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Bologna

Sassuolo – Bologna 1 a 1. Resistenza e sofferenza, ma la squadra c’è.

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Il derby della Via Emilia si trasforma subito nel derby della sorpresa: Schouten, l’insostituibile, si accomoda in panchina, ignote le cause, mentre il duo Dominguez – Svanberg, si impadronisce della mediana, orfana anche di Poli, ma solo per un motivo meraviglioso quale la nascita della piccola rossoblù Lavinia.

Inizio arrembante dei rossoblù, che si ricordano che oggi è il compleanno del loro condottiero ( a cui vorrebbero fare un regalo) e che di fronte hanno quel Sassuolo (a cui vorrebbero fare uno sgarbo), che, all’andata, aveva ripreso il doppio vantaggio rossoblù, segnando il goal della vittoria, con il più classico degli autogoal. Citofonare Tomiyasu.
E i corsari di Sinisa trovano il premio della loro intraprendenza al 17simo, dove la premiata coppia Barrow-Soriano confeziona un goal di rapina e destrezza, rubando un pallone in area e scaraventandolo alle spalle di Consigli.
Partita in discesa? Neanche per sogno: entrata assassina (il Var supporta in questa decisione l’arbitro La Penna) di Hickey su Muldur e rosso diretto per lo scozzese, che si accomoda sotto le docce anzitempo.
Mihajlovic corre ai ripari, con qualche minuto di ritardo, facendo entrare, al 33simo, De Silvestri sulla fascia destra e traslocando il giapponese sulla fascia sinistra. Il Sassuolo sale in cattedra e martella l’area di Skorupski, ma neanche i tre minuti di recupero sortiscono alcun effetto sul risultato, perchè il portiere polacco sul duplice fischio sfodera una parata felina, che mantiene inviolata la sua porta.
L’inizio del secondo tempo è la mera continuazione del primo: Sassuolo che aggredisce alla ricerca del pareggio e Bologna che ricorre alla resilienza. Ma dopo 7 minuti la difesa rossoblù capitola: una sfortunata deviazione di Danilo mette in moto, in piena area di rigore, Ciccio Caputo, che incrocia al volo il regalo inaspettato del centrale brasiliano e pareggia il risultato. Caputo ringrazia sentitamente: all’andata era stata una ciabattata di Palacio a metterlo in condizione di bucare Skorupski per il momentaneo 3 a 3. La partita diventa un monologo: al 60simo Traorè (entrato all’inizio del secondo tempo) lambisce il palo alla sinistra dell’estremo difensore rossoblù e pochi secondi dopo Mihajilovic manda in campo SKov Olsen, Palacio e Schouten, per Sansone, Barrow e Orsolini, arretrando così un minimo il baricentro del gioco rossoblù, rinforzando il centrocampo. 
La partita si stabilizza, la stanchezza (causata dai ritmi altissimi del primo tempo) inizia a fare compagnia ai 21 in campo e solo Skorupski ricorda ai compagni che lui non ne ha alcuna voglia di capitolare una seconda volta, respingendo plasticamente un colpo di testa del neo entrato Defrel.
La partita si spegne lentamente e un Dominguez stremato lascia spazio a dieci minuti dalla fine all’islandese Baldursson. Ma il fortino voluto dal tecnico serbo regge, anche con un certo ordine, nonostante l’inferiorità numerica, con un  Palacio generoso ma poco incisivo.
Ancora tre minuti di recupero, tre minuti di sofferenza: ma gli dei del pallone si ricordano che anche Bologna ha diritto ad un finale positivo e Skorupski decide che l’ultimo pallone neroverde debba finire fra le sue bracce. Il Bologna torna sotto le due Torri con un punto preziosissimo e con la autoconsapevolezza di essere una squadra che, anche su campi difficili, può resistere e lottare per orizzonti che non devono sempre significare un’aurea mediocritas.

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