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Sandy Flash Back – がんばれボローニャ- 8 Dic

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Negli ultimi anni la cultura giapponese sta prendendo sempre più piede in Italia… Uno degli apripista di questa importazione, nel 1978, fu l’anime “Atlas UFO Robot”, un cartone animato dove il protagonista Actarus a bordo del suo Robot Goldrake difendeva il pianeta terra dall’invasione delle truppe di Re Vega. Fu un successo incredibile, addirittura il 45 giri con le sigle del programma conquistò il disco d’oro superando il milione di copie vendute… diciamoci la verità, chi non ha mai canticchiato almeno una volta “Si trasforma in un razzo missile coi circuiti di mille valvole…”?!

Il successo di questo cartone portò alla continua importazione di nuovi anime e manga, a partire dai Robot Jeeg, Gundam e Daitan, passando per i Cavalieri dello zodiaco, i cinque samurai, l’Uomo tigre, Ken e Ranma, fino ai giorni nostri, con la ciurma di One Piece, le guerriere di Sailor Moon, i combattimenti di Goku e Vegeta in Dragon Ball e i maledetti Pokemon che dopo il successo del cartone, grazie a un giochino per il telefono, quest’estate hanno riempito le città di Zombie con gli occhi incollati allo schermo (me compreso) alla ricerca dei vari Pikachu e Squirtle.

Per cercar di capir l’impatto che, i vari anime e manga, hanno sui ragazzi italiani, basta pensare che al Lucca Comics and Games, oltre ai vari Cosplayer vestiti da eroi giapponesi, esiste una zona, denominata Japan Town, interamente ed esclusivamente dedicata a loro.

Ma i cartoni animati non son l’unica cosa importata, infatti un altro campo dove il paese nipponico và fortissimo è l’elettronica, con aziende del calibro di Nintendo e Sony, che con i loro televisori, le loro console Nintendo e le loro Play Station occupano un posto in quasi ogni casa. Dal paese del Sol Levante si è iniziato ad importare anche il cibo, i ristoranti di Sushi (che poi son gestiti nella quasi totalità da cinesi che si fingono nipponici) stanno invadendo le città italiane, arrivando addirittura all’apertura di un ristorante di questo tipo all’interno del parco di Gardaland.

L’importazione nel calcio, invece, iniziò nel campionato 1994/95, quando il giapponese Kazuyoshi Miura fu acquistato dal Genoa. Un solo gol per lui, ritorno veloce in patria dopo una sola stagione e per qualche anno non si sentì più parlare di giapponesi nel nostro campionato, fino all’estate del 1998, l’anno in cui arrivò lui, Hidetoshi Nakata.

Fu acquistato dal Perugia di Gucci per tre milioni di dollari subito dopo il mondiale francese e, a differenza del suo predecessore, si dimostrò da subito adatto alla serie A stupendo tutti gli addetti ai lavori e guadagnandosi il passaggio alla Roma un anno e mezzo dopo al costo di trenta miliardi. In maglia giallorossa non ebbe molte occasioni per mettersi in mostra, ma rimarrà per sempre nei ricordi di tutti i tifosi romani per il suo ingresso in campo nella sfida scudetto Juventus- Roma, quando fu l’artefice della grande rimonta capitolina, recuperando le due reti di svantaggio prima con un proprio gol, poi con un tiro che condusse Van Der Sar all’errore e del quale approffitò Montella per pareggiare i conti. Alla fine di quel campionato il giocatore passò, per la cifra di sessanta miliardi, al Parma dove conquistò una Coppa Italia e rimase per tre anni e mezzo. 

Nel gennaio del 2004, convinto da Carlo Mazzone suo allenatore ai tempi di Perugia, Hidetoshi si trasferì al Bologna in prestito. 

Era il 6 gennaio 2004, allo stadio Renato Dall’Ara il Bologna stava per affrontare l’Empoli di Perrotti  e, per la prima volta, un giapponese sarebbe potuto entrar in campo con la maglia rossoblu addosso.

Era l’uomo più atteso, tutti i tifosi rossoblù erano vogliosi di entrar allo stadio per veder finalmente il nipponico, dal Giappone erano arrivate migliaia di persone solo per vedere quest’esordio, ma quest’esordio non ci fu!!! Un attacco di sciatalgia colpì Nakata e lo tenne lontano dal campo da gioco, rimandando la sua prima in rossoblù alla trasferta di Lecce. Il Bologna, orfano di Hidetoshi, partì nel peggiore dei modi, facendosi mettere sotto dalla squadra toscana che andò vicino al gol in due occasioni prima con Lucchini poi con Di Natale, e che passò in vantaggio al diciottesimo grazie a un gol dello stesso Di Natale dopo un assist perfetto di Rocchi dalla destra. 

La squadra rossoblù provò a reagire e pareggiò, quindici minuti dopo, con un colpo di testa di Bellucci dopo un calcio d’angolo di Signori. Prima dell’intervallo furono Signori con una punizione, e di nuovo Di Natale ad andare vicino al gol, trovando però Bucci e Pagliuca pronti a respingere le conclusioni.

Dopo due minuti della ripresa il capitano rossoblù, sbilanciò tutta la difesa azzurra con una serie di dribbling e servì perfettamente in mezzo all’area Tare che, solo davanti al portiere sbagliò clamorosamente. La risposta empolese arrivò al sessantesimo, con un palo colpito da Di Natale, ma quindici minuti dopo i felsinei completarono la rimonta passando in vantaggio. Signori dalla bandierina calciò un perfetto angolo, Bellucci di testa fece la sponda e Pecchia, sbucando da dietro, sorprese Bucci e il difensore segnando di testa il gol del 2 a 1.

La partita si può dire che finì qui, infatti fino al novantesimo non ci furono grandi emozioni, ed il Bologna, orfano di Nakata, conquistò i tre punti davanti alle migliaia di giapponesi in tribuna che si, non videro l’esordio del propio idolo con la nuova maglia, ma furono pronti comunque a sostenere la squadra felsinea e ad urlare a squarciagola, da lì a fine campionato “がんばれボローニャ”!!!

 

P.s. Un grande ringraziamento all’amico e tifoso rossoblù d’oltreoceano Syu Fuka per la traduzione di “Forza Bologna” in giapponese. Ti aspettiamo presto al Dall’Ara Syu!!!

 

(Fonte fotografica Repubblica.it)

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