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Serie A, la UEFA dice no ai playoff
Si prospetta di non facile soluzione la discussione europea sulla riorganizzazione dei calendari europei in vista della eventuale ripresa e conclusione della stagione calcistica. All’indomani della riunione nella quale la UEFA insieme alle sue 55 federazioni affiliate hanno rinviato l’Europeo al 2021, emergono i dettagli della discussione tra gli stakeholders dell’organismo continentale.
Il problema più importante da risolvere è la conclusione delle Coppe Europee. Il presidente della UEFA Ceferin sembra deciso a voler dare precedenza alla finalizzazione delle due competizioni europee, anche a fronte di alcuni cambiamenti nel formato. Una questione che complica non poco i piani delle varie leghe nazionali.
Con la ripresa annunciata a maggio, l’inserimento in calendario delle partite mancanti di Champions League ed Europa League complicherebbe la collocazione delle partite di campionato rimaste da giocare. In particolare, la Serie A si troverebbe in una situazione di difficoltà essendo il campionato nel quale ci sono più partite ancora da giocare per portare a termine la stagione.
In mezzo a tutti questi impegni ci sarebbe anche una sosta per le Nazionali, che dovrebbe essere svolta secondo i piani di Ceferin a inizio giugno, poiché avranno luogo i playoff validi per gli ultimi 4 posti al prossimo Campionato Europeo. I playoff, inizialmente previsti nella pausa per le Nazionali a cavallo tra marzo e aprile, sono stati rinviati e con l’inizio della Nations League in vista di Qatar 2022 il prossimo settembre, sembra difficile trovare una collocazione a questi impegni oltre giugno.
La priorità ha dunque spinto alcune leghe a chiedere la possibilità di concludere i campionati e assegnare i titoli nazionali attraverso il meccanismo dei playoff. L’obbiettivo è quello di avere criterio univoco per l’assegnazione dei vari trofei, garantire alle televisioni lo spettacolo del campo e snellire il calendario. La risposta della UEFA è stata però negativa.
Un rebus sulle date che potrebbe avere gravi ripercussioni sulle singole leghe, le quali spingono per terminare i loro campionati ed evitare i danni economici derivanti dai mancati introiti dei diritti tv e mettere a rischio il futuro di tanti club.
Fonte: La Repubblica/CalcioFinanza
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