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Simmetrie – Nicola Sansone e Roberto Soriano

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Coincidenza [co-in-ci-dèn-za] s.f.: combinazione di fatti, circostanze spesso casuali. Già, casuali. Perché se mai qualcuno volesse a tutti i costi ricercare un principio razionale alla base della concatenazione delle vite di Sansone e Soriano, finirebbe per accorgersi di aver perso del gran tempo. Gli elementi in comune sono diversi fin dalla nascita: anno (1991), paese (Germania) ed origini (campane) sono infatti le stesse.

Nicola Sansone nasce a Monaco di Baviera da padre salernitano (precisamente di Novi Velia) e madre bavarese. Già da piccolo si sente però italiano al 100%; emblematico in questo senso l’aneddoto da lui raccontato secondo cui, dopo la vittoria azzurra al mondiale di Germania del 2006, si presentò a scuola avvolto da una bandiera tricolore, sbeffeggiando tutti i suoi compagni di classe.

Roberto Soriano nasce invece a Darmstadt da genitori irpini (di Sperone). Terzo di tre figli, frequenta scuole ed amici tedeschi ma anche lui, esattamente come Nicola, si sente fin da subito italiano. Come spiegherà in un’intervista infatti, la cultura del Bel paese è sempre rimasta identitaria in famiglia, al punto che tra le pareti di casa “si mangiavano piatti italiani e si ascoltava musica italiana”.

Gli inizi

L’incontro con il calcio rappresenta per entrambi un vero e proprio colpo di fulmine. Nicola cresce con il mito di Baggio, mentre Roberto, sotto l’influenza di papà Antonio, trova il suo idolo in Maradona. Sansone muove i primi passi nel Neuperlach: all’età di otto anni tenta un provino con il Monaco 1860, finendo per essere scartato a causa della sua bassa statura; ma soltanto due anni più tardi riuscirà a stregare l’altra società di Monaco – il Bayern – che deciderà di aggregarlo alle proprie giovanili.

Soriano, nel frattempo, decide di seguire le orme del fratello Elia (tutt’ora calciatore) ed inizia a giocare nel settore giovanile dell’SV Darmstadt, squadra della città. 

Il primo incontro 

Roberto sembra avere qualcosa in più degli altri; il ragazzo ha talento ed in famiglia non tardano ad accorgersene. Non tarda ad accorgersene nemmeno la dirigenza del Bayern Monaco che – dopo averlo fatto visionare attentamente – nel 2006 decide di portarselo in Baviera. Inizia qui la curiosa storia di Sansone e Soriano.

I due si cercano e si trovano, anche fuori dal campo. Stringono immediatamente un ottimo rapporto, costruito sulla base dei numerosi elementi in comune e su di una stima reciproca tutt’altro che scontata (più tardi Sansone dirà che Alaba, Soriano e Contento sono i calciatori più forti con cui abbia mai giocato). Il loro legame viene definitivamente saldato dall’esperienza nella nazionale giovanile.

Durante una delle sue notti insonni passate a scovare talenti arruolabili per i suoi azzurri U17, Luca Gotti -attuale allenatore dell’Udinese e storico vice di Donadoni- si imbatte nella rappresentativa giovanile del Bayern Monaco. A dire il vero, l’osservato speciale sarebbe Diego Contento; ma una volta accortosi dei due italo-tedeschi, Gotti ne rimane sorprendentemente affascinato ed inizia a visionarli personalmente: bastano poche partite per convincere il tecnico veneto ad inserire entrambi nella lista dei convocati. Da quel momento in poi, Roberto e Nicola si renderanno protagonisti di una scalata che li farà arrivare in breve tempo fino all’U21.

La separazione

Le grandi prestazioni confezionate sia con i Die Roten sia in maglia azzurra non passano inosservate. Sansone, forte dei 21 gol nelle 30 presenze disputate nel Bayern U19, viene aggregato in pianta stabile alla seconda squadra. Grazie alle qualità mostrate in campo, gli viene spesso concesso il privilegio di allenarsi con i titolari; occasione perfetta per studiare da vicino Ribery, vero e proprio punto di riferimento tecnico, tattico e caratteriale.

Anche Soriano gode di grande considerazione all’interno dell’ambiente. Tuttavia, all’età di 18 anni, il centrocampista italiano inizia a sentire il richiamo della madrepatria: su di lui piomba il tandem Marotta-Paratici, che nel gennaio 2009 decide di portarlo a Genova sponda Sampdoria. Il primo anno e mezzo in Italia scivola tra la Primavera blucerchiata ed un prestito in Serie B all’Empoli, che gli permette di affacciarsi per la prima volta al calcio professionistico.

A fronte dell’inspiegabile retrocessione della Sampdoria (capace di passare dai preliminari di Champions al baratro in nove mesi), Soriano rientra dal prestito e trascorre anche l’anno successivo nella serie cadetta. Qui ritrova come avversario l’amico Sansone, acquistato dal Parma e girato immediatamente in prestito al Crotone. Mentre il primo fatica a scalare le gerarchie del centrocampo doriano, il secondo disputa un’ottima stagione collezionando 36 presenze e 6 gol, di cui uno al Bologna in Coppa Italia.

Nella stagione successiva (2012-13) si aprono per entrambi le porte della bramata Serie A. La Sampdoria infatti riconquista subito la massima serie ed il Parma, viste le capacità di Sansone, lo fa rientrare alla base con l’intenzione di puntare su di lui. I ducali sono allenati da Roberto Donadoni, che come vice sceglie proprio Luca Gotti; la presenza di quest’ultimo spalanca un’autostrada al bavarese, che trova l’ambiente ideale per mettere in mostra tutto il suo potenziale. Non a caso, la stagione si rivela un successo: Nicola scende in campo 26 volte mettendo a referto ben 6 gol e 3 assist, costruendosi la fama di ammazza-grandi (segna a Inter, Juve, Milan e Napoli).

Il 2013-2014 è invece l’anno di Soriano. L’avvento di Sinisa Mihajlovic sulla panchina blucerchiata segna infatti una svolta nella carriera del centrocampista italo-tedesco. Il tecnico serbo, intravedendone le grandi doti, decide di utilizzarlo come incursore centrale nel suo 4-2-3-1. L’intuizione di Sinisa, azzeccatissima, permette a Roberto di trovare la sua dimensione, conquistando un posto da titolare che gli varrà anche la chiamata di Antonio Conte con la Nazionale maggiore.

Convocazione che – un anno più tardi – arriverà anche per Sansone. Trasferitosi a Sassuolo nel gennaio 2014, in quasi tre stagioni l’ala sinistra raccoglie 89 gettoni impreziositi da 20 gol e 15 assist, portando i neroverdi addirittura in Europa League. Dinanzi a tale continuità di rendimento, cominciano ad essere parecchi i grandi club a bussare alla porta di Nicola e Roberto. Quello che i due non sanno però, è che il destino vuol vedere i suoi prescelti crescere ancora insieme.

Il ricongiungimento 

Nell’agosto del 2016 si concretizza dunque l’inaspettato ricongiungimento. Nel giro di una settimana il Villarreal ufficializza Soriano prima e Sansone poi, sborsando complessivamente una cifra attorno ai 30 milioni di euro.

Soldi ben spesi, a giudicare dall’impatto devastante sul campionato spagnolo: i due si conoscono, si cercano, si trovano, regalano spettacolo. Il primo boato stagionale del Madrigal arriva proprio grazie al tandem italo-tedesco; Soriano riceve sulla tre quarti, finta la conclusione e serve un comodo assist per la finalizzazione di Sansone. Quest’ultimo si ripeterà poi qualche minuto più tardi con un gol senza senso da 40 metri, facendo letteralmente impazzire di gioia i sostenitori degli amarillos

La prima stagione si conclude in modo estremamente positivo: insieme totalizzano 18 gol ed 11 assist, trascinando il Villarreal al 5° posto in classifica. Tutto lascia presagire che i due possano ripetersi o addirittura migliorarsi nell’annata successiva. Invece – complice il cambio di guida tecnica – Nicola e Roberto vengono inspiegabilmente relegati ai margini della rosa. Il tandem italo-tedesco non rientra nei piani di Mister Calleja, che li invita implicitamente a cambiare aria. Cosa che avviene tra il 2018 ed il 2019. 

Mentre Sansone – vittima di problemi muscolari – opta per rimanere e recuperare completamente dagli infortuni, Soriano tenta il rilancio accasandosi a Torino. L’esperienza in maglia granata si rivela però fallimentare; il feeling con Mazzarri non scatta, e dopo soli 6 mesi Roberto torna in Spagna.

La nuova vita a Bologna

Nel gennaio 2019 arriva l’occasione perfetta: il Bologna di Pippo Inzaghi vede in Nicola e Roberto i profili ideali per rinforzarsi ed allontanare il più possibile lo spauracchio retrocessione, palesatosi in virtù di un inizio di stagione disastroso. I due non se lo fanno di certo ripetere ed accettano; Bologna, si sa, è da sempre la piazza ideale in cui riscattarsi.

Il primo mese non va come previsto. Nonostante gli innesti, i felsinei non riescono a risalire la china, arrivando addirittura a perdere in casa per 4-0 lo scontro diretto contro il neopromosso Frosinone. La sconfitta costa la panchina ad Inzaghi, che viene sostituito da Mihajlovic. Il resto è praticamente storia. Soriano ritrova il suo mentore e torna a ricoprire il ruolo di incursore centrale nel 4-2-3-1; Sansone invece può finalmente esprimersi nel suo ruolo naturale (largo a sinistra nei tre), sfruttando un sistema di gioco in grado di lasciargli diverse libertà. Il tandem italo-tedesco recupera velocemente il vecchio smalto, ricominciando a regalare gol e giocate. Il primo, liberatorio, gol di Soriano in maglia rossoblù arriva proprio a termine di un’azione personale di Sansone, che a distanza di due anni ricambierà così il favore del compagno al Madrigal. I due prendono per mano il Bologna, conducendolo non solo alla salvezza anticipata, ma addirittura al 10° posto

Nicola e Roberto in breve tempo conquistano tifosi e società, tanto da guadagnarsi l’immediato riscatto del cartellino in estate. Oggi sono entrambi due giocatori indispensabili per Sinisa Mihajlovic.

Bologna rappresenta al momento l’ultimo capitolo della favola di Sansone e Soriano. Una storia fatta di intrecci, combinazioni, coincidenze. Vite parallele con un destino comune. Il finale è però ancora tutto da scrivere: e noi speriamo che possa essere esplosivo con questi colori.

 

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