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Bologna FC

Sotto la Curva Ospite: “Mario Petillo”

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Grazie Mario per la disponibilità dell’intervista. Come giudichi il cammino della Samp fino a questo punto della stagione?

Grazie a voi.  La Sampdoria dall’arrivo di Delio Rossi aveva fatto ben sperare tutti i tifosi: dopo il filotto di vittorie in chiave salvezza e il pareggio di Napoli la squadra blucerchiata sembrava potesse venire subito dopo squadre come l’Udinese, in classifica. Poi forse i giocatori si sono adagiati e dopo la sconfitta col Cagliari qualcosa è andato storto. Un percorso troppo altalenante.

 


Dopo l’esonero di Ciro Ferrara è arrivato Delio Rossi, un vero maestro ed esperto di calcio. Da quel momento si è visto un salto di qualitá della squadra. Cosa è mancato ad inizio stagione a tuo avviso?

I giocatori hanno ribadito più volte, e faccio loro eco, che Rossi ha portato più organizzazione alla squadra e alla manovra. Inoltre ho avuto modo di vedere molta più aggressività in campo, anche grazie agli interpreti scelti dal tecnico. Maresca è oramai quasi totalmente escluso dalla formazione titolare a favore di maggior compattezza fisica, così come De Silvestri è diventato un pilastro sulla fascia destra di fondamentale necessità. Accortezze e aggiustamenti che ci permettono di vedere un calcio che ha anche portato maggior soddisfazione contro le grandi. Ferrara sembrava non aver trovato il bandolo della matassa e si affidava a troppi individualismi, vedi Maresca e un Maxi Lopez ben diverso da quello attuale.


I “gioiellini” Icardi e Poli paiono destinati a importanti palcoscenici la prossima stagione, rispettivamente Inter e Juventus. Come pensi si muoverà la Samp per sopperire a queste importanti assenze?

La cessione di Icardi, che porterà un buon tesoretto alla Sampdoria, richiede un intervento sul mercato importante. Il ritorno di Zaza alla base – nemmeno troppo scontato – potrebbe essere un punto di partenza, ma serve anche puntare su un giocatore affermato. Resta da valutare Maxi Lopez, che ha un costo di riscatto alto e che non è stato fortunato nella seconda metà di stagione. Per Poli, invece, predico calma: non è ancora deciso il suo futuro e un altro passo falso come con l’Inter è da evitare.


Lo scorso 21 gennaio è venuto a mancare il Presidente Riccardo Garrone, un vero e proprio gentleman, una mosca bianca in questo calcio attuale. Raccontaci un tuo personale ricordo..

Non avendo potuto godere il momento di Mantovani – avevo appena due anni alla sua morte – Garrone è stato il mio primo presidente. Mi ha regalato gioie come la Champions League, anche se solo nei Preliminari, la finale di Coppa Italia persa con la Lazio, una retrocessione e un’immediata promozione. Alti e bassi. Mi ha anche regalato Cassano: il mio momento calcistico più alto del recente passato. Lo stesso litigio con l’attaccante può essere usato come esempio: Garrone era un signore, chiedeva rispetto e aveva aperto il cuore a Cassano. Si sentì tradito da un figlio in quel momento: aveva creato un rapporto che forse nessun altro presidente avrebbe saputo fare.


Qual è stato il momento più bello “vissuto” coi blucerchiati e quello più triste?

Di felici ne ho avuti tanti perché avendo un animo romantico di base tendo a ottimizzare tutto ciò che accade. Però il più bello è stato sicuramente nella trasferta tedesca: il Preliminare di Champions League. Ero in Germania all’andata, anche se non a Brema, e sentivo i tedeschi ridacchiare dopo la sconfitta della Samp: fa parte del gioco e in quel momento pensai che in Europa, nonostante tutto, si tornava a parlare dei blucerchiati. Era una conquista. Poi quando al ritorno mancavano pochi secondi al passaggio del turno l’euforia è stata tantissima. Però ci furono troppi errori nella gestione di quei 180 minuti: in campo, fuori, nei mesi prima, in tante cose. Il più triste sicuramente il caso Cassano, in toto. Ho fatto fatica a vederlo con la maglia del Milan e faccio fatica ancora oggi a vederlo con quella dell’Inter. Sono il primo a sperare in un suo ritorno alla Sampdoria: per lui dovrebbe esserci sempre spazio.


Domenica scorsa il “derby della lanterna” si è concluso in parità.

Una partita che non ha lasciato soddisfazioni a nessuna delle due squadre. Il Genoa continua a rischiare, rimanendo in zona retrocessione, mentre la Sampdoria dimostra le difficoltà in fase realizzativa: l’ultima rete su azione risale alla sfida col Parma. Inoltre i blucerchiati escono con Costa squalificato per domenica e Krsticic che probabilmente non tornerà in campo prima della fine della stagione. Un derby troppo ansioso e con troppa tensione che non ha saputo regalare lo spettacolo che una partita del genere dovrebbe dare. Paradossalmente all’andata era andata meglio.


Bologna-Samp alle porte, che gara ti aspetti?

Classifica alla mano il Bologna oramai non dovrebbe temere più nulla, ma comunque mi auguro di vedere una partita intensa e di sostanza con due squadre che si battono per i tre punti senza dietrologie. La Samp non vince fuori dal Ferraris dalla gara con la Juventus dell’Epifania e penso che difficilmente invertirà la rotta al Dall’Ara: forse un pareggio alla fine sarà il risultato più giusto.


Sei il direttore di Sampnews24, uno dei siti sampdoriani più attivi. Parlaci della sua nascita, di cosa tratta, delle sue peculiaritá e del ruolo tuo e dei tuoi collaboratori.

L’idea nasce agli inizi del 2012, quando ritenevo fondamentale dare un punto di ritrovo, giornalisticamente parlando, a tutti i sampdoriani. Chi era già attivo sul web offriva approfondimenti di spessore, come RealSamp di Matteo Politanò, ma mancava un punto di ritrovo che si configurasse come vera testata giornalistica. Ho avuto la fortuna di trovare un editore disponibile e lungimirante e la sera stessa della vittoria dei playoff il progetto ha preso piede. Oltre ad avere inviati a Bogliasco per gli allenamenti, approfondimenti, una squadra attiva sia sulle interviste che nelle indiscrezioni di mercato, offriamo una copertura che va dalla rassegna stampa del mattino fino al riportare le parole di eventuali ospiti nelle trasmissioni serali. Inoltre abbiamo anche un commento tecnico a disposizione per analizzare la partita dal punto tattico grazie a un allenatore padovano, Davide Piasentini, che è indubbiamente un valore aggiunto. Il mio ruolo è quello di coordinare l’intera redazione: sfruttando l’esperienza accumulata negli anni sto facendo del mio meglio per istruire l’intera squadra e rendere il nostro prodotto sempre più performante e in linea con le richieste dei tifosi. Da me partono le proposte per gli approfondimenti, le indicazioni per, come si suol dire, battere le piste di mercato e scovare notizie, ma per fortuna anche i miei collaboratori, passando del tempo con me, stanno imparando a muoversi da loro. La mia soddisfazione sta nel crescere e nel migliorarsi.


Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ho alcune iniziative da sviluppare con SampNews24 che per ora sto tenendo per me e il mio editore: al momento opportuno avremo modo di parlarne. Presto, invece, dovrebbe essere pronto un libro commissionatomi da una casa editrice, la Panoptikon, nel quale verrà approfondita una particolare storia legata all’ambiente della Sampdoria, sponda Indonesia.


Dulcis in fundo, qual è stata l’intervista che più ti ha emozionato fare?

L’intervista a Eugenio Corini. Essendo relativamente giovane non annovero un grande palmares di interviste, ma indubbiamente parlare con Corini è stato un momento davvero indimenticabile: circa nove anni fa, quando avevo appena 13 anni, ero un provetto schermidore per nulla inserito nell’ambiente calcistico. Però guardare quel numero 5 del Chievo Verona mi riempiva il cuore di gioia e la domenica pomeriggio 90° minuto era un appuntamento fisso solo per scoprire se Il Genio era andato in gol. Mi ha introdotto nell’ambiente, insomma, pur non sapendolo. Prima di Corini guardavo il calcio solo per Zidane, per rendere l’idea. L’ho incontrato per la prima volta al Bentegodi, alla sua prima gara a Verona da allenatore, e poi al Ferraris, dove ho potuto intervistarlo. Mi sono rivisto dieci anni indietro. Del mio lavoro amo principalmente questo: le storie dietro le quinte, quello che non tutti vedono.

Valentina Cristiani


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