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Bologna FC

Sandy Flash Back- L’Erede – 25 ott

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C’era lui là davanti e bastava!!! C’era lui là davanti ed eri sicuro!!! C’era lui là davanti e tu te ne fregavi degli altri… Non ti importava contro chi giocavi, non ti importava chi avevano davanti le altre squadre, non ti importava di quale attaccante sarebbe potuto arrivare dal mercato, perché tanto tu avevi lui, lui che ti salvava a suon di gol, lui che ti toglieva le castagne dal fuoco, lui che si prendeva la squadra sulle spalle nei momenti peggiori… C’era lui e nessuno gli avrebbe mai rubato il posto!!! C’era però anche un problema, lui aveva trentacinque anni e, purtroppo, la sua carriera non sarebbe stata eterna…

Lui era Marco Di Vaio, il capitano, il numero 9, il tuo bomber, il tuo idolo!!!
Di Vaio arrivò a Bologna nell’estate del 2008 e, a suon di gol, si guadagnò l’amore incondizionato di tutti i tifosi rossoblù, ma dalla seconda parte del campionato 2010/11 iniziarono i problemi… Il gol non arrivava più, i movimenti erano macchinosi, alcuni tifosi iniziavano a mugugnare sulla sua età e sul se fosse ancora in grado di giocare ad alti livelli, e iniziavano a lamentarsi, iniziavano a dire che bisognava cercare un sostituto… un sostituto, si, ma chi???
Nell’estate del 2011 il Bologna acquistò dal Genoa Robert Acquafresca, col chiaro intento di farlo diventar l’erede di Marchino quando avrebbe smesso. Il brutto inizio della squadra non lo aiutò per niente, ma con l’arrivo di Pioli, alla settima giornata, qualcosa cambiò. Contro il Novara, sul finire di partita il suo primo gol ufficiale in maglia rossoblù che fissò il risultato sul due a zero, poi due partite dopo il suo primo gol determinante.
Era il 26 ottobre 2011 e, nel turno infrasettimanale, il Bologna affrontava a Verona il Chievo. Dire che il primo tempo di quella partita fu a tinte gialloblù vuol dire esser troppo ottimisti, fu un vero e propio assalto al fortino!!! Pellissier, Thereau e Sammarco facevano quello che volevano, i giocatori del Chievo attaccavano da ovunque, e solo un Gillet in forma smagliante e la fortuna impedirono la goleada nei primi quarantacinque minuti, tenendo il risultato congelato sullo 0 a 0. 
Nel secondo tempo il Bologna entrò in campo con uno spirito diverso, andando vicino al gol con Ramirez, e passando poi in vantaggio al cinquantatreesimo minuto. Gaston calcia dalla trequarti una perfetta punizione in mezzo all’area per Acquafresca che, di destro, al volo, insacca il gol dell’uno a zero. Il Chievo si ributta subito in avanti, e al sessantatreesimo colpisce una traversa su punizione col neo entrato Moscardelli, ma è il Bologna ad andare più vicino al raddoppio in più occasioni con Gimenez, Ramirez e Kone, che dopo un ottima serpentina in mezzo all’area, sbaglia clamorosamente da pochi passi. La partita finì, stranamente non zero a zero come tanti altri incontri tra le due squadre negli anni, il Bologna vinse uno a zero e una convinzione si faceva largo tra le menti dei tifosi  “forse, e ripeto, forse, abbiamo trovato il suo erede!!!”.
La stagione di Robert proseguì bene nonostante le tante panchine, alcune ottime prestazioni, tra cui quella all’Olimpico contro la Lazio, dove non segnò ma giocò forse la sua miglior partita in rossoblù, altri tre gol per lui, contro Napoli, Inter e di nuovo Novara e, dopo l’annuncio del passaggio di Di Vaio al Montreal Impact, la convinzione di essere veramente il suo erede e che dall’ anno seguente avrebbe guidato l’attacco rossoblù!!!
Peccato solo che il Chievo dá, ma il Chievo toglie anche, infatti la sua eredità durò soltanto una partita… Nella prima giornata del campionato successivo, infatti, il Bologna perse malamente al Bentegodi contro il Chievo, e nell’ultimo giorno di calciomercato la società decise di correre ai ripari ingaggiando in prestito secco Alberto Gilardino, sopratutto anche per indorar la pillola della cessione di Gaston Ramirez…
Da qui iniziò il momento buio dell’attaccante, anche a causa di allenatori che proprio non lo vedevano, come Pioli che avrebbe preferito far giocare addirittura me piuttosto che Robert, o di quelli che lo facevano giocare a sproposito, come Ballardini, che si ostinò a farlo giocare nel momento più difficile per la squadra, cosa che non fu affatto buona per un ragazzo così fragile e che aveva bisogno di serenità. L’anno dopo, in serie B, il risveglio, il ritorno al gol dopo più di due anni, e una prima parte di campionato giocata da protagonista, fino al mercato di Gennaio e all’acquisto di Mancosu. Da qui riniziarono le panchine e le tribune, e solo Delio Rossi gli ridiede una maglia da titolare nel finale di stagione, rendendolo protagonista nei Play Off verso la serie A, dove segnò anche un importantissimo gol contro l’Avellino.
Di nuovo la serie A, conquistata da protagonista, voleva dire un nuovo inizio per lui?! Che vi rispondo a fare, questa è storia recente purtroppo, la storia di un contratto infinito che fa infuriare i tifosi bolognesi, sempre pronti a prenderlo come esempio maggiore degli errori della passata società, ma che sopratutto non fa bene a lui, da troppo tempo legato (anche volontariamente visti i numerosi rifiuti al trasferimento) a una piazza che non gli ha mai dato il suo giusto ruolo, non quello da erede che doveva alleviare il ricordo di una partenza, ma quello da protagonista lá davanti!!!

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