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Sandy Flash Back – Un bacio d’addio – 16 Feb

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Quante storie d’amore finiscono con la solita scusa della decisione in comune, quando in teoria ci si rende conto che in quel modo non si può più andare avanti e si preferisce interrompere il rapporto finchè c’è ancora un minimo di stima e di affetto tra le due persone. Nella maggior parte dei casi funziona che si litiga, si parla, si giunge alla conclusione di non poter più andare avanti e ci si saluta, per sempre, dandosi l’ultimo bacio, dandosi un bacio d’addio, bello, forte, passionale…ma la storia che vado a raccontarvi non finì proprio in questo modo…

Nell’estate del 1998 il Bologna ingaggiò Carlo Mazzone per sostituire Renzo Ulivieri in panchina e, se la stagione iniziò nel migliore dei modi dal lato sportivo con la qualificazione alla coppa UEFA ottenuta grazie ala vittoria in Intertoto, il feeling tra l’allenatore ed il presidente Gazzoni non decollò mai, infatti, già prima della finale di Intertoto contro il Ruch Chorchow, Gazzoni pensò ad un esonero a causa dei numerosi infortuni subiti dai suoi giocatori in quel periodo. Col continuare della stagione i rapporti si fecero sempre più tesi, la spada dell’esonero pendeva sempre di più sulla testa di Carletto colpevole anche, agli occhi del presidente, di non aver abbastanza dialogo con la società e di puntar troppo poco su alcuni investimenti (sopratutto Lucic ed Eriberto) che non valorizzava abbastanza e, solo il fatto che il successore prescelto Sergio Buso si rifiutò di prendere la panchina in corsa evitò questo esonero.

Si arrivò così alla sessantesima partita stagionale, la gara di ritorno dello spareggio UEFA tra Bologna e Inter al Dall’Ara il 30 Maggio 1999.

I rossoblu si presentarono con mezza qualificazione in tasca grazie al successo nella partita d’andata ma partirono fortissimo lo stesso e, al terzo minuto, passarono in vantaggio grazie al gol di Signori di testa. L’Inter si buttò in avanti e andò vicino al gol prima con Simeone che colpì il palo, poi con Ventola, ma al quarantunesimo minuto, sul primo contropiede, il Bologna mise la parola fine sul discorso qualificazione con Bettarini che segnò il due a zero.

Nel secondo tempo Anderson dopo undici minuti andò vicino al terzo gol tirando di poco a lato poi più nessuna emozione finì al quarantacinquesimo, quando Ventola segnò il gol del due a uno. Prima del triplice fischiò ci fu il tempo per un altra occasione sui piedi di Signori parata da Pagliuca e, quando l’arbitro Cesari fischiò la fine, il Bologna potè festeggiar la sua qualificazione Alla coppa europea per il secondo anno consecutivo.

Ma fu a partita finita, quando i tifosi avevano già abbandonato gli spalti e si stavano dirigendo verso le proprio abitazioni che avvenne la separazione, questa volta senza bacio d’addio…

Nelle interviste post partita Mazzone, dopo mesi in cui aveva mandato giù qualsiasi rospo restando sempre al suo posto, non ce la fece più e scoppiò in diretta televisiva… davanti alle telecamere Rai annunciò il suo passaggio al Perugia e si sfogò di tutto quello che aveva passato durante quella stagione, parlò del suo rapporto con la dirigenza rossoblù, di come non piaceva a Cinquini perché andava in panchina con la tuta e non con il vestito, se la prese con il dottor Nanni, poi passò al presidente e al figlio, disse che Gazzoni era un presidente senz’anima, che non conosceva la generosità e che non si presentava mai agli appuntamenti e, per finire, a telecamere spente poco prima di andarsene, buttò addosso al figlio del presidente la propria tuta. Uno sfogo bruttissimo, forse giusto, esplose la rabbia di un uomo che per troppo tempo mandò giù bocconi amari ripagando con ottimi risultati sportivi, ma comunque brutto, che fece infuriare anche i tifosi rossoblù al punto di presentarsi nel ristorante dove Gazzoni stava cenando per contestarlo.

In quella stagione il Bologna raggiunse risultati importanti, la doppia semifinale, le sessanta partite, il nono posto in classifica e la qualificazione UEFA, sarebbe dovuto andarsene in tutt’altro modo Mazzone, ma scelse questo, quello più sbagliato forse e di cui si pentì in futuro, fu davvero il modo peggiore per interrompere un rapporto seppur lavorativo, litigando, sbattendo la porta e senza bacio d’addio

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