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Speciale Mondo Primavera: La Top-5 dei baby rossoblù – 30 mag

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C’è una regola non scritta che chiunque si appresti a raccontare l’articolato mondo dei settori giovanili non dovrebbe mai perdere di vista: esistono criteri di valutazione di gran lunga più importanti delle fredde statistiche.

Prendiamo come esempio la stagione ’14-’15 disputata dalla Primavera del Bologna. Una stagione che i numeri definiscono tutt’altro che esaltante: le tredici sconfitte maturate in ventisei gare (50%), le trentatré reti subite a fronte delle sole venticinque realizzare (meno di un centro a partita) ed un girone di ritorno caratterizzato da una media punti non proprio invidiabile (0,76) hanno fruttato ai baby rossoblù un anonimo nono posto che peggiora di due gradini la settima piazza conquistata nello scorso campionato. Ma se il cosmo in cui gravitano i professionisti prevede che i tre punti valgano bene una prestazione incolore o novanta minuti di pura speculazione agonistica, a livello giovanile il meccanismo si ribalta. E per fortuna, aggiungiamo noi.

L’obiettivo primario del vivaio di una società sportiva è quello di allevare giovani talenti al fine di ottenere dalla loro eventuale esplosione un guadagno tecnico o un ritorno economico. I numeri, quando si sforna un Bonazzoli, un Rugani, un Romagnoli o un Cataldi (giusto per fare i nomi più “verdi” tra quelli in auge nel nostro massimo campionato) contano fino ad un certo punto. Lo sa bene mister Leonardo Colucci, che oltre a ribadire il concetto dal suo primo giorno alla guida della Primavera rossoblù lo ha anche saputo mettere in pratica. La crescita (in certi casi esponenziale) di molti dei suoi ragazzi ne fornisce la dimostrazione, così come eloquenti risultano le convocazioni tra i “grandi” meritate dai vari Calabrese, Scalini e Sarr, che sognano di ripercorrere le orme di Alex Ferrari e di Adam Masina, ex colonne della Primavera felsinea e oggi testimoni dell’importanza di un progetto giovani valido e non ossessivamente legato al punteggio indicato dai tabelloni sopra al rettangolo verde.

É sotto gli occhi di tutti l’exploit di cui si sono resi protagonisti alcuni elementi del Bologna Primavera nel corso della regular season da poco conclusa. Ecco la Top-5 dei baby rossoblù più promettenti secondo la redazione di 1000cuorirossoblu,elencati in rigoroso ordine alfabetico.

 

Antonio Calabrese

Qualche mese di appannamento può capitare a tutti, anche a mister dieci gol in dodici partite, la cui seconda metà di stagione non al top (ma il linea con l’andamento della stragrande maggioranza dei suoi compagni) non può cancellare quanto fatto di buono nell’anno solare 2014. Calabrese è una prima punta atipica, un attaccante di movimento che non rinuncia a dare manforte al centrocampo. La sua stazza non propriamente da gladiatore è ampiamente compensata dalla rapidità e da un’innata capacità di farsi trovare nel punto giusto al momento giusto. Nel mese di marzo il bomber di Castel San Pietro è stato premiato con tre panchine in Serie B.

 

Diego Di Cecco

Per continuità di rendimento meriterebbe il gradino più alto del podio. Diego ha in corpo caparbietà e ossigeno da vendere, e già questo basterebbe per giustificare una sua presenza da titolare in tutte le partite di una stagione, amichevoli comprese. Peccato che il terzino destro classe ’96 non si limiti a questo, ma abbini tali doti ad una tecnica di base che si addice più ad un’ala da tridente offensivo che ad un laterale di difesa. Per lui, diciannove presenze mai banali tra campionato, Coppa Italia e Viareggio Cup, tutte caratterizzate da una costante: le instancabili sgroppate sulla corsia di competenza (quella di destra) che hanno messo in risalto l’efficacia in progressione, l’esplosività nello stretto e l’intelligenza tattica di questo brevilineo talento, preziosissimo anche in fase di non possesso. Il suo è un bagaglio tecnico importante che, ne siamo certi, in futuro potremo apprezzare in ben altre categorie.

 

Marco Maini

Dopo la parentesi ad Ancona (Lega Pro) riecco il capitano. Centrale difensivo classe ’95, Maini è l’unico esponente della rosa (ad eccezione di Alex Ferrari) ad aver fatto parte della Primavera che sotto la guida di Francesco Baldini poteva annoverare giovani promesse del calibro di Palomeque, Stojanović, Capello, Benatti e Veratti. Nelle tredici presenze disputate in campionato tra gennaio e maggio, Marco ha ribadito tutte le sue doti tecniche e temperamentali unite a quel feeling con il gol di cui ci aveva già abituato nelle passate stagioni. É senz’altro pronto per una nuova (e ci auguriamo più fortunata) esperienza nel calcio che conta.

 

Mouhmadou Fallou Sarr

É il degno erede di Matteo Malagoli. Come era solito fare nella passata stagione il talentuoso collega di reparto nonché pupillo di Gianluca Pagliuca, anche lui ha spesso tolto le castagne dal fuoco ai compagni della retroguardia. In campionato Sarr ha difeso la porta del Bologna sedici volte, lasciandola inviolata in sette occasioni. La sua sicurezza tra i pali mista ad un’agilità felina e ad una reattività fuori dal comune gli hanno consentito di subentrare meritatamente a Stojanović come terzo portiere della Prima Squadra. Un inizio niente male per un neo diciottenne al primo anno nella categoria.

 

Nicolò Scalini

É nato a Castel San Pietro come Calabrese e come lui vanta una manciata di panchine in Serie B ma, a differenza del compagno di squadra, Nicolò ha conosciuto il sapore dell’esordio tra i grandi scendendo in campo (seppur per pochi secondi) nella vittoriosa trasferta di Latina del 12 ottobre. Mancino naturale, classe 1995, il tecnico centrocampista ha disputato una prima parte di stagione da vero e proprio faro della squadra, e non è un caso che il calo di redimento di quest’ultima abbia coinciso con l’insorgere dei problemi fisici del suo metronomo. Con Scalini in cabina di regia la geometria sale al potere: lanci millimetrici, deliziosi filtranti e calci di punizione al veleno e sono solo alcuni dei colpi che arricchiscono il suo invidiabile repertorio.

Non centrano la Top-5 ma meritano comunque una menzione speciale l’attaccante esterno Simone Golia (’96), le mezzali Isuf Cela (’96) e Leonardo Guerra (’96), il centrale di difesa Gianmarco Antonello (’96) e il polivalente Luca Camorani (’96), ai quali si aggiungono i giovanissimi Aaron Mattia Tabacchi e Vincenzo Silvestro (entrambi ’98), punti fermi degli Allievi Nazionali ma già pronti a fare faville nel prossimo Campionato Primavera.

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