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Sartori: «I giocatori si cercano guardando con gli occhi dell’allenatore»

Giovanni Sartori, fresco di rinnovo con il Bologna è stato premiato come miglior dirigente sportivo dall’associazione Aldini Bariviera in collaborazione con Ai.Bi

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Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909)
Giovanni Sartori (©Bologna FC 1909)

Quello del rinnovo con Giovanni Sartori è stato il vero colpo di mercato di questa sessione invernale per il Bologna. La società felsinea si è assicurata così fino al giugno 2027 quello che nelle scorse ore è stato premiato come miglior dirigente sportivo dall’associazione Aldini Bariviera in collaborazione con Ai. Bi. Premio assegnato in occasione del ventesimo torneo “Amici dei Bambini”. 

Premi che confermano, se il campo non bastasse il lavoro incredibile portato avanti da Sartori in questi anni a Bologna, sull’onda lunga di una carriera ricca di trionfi.

Le parole di Sartori

Durante la premiazione Sartori ha voluto ringraziare il suo gruppo di lavoro: «Nessuno vince da solo, ho collaboratori che lavorano con me da vent’anni. C’è una squadra che vince in campo e una che vince al di fuori. Senza i miei collaboratori non avrei mai potuto fare quello che ho fatto. Io ritiro i premi, ma il lavoro grosso lo fa chi c’è dietro». Uomo di esperienza e consapevolezza. Sui campi di tutto il mondo sguinzaglia i propri uomini per trovare profili spesso sconosciuti che dopo due stagioni diventano di primo livello agli occhi di tutta Europa.

Sartori svela anche qualche trucco del mestiere: «Quando si va a cercare un giocatore bisogna guardare con gli occhi dell’allenatore. Il base al tecnico che hai, secondo le caratteristiche che predilige indirizziamo gli osservatori. Guardiamo tecnica, forza e qualità condizionali». E’ un lavoro che passa per la consapevolezza di chi si ha in casa per poi rifletterne la filosofia calcistica nella ricerca dei profili più adatti. Certo che giocatori come Santiago Castro, preso quando ancora Italiano non sedeva sulla panchina del Bologna, vanno oltre e rappresentano, con l’intuito del Cobra rossoblù, profili di un livello tale che si possono adattare a qualsiasi allenatore. Così come lo stesso Benjamin Dominguez. Classe 2003 che dopo qualche mese di adattamento sta ora mettendo in luce quello che Sartori e la sua squadra di lavoro avevano già visto in Argentina.

Santiago Castro e Benjamin Dominguez (© Bologna FC 1909)

Santiago Castro e Benjamin Dominguez (© Bologna FC 1909)

Tra passato e futuro

Nel mondo del calcio, ma in generale di tutti i mestieri, la tecnologia e gli algoritmi sono entrati a gamba tesa sull’operato dell’uomo. Sartori però ha ancora un’idea legata al profumo del campo, dell’erbetta bagnata e di qualche pioggia gelata sui campi in giro d’Europa e per il mondo. «Algoritmi e dati? Li guardiamo, perché sono uno strumento in più, ma poi è sempre l’occhio che fa la differenza».

Con l’ausilio del progresso e non schiavo dello stesso. L’occhio del Cobra ha portato in Champions il Chievo di con le scovate dei vari Barzagli, Amauri e Perrotta. L’Atalanta è diventata grande grazie ai tantissimi talenti sconosciuti e poi rivenduti a cifre folli e anche Bologna ha trovato con Sartori l’accelerata verso le big della Seria A. Il futuro è ancora insieme e se ripetere la qualificazione in Champions sarà molto difficile per un posto in Europa i rossoblù sono piena corsa anche grazie a Sartori.

Fonte: Antonello Gioia – Stadio

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