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Sandy Flash Back – Ad un passo dal sogno – 9 Feb

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“Che cos’è la felicità?! Quante volte ho sentito questa domanda, la classica domanda tipo quella che cos’è l’amore, a cui nessuno sa mai rispondere, ma che tutti sappiamo benissimo riconoscere quando lo proviamo… E si, stavolta posso dirlo, io sono felice, sono felice cazzo!!! Domenica è la mia giornata, la giornata che aspetto da tanti anni e che niente e nessuno potrà mai rovinarmi!!!”

Stava uscendo da Casteldebole per tornare a casa il ragazzo, si chiuse la porta dietro e, appena uscito, strinse il pugno e lo spinse in alto in segno di esultanza, facendo attenzione a non essere visto da nessuno “Mi metterei ad urlare, saltare e far le capriole se potessi, ma meglio evitare… ormai sono un professionista, devo comportarmi in modo adeguato ed evitare certe scene da ragazzino…”.

Che poi, ad essere sinceri, tutta questa gioia gliel’avremmo concessa, perché lui ragazzino lo era ancora, aveva 17 anni e un grande amore, il calcio, una passione che lo accompagnava da tutta la vita e gli aveva fatto nascondere in fondo al suo cassetto un sogno che di lì a due giorni si sarebbe finalmente realizzato: l’esordio da titolare in serie A!!!

Ripensava in loop a quel momento, il momento in cui il mister lo prese da parte e gli fece il grande annuncio… Non ci credeva ancora, finalmente il momento che sognava da tutta la vita era arrivato, e sarebbe stato un ricordo che si sarebbe portato per sempre con se…

“Ancora non ci credo, il momento in cui il mister è venuto a dirmi che sarei partito dall’inizio penso non lo scorderò mai, rimarrà per sempre uno dei momenti più belli della mia vita… La Roma a quanto pare mi porta fortuna, peccato solo per quel gol sbagliato nella partita d’andata nel mio esordio assoluto in serie A!!!” In effetti, il ragazzo, aveva già esordito in serie A, alla prima giornata di campionato all’Olimpico contro la Roma andando addirittura vicino al gol con un colpo di testa su calcio d’angolo fuori di poco, ma da lì in poi solo panchine, ma anche tanto allenamento e tanti sacrifici che l’avevano portato a questo grande traguardo. 

Al ragazzo era stato concesso l’uso dello scooter, di solito le società lo proibiscono ai calciatori, ma per una giovane promessa come lui fu concessa una deroga, gli sarebbe stato molto più comodo muoversi così tra il campo di allenamento e la sua abitazione sulla Via Emilia piuttosto che utilizzando i mezzi. Si avviò con passo veloce verso il suo motorino, voleva solo andare a casa. A Bologna pioveva quella sera, era già buio, ma non era un problema, sarebbe andato piano sulla strada del ritorno, il più prudente possibile, evitando ogni rischio, evitando anche di far la rotonda fuori dal campo di allenamento al contrario come tanti suoi compagni per accorciare la strada. Strinse il più possibile il bavero del cappotto, mise il casco, infilò le chiavi, tirò giù lo scooter dal cavalletto e partì, per un tragitto pieno di sogni, emozioni e pensieri…

“Ma proprio stasera doveva piovere?! Ok, dopo tante partite giocate dovrei essere abituato a bagnarmi, e il mio fisico abbastanza temprato da non ammalarsi alla prima goccia d’acqua, ma che due coglioni lo Stesso!!! Non voglio rischiare niente, non voglio rischiare di rovinare il mio giorno!!!” 

Costeggiava i campi di allenamento e si rivedeva li, mentre correva assieme ai suoi compagni, si rivedeva nel giorno in cui arrivò a Casteldebole per la prima volta e dovette presentarsi agli altri componenti della squadra, ripensò agli anni passati, ai sacrifici che aveva dovuto fare da ragazzino, a tutte le volte che aveva dovuto salutar i suoi amici e tornar a casa invece che uscire con loro perché doveva andar ad allenamento o perché il giorno dopo avrebbe giocato, ripensò al viaggio in Inghilterra, al suo ingaggio da parte dell’Arsenal, ai mesi difficili passati nel Regno Unito, escluso da tutti i suoi compagni perché Italiano e, finalmente, un nuovo sogno, una nuova opportunità, il ritorno in Italia, al Bologna, un’occasione da prendere al volo che non si fece sfuggire e, immerso in questo mare di pensieri, non si rese conto della strada che passava e si ritrovò davanti alla casa di riposo…

“Chissà quanti anziani là dentro avranno visto il Bologna vincere lo scudetto?! Chissà come reagirebbero se vedessero un ragazzino passare in motorino ed urlare che domenica esordirà in serie A con la maglia rossoblù… magari mi prenderebbero per pazzo, magari sorriderebbero, ma meglio evitar tutto e star concentrati solo sulla strada”

L’asfalto continuava a scorrere come i suoi pensieri, passò davanti al campo Rom e proseguì dritto fino all’incrocio “No, ma cioè, io domenica dovrò marcare Francesco Totti?! Non riesco ancora a rendermene conto!!! E come lo fermi un giocatore come Francesco?! Mamma mia, sono già agitato ora, non voglio immaginare domani notte, la notte prima della partita come farò a dormire… appena arrivo a casa chiamo subito il babbo, non sa ancora niente e io, facendo finta di niente, gli dirò di non prendere impegni per domenica perché dovrà venir a Bologna, e solo quando mi chiederà il perchè gli darò la notizia: Gioco titolare babbo!!! Vorrei aver una telecamera puntata sulla sua faccia per veder la sua reazione quando glielo dirò, ci vorrebbe un videotelefono, tipo quelli di Ritorno Al Futuro!!! Lui di certo saprà darmi qualche consiglio, lui degli spogliatoi ne ha visti, partite importanti ne ha giocate, saprà certamente cosa consigliarmi o che parole dirmi per farmi star più tranquillo e non farmi schiacciare dalla paura e dall’emozione di quell’esordio!!!”

Arrivato all’incrocio voltò a destra e si immise sul cavalcavia che sovrasta la tangenziale… La pioggia continuava a scendere, il freddo era sempre più pungente, la strada verso il suo appartamento si accorciava sempre di più, ma erano i pensieri, le emozioni che gli davano i suoi sogni che piano piano si avveravano a riempirgli la testa, a stampargli sul viso quel sorriso enorme e a riempirlo di euforia, finalmente la maglia numero 27 sarebbe entrata in campo dal primo minuto… “Oddio, ma quando sentirò la voce dello speaker urlare il mio nome come farò a non andar nel panico?! Col numero 27… No no, basta, non ci voglio pensare, manca ancora troppo, anzi no, manca pochissimo, mancano meno di due giorni, mancano quarantaquattro ore al momento in cui… Che cosa succede?! Oh no, no, oddio noooo!!!”

Quando fu in cima al cavalcavia lo scooter sbandò, le ruote erano scivolate sull’asfalto bagnato ed il ragazzo cadde andando a sbattere contro il guardrail già rovinato da un incidente precedente.

Tremava dall’agitazione, dalla paura, dal freddo, quello scivolone gli avrebbe potuto rovinar la sua giornata e lui, non sarebbe riuscito a darsene pace. Gli veniva da piangere, malediceva quella pioggia e quello scooter, si sentiva un imbecille, era andato piano, aveva fatto tutto per bene, ma quella pioggia stronza non gli aveva dato scampo, si rialzò da solo sulle sue gambe mentre una macchina si fermò per aiutarlo… “Sono Nicolò Galli, sono un giocatore del Bologna!!!” disse al suo soccorritore che subito chiamò l’ambulanza. Chissà se l’altra persona aveva capito chi fosse, chissà se era un appassionato di calcio o se la domenica preferiva che ne so, farsi una gita, guardarsi un film sul divano oppure andar al bar a giocare a briscola e bersi una spuma invece che guardar le partite, chissà se lo scambiò per un mitomane non avendo idea di chi fosse, ma certamente non aveva idea che di lì a poche ore, quel ragazzo caduto dallo scooter, avrebbe dovuto esordire dal primo minuto in serie A.

“Quando arriva quest’ambulanza, sto male!!! Era la mia giornata domenica, si avverava un sogno, tanti sacrifici finalmente sarebbero stati ripagati, e invece… invece questo cesso di scooter e sta merda di pioggia hanno rovinato tutto, tutto… non voglio crederci, non voglio crederci cazzo!!! Ditemi che è un sogno, ditemi che è soltanto un brutto sogno, ditemi che è una merda di incubo, svegliatemi, svegliat…” Nicolò cadde a terra senza sensi sotto gli occhi del suo soccorritore.

L’ambulanza arrivò, caricò il ragazzo all’istante e partì a sirene spiegate per una folle corsa verso l’ospedale. Al pronto soccorso nel frattempo i dottori erano stati avvisati, la sala operatoria era già pronta e, non appena scaricato, la barella venne condotta direttamente là dentro, dove si tentò il tutto e per tutto per salvarlo ma…

Ma purtroppo Nicolò non ce la fece, il suo cuore smise di battere mentre si trovava sotto i ferri… purtroppo la pioggia, un guardrail malmesso è una bruttissima emorragia si portarono via il nostro campione. 

Se ne andò Nicolò, se ne andò un calciatore pieno di speranze, se ne andò un ragazzo che, dopo tanti sacrifici, si trovava a un passo dal realizzare il suo sogno, ma sopratutto se ne andò un ragazzino, troppo presto, con tutta la vita davanti e uno zaino pieno di sogni e desideri da esaudire, se ne andò così, un venerdì sera, per una stupida caduta dal motorino Nicolò Galli!!!

La società, scossa dal lutto, chiese alla Lega di rinviare la partita, non sarebbe stato possibile giocare dopo una perdita del genere, ma la Lega si dimostrò umana come Rosa Bazzi e non acconsenti, realizzando l’ennesima porcata nostrana perchè, a detta loro, ormai era troppo tardi…

Quella domenica, il Bologna, scese in campo comunque contro la Roma, con il lutto al braccio ma ancor di più con il lutto nel cuore per la perdita di un compagno, un amico, un ragazzino che non si meritava tutto questo, ma della partita a nessuno importò nulla, squadra, giornalisti e tifosi quella domenica si ritrovarono tutti uniti perchè quella partita non si doveva giocare!!! E così fu, a nessuno importò niente di quello che succedeva in campo, e gli urli e le incazzature che si sentirono furono destinati solamente al destino, così stronzo, così crudele, cinico e bastardo che si portò via un ragazzino troppo presto, a poche ore dalla realizzazione di un sogno seguito per tutta la vita…

 

(Fonte fotografica Raisport.it)

 

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