaili, ed è riuscito a controllare il match con tutta tranquillità per ben ottanta minuti. Tuttavia un rigore clamoroso assegnato all’82’ in favore dei blucerchiati ha sciolto la squadra di Donadoni. Il Bfc ha accusato duramente l’episodio del penalty a livello psicologico, subendo inevitabilmente il raddoppio e il tris. In sei minuti tutto il Bologna è crollato per una decisione assurda dell’arbitro Fabbri. Per la banda Saputo&Co. ci sarà davvero tantissimo da recriminare sull’arbitraggio, ma ancora una volta sono emersi tutti i limiti di una squadra debole specialmente a livello mentale. Un fatto così eclatante può destabilizzare i giocatori ma non certo ucciderli sportivamente parlando.
Partita davvero assurda, e ce ne possiamo accorgere ancora di più se riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo tutte le azioni salienti della sfida.
Donadoni deve riscattare le brutte prove con Milan e Napoli, ma gli uomini a disposizione sono sempre gli stessi, ed è inutile fare scelte clamorose, con la controindicazione di rompere lo spogliatoio. È per questo che Destro rimane il titolarissimo in attacco, mentre Gastaldello viene confermato in difesa, salvo accusare un problema fisico nel riscaldamento. Un Oikonomou scalpitante prende il suo posto. Giampaolo invece viene da due successi, il più rumoroso quello per 3 a 2 contro la Roma. Per questo motivo la sua Sampdoria non cambia assetto, in modo da colpire i rossoblù.

È con queste premesse che si prospetta una partita scoppiettante. E già dai primi minuti si intuisce che le aspettative verranno rispettate. Le due formazioni iniziano a ritmi abbastanza elevati, con molti cambi di fronte. Dopo pochi minuti le due formazioni sono già lunghe e al quarto arriva persino la prima occasione da gol. Praet premia lo scatto di Muriel con un lancio al bacio; il colombiano a tu per tu con Da Costa strozza il tiro e la palla finisce a lato del palo. I felsinei tirano un sospiro di sollievo, ma non si abbattono. Anzi, non demordono e si rimboccano le maniche per non farsi schiacciare dalla vivacità dei padroni di casa. Così la risposta bolognese non tarda ad arrivare. Al 10′ minuto Dzemaili crossa al centro dell’area. La confusione regna sovrana, ma dalla mischia la spunta Godfred Donsah. Il ghanese ha l’intero specchio della porta libero, e invece pensa a pareggiare l’errore di Muriel di qualche minuto prima, calciando malamente contro il palo. Uno a uno in fatto di chance clamorose ma risultato ancora stabile sullo 0 a 0. Questi ritmi vertiginosi mettono a dura prova i tessuti muscolari di Maietta, costretto ad uscire dopo un giallo speso nel tentativo di fermare Muriel. Al suo posto entra Torosidis, adattato centrale di difesa.
Dopo questo inizio sprint, Donadoni e Giampaolo invitano i propri uomini ad accorciare le distanze tra i reparti, in modo da ridurre i pericolosi cambi di fronte. Le due squadre si accorciano e la sfida passa dalla corsa e dal fiato, ai muscoli e alla cattiveria agonistica. Chi meglio di Dzemaili può ricoprire questa fase? Quando la partita si fa maschia, il centrocampista prende per mano la squadra e la conduce al successo. La storia si ripete anche questa volta. Al 18′ Masina crossa troppo sul secondo palo, ma Destro si inventa Superman, vola in cielo e gioca una sponda di testa superlativa per Verdi. Il numero 9 non può tentare il tiro e allora scarica per Dzemaili. Blerim arriva in corsa sulla sfera e la polverizza dalla mattonella. Il risultato? Un missile carico di potenza e di effetto che toglie le ragnatele dall’incrocio. Ancora una volta il collo del piede di Dzemaili sblocca il match: è 1 a 0 al Ferraris. Da questo punto in poi, regna l’equilibrio più totale. L’inizio scoppiettante della partita è stato spento dal siluro di Dzemaili. Ora subentra la cosiddetta fase di studio. Se così si può chiamare. Infatti la sfida guadagna in “garra”, o lotta, ma perde clamorosamente in qualità. La Sampdoria ovviamente fa la partita per agguantare il pareggio, ma il Bologna combatte con le unghie e con i denti. I padroni di casa riescono a fatica a trovare i varchi per colpire, e quando questo accade Quagliarella si dimostra disastroso nel saperle cogliere. Due occasioni per l’attaccante, ed entrambe ciabattate malamente contro i cartelloni pubblicitari. Gli ospiti dal canto loro si rendono pericolosi nelle ripartenze, ma manca sempre l’ultimo passaggio per affondare l’avversario. Per di più si fa male anche Destro, il quale rimedia un trauma distorsivo alla caviglia destra. Al suo posto viene lanciato Sadiq.
Nonostante la grande intensità di entrambi i team, il primo tempo termina con il Bfc in vantaggio, grazie a Blerim Dzemaili.
Nell’intervallo non viene applicato alcun cambio nelle file del Bologna: il cambio rimasto andrà utilizzato con estrema attenzione.

La ripresa è la falsa riga del finale della prima frazione di gioco: Sampdoria che attacca e Bologna che difende. Scritta così potrebbe lasciar pensare che gli uomini di Donadoni siano in totale difficoltà, ma in realtà i rossoblù non soffrono mai più di quel tanto i doriani. L’iniziativa passa per la regia attenta di Praet, ma le occasioni sono davvero scarse. Al 57′ però suona un piccolo grande campanello d’allarme in casa bolognese. Cross in mezzo per Quagliarella che con un colpo di tacco smarca genialmente Bruno Fernandes. L’ex Udinese da due metri spedisce la palla contro Da Costa, il quale non può fare nient’altro che parare e ringraziare il numero dieci sampdoriano per tanta bontà. Il secondo campanello d’allarme suona al 67′, ed è più rumoroso del precedente, nonostante il pericolo di subire gol sia stato minore. Praet si stanca di dialogare con i compagni, prende l’iniziativa e calcia a giro in porta. Palla più larga e più alta di un metro rispetto all’incrocio. Donadoni inizia a sbraitare e i suoi ragazzi non hanno più alternative se non reagire e respingere l’avversario dalla propria area. La calma deve essere la prima amica dei felsinei, e per questo appare inutile spedire la palla in avanti senza una logica e con frenesia. I petroniani si coordinano e oliano bene gli ingranaggi di squadra. Il Bologna torna a giocare. Al 69′ Dzemaili ruba palla, tocca per Donsah che parte in un contropiede avvolgente. Il numero 17 ha Krejcì libero sulla sinistra e Sadiq sulla destra. Godfred serve il nigeriano che può calciare in porta, ma è prodigioso il recupero in spaccata di Skriniar. Sembra tutta un’altra squadra questo Bfc. Più la Samp preme in avanti, più i rossoblù rischiano di dilagare in contropiede. I padroni di casa tentano di arginare le ripartenze ospiti con tutti i mezzi, pur consapevoli del pericolo Verdi su calcio di punizione. Se qualche giocatore di Giampaolo si fosse dimenticato delle abilità del fantasista di Broni, ci pensa proprio quest’ultimo a rinfrescare la memoria dei doriani. Al 73′ una sua punizione fa tremare la traversa della porta difesa da Viviano, preoccupato dalla botta violenta di colui che lo freddò all’andata con un eurogol da cineteca. Un minuto dopo anche Oikonomou tenta la gloria del gol, con una capocciata su corner che non rimarrà ricordo indelebile nelle menti dei tifosi bolognesi. Anche in un buon momento come questo, la Sampdoria non smette mai però di rendersi pericolosa. Al 78′ Muriel ha la clamorosa palla del pareggio, ma da buona posizione calcia alto. In una partita come questa, dove cinismo e aggressività dominano su qualità e nel gioco, soltanto gli episodi possono segnare il risultato. Il gol da favola di Dzemaili è un esempio, ma non sempre gli episodi decisivi arrivano dai giocatori, e Bologna lo sa bene. A rovinare la discreta prova rossoblù non ci pensa nè una prodezza avversaria né un colpo di fortuna ma… L’arbitro!
Quello che succede all’82’ ha dell’incredibile. Cross di un giocatore della Sampdoria indirizzato in mezzo all’area. La sfera impatta con il costato di Pulgar e Fabbri lascia proseguire, ma il direttore di porta non ha dubbi: il cileno l’ha colpita con il braccio. Regna lo sconcerto tra le maglie fosforescenti indossate dai calciatori felsinei, perché sarà calcio di rigore per la Sampdoria. Dal dischetto Muriel incrocia, lasciando di pietra Da Costa.
Il gol incassato brucia come alcool su una ferita, ma i bolognesi hanno la reazione peggiore che si possa avere. Anziché reagire e trovare la zampata vincente per agguantare il successo, i rossoblù si sciolgono come un gelato al sole. Due minuti dopo infatti, arriva il 2 a 1 dei blucerchiati. Una ripartenza fulminea della Samp incenerisce la scoperta retroguardia felsinea e dà a Schick la gioia del gol.
Donadoni è incredulo ed effettua con ritardo il suo ultimo cambio: fuori Verdi e dentro Di Francesco. Ma ormai è tutto inutile, la squadra ha ceduto totalmente di nervi. E all’88’ si completa il psicodramma: cross forte e teso di Schick sul quale si precipita Mbaye. Il senegalese però devia il pallone nella propria porta, completando il frittatone: 3 a 1 Samp. Questa tripletta in sei minuti taglia le gambe al Bologna, ma non gli toglie l’orgoglio. Al 94′ Donsah ha la palla del 3 a 2. Sadiq va sul fondo e tocca all’indietro per il ghanese. Porta spalancata e Viviano spacciato, ma da pochi metri il numero 17 sparacchia in curva un tiro senza senso di collo. È la resa per il 3 a 1 finale.

È successo davvero di tutto in questa partita e i rimpianti sono davvero tantissimi. È una sconfitta meno pesante di quella di Napoli e meno imbarazzante di quella con il Milan, ma di certo molto più amara. Per ottanta minuti è stato un buon Bologna, che in una partita sporca stava riuscendo a portare a casa i tre punti. La prestazione non era stata delle migliori, ma sufficiente per cantare vittoria. Per l’ennesima volta in questa stagione, l’arbitro ha rovinato la gara del Bfc. Inutile negarlo, questa decisione è stata assurda, come tante in questa annata. Ma non tutte le colpe si possono imputare al direttore di gara. Come nel pareggio scottante con Lazio al 96′, anche in questo caso gli uomini di Donadoni devono fare il loro mea culpa. Non è possibile avere un crollo psicologico di questo tipo. Le partite durano 90 minuti e se non si dà il 300% nel corso dell’intero match, c’è il rischio di fare figure barbine come contro Napoli e Milan, oppure di farsi abbattere alla prima difficoltà come accaduto questa sera. Perdere stasera è stato simbolo di immaturità e poco rispettoso per tutti i tifosi bolognesi. Gli ostacoli diventano difficoltà dal momento in cui manca l’autostima, la capacità di credere nei propri mezzi. Un episodio arbitrale sfavorevole può essere solo un ostacolo alla corsa al successo, non la causa del proprio crollo mentale. Vuol dire che le difficoltà hanno preso il sopravvento sul Bologna. Ora non si può più aspettare: è necessario reagire!

 

Fonte immagine di copertina: Lapresse.it

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