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Savoldi: «Questo Bologna mi diverte tantissimo: i ragazzi di Motta sono organizzati ma fantasiosi»

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Lamberto e Luca Bertozzi


83 presenze con la maglia della Dea, ma soprattutto 299 partite con quella rossoblù. Se parli di Atalanta – Bologna non puoi non citare il grandissimo bomber Giuseppe Savoldi, uno che queste squadre le ha amate e vissute entrambe, per ragioni diverse. Nato a Gorlago, un piccolo comune in provincia di Bergamo, Beppe inizia la sua carriera proprio con i nerazzurri di casa, assieme ai quali arriverà a realizzare ben 22 gol in tutte le competizioni. I numeri importanti però Savoldi li raggiungerà solo con il Bologna, dal momento che concluderà la propria avventura in terra emiliana dopo ben 130 gol segnati e la consacrazione come vero numero 9.

In un’intervista al Corriere di Bologna l’ex attaccante ha commentato l’imminente sfida tra gli uomini di Motta e quelli di Gasperini, e noi l’abbiamo riassunta qui di seguito. 

Sul Bologna

Innanzitutto, nella sua analisi Beppe si sofferma sulla spettacolarità del gioco proposto da Thiago Motta, sottolineando come il Bologna sia un’eccezione nel nostro campionato: «È una  squadra che mi diverte tantissimo e nel calcio di oggi non è banale: ha organizzazione e un possesso palla che non è solo utilitaristico, con quel lungo giro palla da destra a sinistra senza mai guardare avanti. Il gioco del calcio è andare là davanti a fare gol: ora rischiano in pochi e non c’è più fantasia, il Bologna lo fa». Questa creatività però, che comunque è libera di emergere in un contesto perfettamente organizzato, secondo Savoldi esiste anche grazie alla mentalità dell’ambiente rossoblù: «È in tutto il gruppo: una fantasia che riesce ad esprimere producendo un gioco piacevole, ben distribuito. Ho sentito Motta dire che lui dà indicazioni ma in campo il giocatore ha la sua libertà all’interno dell’organizzazione: è una considerazione che sposo in pieno, il tecnico dà input, ma la giocata la sceglie il giocatore. Finalmente sento un allenatore parlare così». 

Su Zirkzee e Sartori

Parlando di estro creativo, il grandissimo ex-centravanti italiano esprime il proprio giudizio anche su uno degli artisti di questa squadra, Joshua Zirkzee: «Si dice sia atipico, io un centravanti come Zirkzee non l’ho mai visto: fa la punta, l’esterno, il centrocampista, ha tantissima qualità. Capita la partita in cui sbaglia qualche passaggio di troppo ma si muove, svaria, lavora, è piacevole guardarlo giocare esteticamente: piace a tutti». Inoltre, parlando della sfida di questa domenica contro la Dea Beppe individua un altro grande protagonista della stagione del Bologna, artefice anche del grande cammino degli scorsi anni dell’Atalanta: «Il Bologna sta vivendo un anno bellissimo e non è un caso che avvenga con Sartori, che qui a Bergamo e prima ancora al Chievo ha fatto grandi cose. In un calcio pieno di venditori di fumo dotarsi di un dirigente capace come ha fatto il Bologna è decisivo. La storia parla per Sartori, ha portato mentalità e idee, se sarà ascoltato i rossoblù potranno seguire la scia dell’Atalanta. Non è semplice: a Bergamo grazie al vivaio c’erano sempre tanti calciatori importanti in giro per l’Italia e questo ha permesso di trattenere a lungo i giocatori forti, senza il bisogno di fare cassa e investendo su elementi già pronti. Ma se un club ha gli uomini giusti ed esperti al posto giusto sa di poter fare cose importanti. E magari, anche sognare la Champions».

Lo scontro diretto e l’arma “segreta” dell’Atalanta

Infine, Savoldi si concede prima un po’ di scaramanzia in risposta alla domanda sul quarto posto valevole per l’Europa che conta: «Possono arrivarci entrambe, nonostante i tanti impegni che attendono Gasperini e i suoi. Non lo dico perché sono bergamasco e ho giocato otto anni a Bologna, quindi sento dentro le emozioni di questa stagione dei rossoblù». E poi, per concludere, Beppe mette in guardia i ragazzi di Thiago Motta sul cliente più scomodo dei nerazzurri: «Ederson. L’altro giorno mi hanno chiesto chi assomiglia a Bulgarelli nel calcio di oggi e ho citato proprio lui: è un centrocampista moderno, fisico, che sa fare tutto, anche Giacomo era così. Infatti so che è richiestissimo: non so quanto resterà a Bergamo»

 

 

Fonte: Alessandro Mossini, Il Corriere di Bologna 

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