Siamo nell’anno 2056, ho 70 anni, sono da poco in pensione, i pochi capelli rimasti in testa son diventati tutti bianchi, le rughe sul viso ormai non si contano più, le mie serate le passo tranquillamente seduto sul mio divano con a fianco mia moglie, esco poco, il più delle volte per andar allo stadio o a far la spesa, e guido, naturalmente con in testa il mio cappello facendo i 30 kilometri orari, una Fiat Panda bianca. Ho una moglie, un cane e una figlia, che da dodici anni m’ha regalato un fantastico nipotino. Da bravo nonno cerco di fare quello che non son riuscito a fare con mia figlia, cerco di farlo appassionare al calcio, e la mia missione non sará terminata finchè non riuscirò a farlo diventar tifoso sfegatato rossoblù. Ci lavoro da sempre, dai suoi primi anni di vita, gli racconto storie, aneddoti, e pian piano lo vedo sempre più interessato, mi fa domande, si documenta: devo autocompiacermi, sto facendo proprio un bel lavoro.
Una sera come tante, ho appena finito di mangiare e son seduto sulla mia poltrona con in mano la mia pipa, quando arriva di corsa il mio nipotino da me: “Nonno nonno, ho una cosa da chiederti sul Bologna!!!”, adoro quando arriva e mi dice così. “Dimmi tutto, vediamo se so risponderti…”, prende fiato e mi dice “Nonno, ma chi era Michele Pazienza?”. Mi si strabuzzano gli occhi, penso tra me e me “Pazienza?!?! E mò come fa a conoscer Pazienza? Ma sopratutto, cosa posso dirgli di buono riguardo a Pazienza???” Mi sembra strana come domanda, e lui molto probabilmente se ne accorge, e con voce insicura mi dice: ” L’ho letto su internet quel nome, c’è scritto che ha segnato il gol numero tremila nella storia del Bologna, immaginavo che fosse un giocatore fortissimo…”. Un groppo mi attanaglia la gola, mi ero dimenticato che grazie a quel gol il nome di Pazienza rimarrà scritto indelebilmente nella storia rossoblù; cerco le parole giuste, mi si secca la gola, inizio a sudare, la testa inizia a far male, sono nel pallone, non so cosa rispondere, quand’ecco che…
Quand’ecco che suona la sveglia, apro gli occhi, cerco di capire chi sono e dove mi trovo, e mi rendo conto che era solo un sogno, un brutto sogno. Sono nel 2016, ho trent’anni e i capelli, anche se iniziano giá ad esser un po’ bianchi, li ho ancora quasi tutti in testa. Esco in terrazza, mi accendo una sigaretta, dò la prima boccata e mi dico tra me e me “Meno male che era solo un brutto sogno… Meno male che c’era Gila, che ci ha pensato lui a salvarci” e ripenso a quella partita, a quella giornata…
Era il 21 aprile 2013, e al Dall’Ara, un Bologna in maglia verde affrontava la Sampdoria e a tutte e due le squadre mancavano pochissimi punti per agguantare la salvezza. Parte subito forte la formazione rossoblù, che sfiora due volte il gol grazie a Gilardino e a Diamanti, ed al ventiquattresimo minuto si porta in vantaggio. Dalla sinistra Taider crossa perfettamente per Gilardino, che di testa, da pochi passi, segna senza difficoltà il gol dell’uno a zero. Lo stadio impazzisce, sul tabellone inizia a lampeggiare la scritta 3000, e l’attaccante biellese entra di diritto nella storia del club. Quel gol infatti, non era un gol normale, di quelli che si vedono ogni domenica, non valeva quanto uno dei tanti segnati dalla punta nella sua carriera, quel gol era un gol storico, era il gol numero 3000 nella storia del Bologna!!!
In quella lista di marcatori rossoblù, che comprende tra gli altri i vari Guglielminpietro, Bernacci, Fantini, Paponi, Rossini, Vignaroli, Danilevicius, Luciano fu Eriberto e naturalmente Michele Pazienza, il nome di Alberto Gilardino sará scritto più grosso degli altri, avrà per sempre un posto speciale a fianco a quelli di Schiavio e di Bulgarelli, autori reciprocamente del gol numero 1000 e 2000. Certi gol rimangono per sempre, certi gol segnano la storia di un club, certi gol non li possono segnar tutti, e nonostante, forse, negli anni altri bomber rossoblù se lo sarebbero meritato più che lui di rimaner immortali nell’almanacco bolognese, se non altro come “premio fedeltá” per gli anni passati sotto le due torri, possiamo sempre tirar un sospiro di sollievo ed essere felici che ci sia il nome di Alberto Gilardino a fianco a quel numero, un attaccante con vari titoli di capocannoniere vinti, champions league e scudetti conquistati, molte presenze in nazionale, e sopratutto un attaccante campione del mondo… Poteva andare peggio, direi, molto peggio… Fu un peccato essercelo goduti solo per un anno: arrivò in prestito l’ultimo giorno di calciomercato per raccogliere l’ereditá di Di Vaio a discapito di Acquafresca, aveva da farsi perdonare il gol segnato nello spareggio salvezza contro il Parma che ci condannò alla serie B, e non ci mise molto… Qualche minuto per ambientarsi nella gara casalinga persa contro il Milan, e poi, alla prima presenza da titolare, subito una doppietta all’Olimpico in casa della Roma, nella gara della grande rimonta, dal 2a0 al 3a2. A fine stagione furono tredici i gol in trentasei partite per l’attaccante, ma purtroppo, per quanto mi riguarda, non riuscii mai ad amarlo completamente; ancora troppo scottato dall’addio del nostro capitano, vissi Alberto Gilardino come un contentino, un chiodo schiaccia chiodo per farmi digerire meglio la partenza di Marchino verso il Canada… Come quando, appena lasciato dalla tua fidanzata storica, ti butti tra le braccia della più bella che passa in quel momento e ci inizi una storia di solo sesso… Ecco, quello fu Gilardino per me, non persi mai la testa per lui e mi accontentai, futile sesso, tredici fantastici orgasmi nell’arco di una stagione, ma che purtroppo non mi fecero mai scordare le gesta del mio capitano e, un po’ sinceramente, me ne dispiaccio, perché mi rendo conto di non essermelo gustato appieno il passaggio sotto le due torri di questo grande Bomber!!!
Il flash back nella mia testa finisce, spengo la sigaretta, tiro un sospiro di sollievo per essermi salvato dal mito di Michele Pazienza e mi avvio come tutti i giorni a lavoro… Ok, molti lati positivi per il fatto che fosse solo un sogno, ho ancora 30 anni e Pazienza non rimarrá indelebile nella storia rossoblù, ma anche uno negativo… Ancora troppi anni mi separano dalla pensione!!!!
Ps. Tornando alla partita… La Sampdoria pareggerà al cinquantanovesimo minuto, e l’incontro terminerà 1a1 grazie al gol di Sansone, un altro che, qualche anno dopo, segnerà un gol molto importante nella storia rossoblù…
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