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Sandy Flash Back – All’inferno e ritorno… – 7 Feb

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Era la quartultima partita di campionato, era una partita decisiva, era la partita che avrebbe potuto decidere la stagione, era la partita che avrebbe potuto aprire definitivamente il baratro della serie B per i rossoblu. Era il 10 maggio 2009, e il Bologna terzultimo in classifica staccato di un punto, andava in casa del quartultimo e virtualmente salvo Torino. Servivano quei tre punti, servivano per il sorpasso e per avere la salvezza tra le mani, per essere gli unici artefici del proprio destino; ma quei tre punti servivano anche ai granata, se fossero andati a più quattro con sole tre partite da giocare, per la squadra Felsinea non ci sarebbe stato più scampo.

Il Bologna arrivó a quella partita dopo il grande suicidio, dopo tutti quei punti buttati via, ma sopratutto dopo la sconfitta in casa contro l’ultima della classe Reggina, ma con un particolare a suo favore, quel 5 a 2 nella sfida d’andata, un ottimo vantaggio se si fosse arrivati a pari punti, insomma servivano i 3 punti, ma non avrebbe fatto schifo nemmeno un pareggio per continuar a sperare all’aggancio nelle tre partite successive. Il Torino invece arrivava a quella sfida dopo pochi giorni dalla contestazione dei tifosi in occasione della commemorazione per i morti di Superga, dopo la maxi contestazione a capitan Rosina e senza il portiere titolare Sereni.

Papadopulo mise in campo la solita formazione prudente, con Casarini incaricato d’arginare Rosina, ma subito sostituito da Amoroso a causa di un infortunio, e con la speranza di riuscire a colpire prima o poi in contropiede. Ma l’inizio fu un dramma…. Rosina era indiavolato, il Torino una macchina da guerra, e nella prima mezz’ora i granata ebbero almeno cinque occasioni da gol nette, con il duo Bianchi-Stellone, e con un gol ingiustamente annullato a Barone per fuorigioco. L’unico squillo del Bologna fu una punizione alta di Coelho dal limite e poi il dramma… Castellini sulla linea di fondo anticipa Rubin mentre sta per crossare, il granata cade a terra, e l’arbitro, colpito da un grande abbaglio, concede un rigore per il Torino. Rosina dal dischetto non fallisce, e i rossoblu si trovano sotto 1 a 0 nella sfida più delicata della stagione, surclassati sul piano del gioco, e virtualmente sotto di quattro punti in classifica, con il fantasma della serie B sempre più grande…. Praticamente i rossoblu si trovarono scaraventati all’inferno assieme a tutti i loro tifosi!!!! Retrocedere dopo una sola stagione in serie A, retrocedere schierando il vice-capocannoniere del campionato, retrocedere pochi mesi prima del 3 ottobre 2009, e dover festeggiare il centenario in serie B…. Il Bologna non poteva permetterselo, doveva raddrizzare quella partita, doveva raddrizzare quel campionato!!!

Ma al ritorno dagli spogliatoi quello che si presentó in campo era un Bologna terrorizzato…. Il Torino partì fortissimo, e solo una gran parata di Antonioli su un tiro di Barone prima, e un salvataggio sulla linea di Valiani dopo un colpo di testa di Natali poi, evitarono il raddoppio granata e il colpo del K.O.!!! 

I rossoblu si fecero vedere in avanti solo con un tiro da fuori di Volpi finito altissimo, poi Papadopulo fece la mossa che cambió la partita, al diciannovesimo minuto tolse Mudingay e fece entrare Osvaldo. L’italo-argentino, comprato a gennaio su richiesta di Mihajlovic e pagato sette milioni, fino a quel momento aveva deluso, anche a causa di un infortunio che lo tenne fuori per un mese, nelle poche presenze non era riuscito a segnare neanche un gol, ma sopratutto non era riuscito a dar l’aiuto necessario a Di Vaio per salvare la squadra. 

Ma quel giorno era un giocatore diverso, entró subito in partita, e dopo pochi minuti andó vicino al pareggio, entrando in area driblando praticamente tutta la difesa del Toro, e venendo fermato in extremis da Colombo quando si trovó solo davanti al portiere Calderoni. I rossoblu trovarono in lui la scossa che cercavano, si risvegliarono e iniziarono a giocare, mettendo sotto un Torino che nel frattempo aveva dovuto sostituire capitan Rosina per problemi fisici. 

Volpi servì un pallone perfetto a Marchini in mezzo all’area, e solo un miracolo di Calderoni riuscì ad evitare il pareggio. 

Pareggio che arrivó poco dopo, dopo un altro gol annullato al Torino, questa volta giustamente per fuorigioco di Dzemaili….

Volpi servì perfettamente Osvaldo con un pallonetto in area, e Calderoni uscendo non potè fare a meno che stendere l’attaccante rossoblù, rigore giustissimo e Marco Di Vaio che prende il pallone e se ne incarica….

Era stato infallibile Marchino fino a quel momento, l’unico che in tutta la stagione non avesse mai sbagliato una mossa, l’uomo che riuscì a tener a galla e a trascinare una squadra costruita male e senza idee, ma quel pallone, all’ottantunesimo minuto di una partita così decisiva pesava almeno un quintale… Tante volte un ragazzo sogna di poter diventare un calciatore, la fama, la gloria, i soldi, le donne, e io son tra quelli che questo sogno l’ha sempre avuto, ma è in momenti come questi, quando vedo una persona che con un suo gesto rischia di diventare decisivo per la stagione sua, di una squadra, e di migliaia di tifosi, che si carica di responsabilità infinite e che si trova al bivio tra il diventare un eroe o uno “stronzo”, che son felicissimo del mio lavoro da operaio, ad avvitare le mie viti… Ok, non esulteró e non mi leveró la maglia correndo intorno al capannone sentendo il mio nome urlato da migliaia di tifosi dopo ogni cassa montata alla perfezione, ma almeno non vivrei momenti così tragicamente importanti e di responsabilità, col cuore a mille e mille pensieri che frullano nel cervello…

Ma Di Vaio voleva quella responsabilità, voleva salvare il Bologna, portarlo via da quell’inferno sempre più vicino, e calció quel rigore il più forte possibile, Calderoni potè solo sfiorare quella palla prima che entrasse in rete, e la corsa esultante fu un grande sfogo da parte del nostro Marchino!!!!

Uno a uno, e risultato che non mutó più fino al novantesimo, nonostante l’ultimo pericolo per i rossoblu, quel pallone calciato sulla traversa da parte di Colombo, che ci fece saltare il cuore in gola, perdere almeno trent’anni di vita e scusarci con tutti i santi per gli improperi urlati verso di loro durante i minuti precedenti della partita!!!

Si era andati all’inferno, ma un eroe ci aveva salvato, prendendoci per mano e facendoci trovare la via del ritorno, e quel pareggio fece scattare in tutti i tifosi una, forse immotivata, speranza… Mancavano tre partite, un punto non era una montagna troppo alta da scalare, si poteva e si doveva ancora credere nella salvezza… Quello che successe dopo ce lo ricordiamo tutti, il gol di Volpi al novantacinquesimo, l’insipido pareggio sul campo del Chievo mentre a Torino Milito diventava il più grande eroe rossoblù degli ultimi anni, Osvaldo con la radiolina attaccata all’orecchio aspettando il finale dagli altri campi, la festa per l’aggancio, la partita salvezza contro il Catania vinta 3 a 1 e l’esultanza liberatoria dei giocatori e dei tifosi dopo quegli ultimi novanta minuti, dopo quella stagione da tachicardia con sempre vicino un biglietto di sola andata verso l’inferno mai obliterato…

 

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