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Sandy Flash Back – Ciao Marchino… – 17 Gen

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C’era una volta un bambino di 11 anni tifoso del Bologna, era l’anno di Roberto Baggio in Rossoblu e il suo primo anno da abbonato allo stadio. Quel bambino, al primo vero anno da appassionato di calcio, si drogava di questo sport, ogni giornale, rivista, trasmissione televisiva era sua, leggeva, guardava e si documentava per imparare tutto il possibile su quel fantastico sport. Così accadde che un lunedì pomeriggio, mentre guardava Rai 3, vide il programma intitolato “A tutta B” una specie di “90 minuto” tutto sulla serie B, e da quel pomeriggio, per tutto il campionato, il lunedì aveva un appuntamento fisso, doveva vedere anche i gol della serie minore, d’altronde la prima partita che vide fu in serie B, un Bologna-Lucchese, quart’ultima del campionato 1995/96. Tutte le settimane gol nuovi e giocatori fino a quel momento sconosciuti iniziavano ad entrargli in testa, uno in particolare. C’era un ragazzo in quella serie B che stava facendo sfracelli, a suon di gol stava trasportando la sua Salernitana verso una promozione storica, un gol dopo l’altro si avvicinava sempre di più al titolo di capocannoniere e, ogni settimana, la trasmissione apriva dicendo che quel ragazzo, con un suo gol, con una sua doppietta, o con una sua tripletta, aveva fatto vincere la sua squadra. Quel ragazzo era romano, era poco più che ventenne e si chiamava Marco Di Vaio. Si sa, i bambini si innamorano subito dei giocatori più forti, di quelli che fanno gol, e un bambino di 11 anni, come avrebbe potuto resistere al fascino di un giocatore così?! Infatti perse subito la testa per lui, il suo cuore era Rossoblu naturalmente, ma sotto sotto un po’ sperava nella promozione della Salernitana, lo sperava per lui, per Marco Di Vaio. La Salernitana vinse quel campionato, la punta vinse il titolo di capocannoniere e venne a giocare in serie A, e quel bambino era sicuro che quel ragazzo sarebbe stata un’arma letale anche nella massima serie. Non potete immaginare la delusione che provó il bambino nel vedere il suo nuovo idolo faticare così tanto l’anno successivo, i gol erano pochissimi, molto meno rispetto all’anno prima, poi verso fine campionato il bomber si svegliò, inizió a segnare di continuo, e in un Salernitana-Bologna ne fece addirittura 3, quel giorno l’amore del bambino scricchioló un bel po’. 

Poi, un giorno, per caso, il sogno di un bambino si avveró… Quel bambino stava andando all’Isokinetic per una visita, e davanti al portone vide un ragazzo con una faccia conosciuta, “io l’ho già visto, ma chi è?!?!” pensó, poi l’occhio gli cadde su una scritta sui pantaloni indossati dal ragazzo, e lesse “Salernitana”. Fu un attimo, capì subito chi aveva davanti, il suo cuore pompó a mille, come aveva potuto non riconoscerlo subito, aveva il suo idolo davanti, aveva quel Marco Di Vaio di cui era innamorato pazzo davanti e non se ne era accorto. Gli si fiondó addosso, gli chiese autografo, foto, e si fermò a stressarlo con tutte le sue domande, a cui il bomber gentilissimo rispose, fino alla fatidica domanda ” Marco, ma tu verrai mai a giocare nel Bologna?!” Il ragazzo abbozzò un sorriso, poi gentilissimo rispose “chi lo sa, magari in futuro si”. Passarono anni, Di Vaio giocó a Parma, e segnó, gioco nella Juventus, e segnó, si trasferì in Spagna al Valencia, e in Francia al Monaco, e segnó, poi tornò in Italia, al Genoa, e li sembrava che qualcosa si fosse inceppato, il gol arrivava sempre meno, dopo la promozione in serie A molto spesso sedeva in panchina, e quando giocava lo faceva sulla fascia, troppo lontano dalla porta per riuscire a buttar dentro quel pallone. Poi verso fine calciomercato nella stagione 2008/09 quel bambino che ormai era cresciuto, aprì “Il Corriere dello sport –  Stadio” e lesse “Marco Di Vaio al Bologna”. L’ex bambino esplose di gioia, il suo idolo finalmente nella sua squadra, con la sua maglia, quasi non ci credeva. Quel campionato non fu facile, la squadra era debole, il gioco non c’era, ma il buon Marco riuscì a salvare la serie A da solo, grazie ai suoi 24 gol, che lo fecero diventare vice capocannoniere alle spalle di Ibrahimovic. Il secondo campionato fu un po’ più sfortunato, tormentato dagli infortuni, non fu mai veramente lui, e finì il campionato con 12 gol, tutti comunque importanti. Il terzo fu un altro capolavoro per lui, riuscì a tener unita la squadra nel momento del bisogno, quando Porcedda si diede di nebbia come gli stipendi che doveva pagare, aiutó i più giovani, si comportò da vero capitano, segnó il gol del vantaggio nel derby a Cesena nel momento societario più buio, segnó la doppietta che ci fece espugnar Torino, segnó 19 gol salvezza anche quell’anno, poi la crisi, si dice avesse lo spogliatoio contro, e un lungo digiuno…. A cavallo tra il campionato 2010/11 e 2011/12, 15 partite senza gol, molti errori davanti alla porta e una condizione che tardava ad arrivare. Poi di nuovo lo sblocco, altri 10 gol, ma la situazione ormai era diventata pesante, e la settimana prima di Bologna-Napoli la notizia che riempì di tristezza l’ex bambino della nostra storia, Di Vaio aveva deciso di lasciare Bologna, una nuova avventura lo attendeva, uno nuovo stato, una nuova maglia, dei nuovi tifosi, dalla fine di quel campionato Di Vaio sarebbe diventato un giocatore del Montreal Impact, in Canada. Bologna-Napoli non fu una partita qualunque, ma la sua partita!!! L’entrata in campo fu speciale, mentre annunciavano le formazioni i giocatori uscivano uno alla volta e si mettevano ai lati del tunnel, poi per ultimo fu chiamato lui, “Col numero 9 SUPERMARCOOOOOOOOO”, lo stadio esplose in un boato, il suo nome quel giorno fu urlato più forte che in ogni altra partita “DI VAIOOOOO!!!!!”. Partirono gli applausi, i cori, e l’emozione…. Marco andó sotto la curva a salutare i suoi tifosi, quasi nessuno riuscì a trattenere le lacrime per un capitano che stava per iniziare la sua ultima partita, figuriamoci l’ex bambino, che naturalmente era li nel suo solito posto in curva, si spostó gli occhiali e inizió ad asciugarsi le lacrime, mentre ripensava al passato, a quei pomeriggi davanti al televisore ad aspettare i gol nella Salernitana, fino agli ultimi 4 anni, sempre pronto a esultare ai gol del suo idolo, e a quella teoria che si era studiato, infatti l’ex bambino quando vedeva Marco sbagliare un gol si girava verso i suoi vicini e pronunciava sempre la stessa frase “Tranquilli, è il teorema Di Vaio, quando sbaglia un gol già fatto poi segna una doppietta dopo”, teorema che molto spesso si avverava. L’emozione era tanta, ma c’era una partita da giocare, Bologna-Napoli, l’ultima di Di Vaio al Dall’Ara. Partì forte il Napoli, con subito una traversa di Cannavaro, ma a colpire fu il Bologna, infatti Diamanti su assist di Acquafresca diede inizio alla festa. Cavani sbaglió l’impossibile, sul finire del primo tempo, e nel secondo fu di nuovo il Bologna a colpire, con Rubin appena entrato, su assist proprio di Di Vaio. Mancherebbe solo il gol di Marchino per far diventare la festa perfetta, ma qua iniziò il suo dramma; forse colpa della troppa emozione, forse semplicemente sfortuna, si trovò 3 volte davanti a De Santis, e per 3 volte sbagliò gol che avrebbe fatto ad occhi chiusi, una volta tirando sul palo e le altre 2 tirando fuori. La partita finì, 2 a 0 per il Bologna, ed arrivò il momento per l’ultimo saluto al capitano, e sulle note di “L’anno che verrà” Marco salutò i suoi tifosi per l’ultima volta, di nuovo pianti, lacrime, applausi e cori.

Ma per il bambino cresciuto ci fu un ultima possibilità per vedere il suo idolo, infatti al lunedì Marco fu ospite a una trasmissione televisiva, e lui andò ad aspettarlo fuori dagli studi. Lo vide, si fece autografare la foto di 14 anni prima, fece l’ultima foto con lui, e poi lo abbracció, come si abbraccia un caro amico e mentre gli occhi gli si inumidivano gli disse solo poche parole “Grazie, grazie veramente di tutto Marco, ciao…”

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