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Speciale Mondo Primavera: Marciano Matodashaj, il baby Fabregas d’Albania – 13 mar

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Quando hai diciotto anni, la vita altro non può essere che una lunga rampa di lancio orientabile verso mille possibili traguardi, che coraggio, determinazione e fortuna contribuiscono a farti centrare. Di questi traguardi, alcuni, nell’immaginario di un giovane, appaiono sempre più luminosi di altri; si tratta dei classici sogni nel cassetto, che la verde età richiede con voracità ed in maniera quasi teleologica. É appurato che tutti i ragazzi, a diciotto anni, vivono di sogni. Non sono in molti, tuttavia, coloro che, per conseguirli, sono disposti a sacrificare qualcosa di più di una manciata di ore del proprio tempo libero o di qualche stilla di sudore. Marciano appartiene di diritto a quest’ultima categoria.

Lui è un ragazzo albanese non ancora diciottenne, vive in Italia quasi da sempre e sogna di diventare un grande calciatore. Ci racconta la sua storia, i suoi progetti, le sue ambizioni, per le quali, a dispetto della tenera età, ha già dimostrato di sapersi sacrificare.

 

Marciano, parlaci un po’ di te e dei tuoi esordi come giovane promessa.

Mi chiamo Marciano Matodashaj e sono nato il 16 settembre 1996 a Valona, in Albania. All’età di due anni i sono trasferito con la mia famiglia in Puglia, dove ho subito cominciato a giocare a calcio. É stato mio zio a trasmettermi la passione per questo sport.

La mia prima squadra è stata l’Agon Club Altamura, poi, all’inizio di questa stagione, mi sono trasferito al Real Tolve, in Eccellenza. A gennaio è arrivata la chiamata de L’Aquila Calcio, squadra di Lega Pro.

 

Stop! Raccontaci nel dettaglio quest’ultimo passaggio.

Dovevo firmare con la Reggiana, infatti mi sono allenato per due settimane a Reggio Emilia. Poi c’è stata la possibilità di trasferirmi a L’Aquila, una piazza importante, e io l’ho colta al volo. Al momento milito nella formazione Berretti e non ho ancora esordito con la Prima Squadra.

 

Come sta procedendo la stagione?

La squadra ha avuto delle difficoltà nella prima parte della stagione, ma a gennaio ha cambiato molto ed ora ci stiamo riprendendo. La Prima Squadra, invece, sta andando alla grande nel Gruppo B della Lega Pro Prima Divisione.

 

Quando hai cominciato a capire che il calcio per te si sarebbe potuto trasformare in qualcosa di più di una semplice passione?

Ero molto giovane, avrò avuto sei o sette anni. In quel periodo venivano a visionarmi già diverse squadre. A quel punto ho capito che, forse, quella poteva diventare la mia strada.

 

Quali sono le tue caratteristiche in campo?

Sono un centrocampista centrale dotato di buona visione di gioco, tecnica e rapidità. Il mio piede preferito è il destro.

 

Hai un modello calcistico a cui ti ispiri?

Nel mio ruolo mi piace molto Cesc Fabregas, ma è Cristiano Ronaldo il campione che ammiro di più in assoluto.

 

Che genere di sacrifici deve sopportare un ragazzo che, come te, sogna di fare strada nel mondo del calcio?

Ogni ragazzo che intraprende questo percorso deve mettere in conto di allenarsi duramente tutti i giorni, dando sempre il massimo. Non bisogna nemmeno trascurare la scuola, perché non si sa mai cosa può accadere. Io, poi, devo anche stare lontano dalla mia famiglia, cosa che non è mai piacevole.

 

I tuoi genitori sono rimasti in Puglia? É da molto che non li vedi?

Sì, loro sono rimasti a Bari. Al momento non ci vediamo da due mesi. Il sacrificio, comunque, non c’è solo da parte mia; anche per loro non è facile.

 

Ti va di parlarci del Marciano che c’è oltre il pallone?

Certo.

 

Che tipo sei?

Sono un ragazzo tranquillo, che, come tutti,  ama scherzare e divertirsi con gli amici.

 

Hai degli hobby?

Mi piace molto il basket ed in particolare l’NBA.

 

Film preferito?

“Goal!”, che racconta la storia di un ragazzo che riesce a sfondare nel mondo del calcio.

 

Piatto preferito?

La parmigiana di melanzane…Quella preparata da mia madre, ovviamente!

 

Vacanza ideale?

 Con la mia famiglia in Spagna, che è un paese che adoro.

 

Com’è la tua terra d’origine? Ci torni mai?

Valona è fantastica: c’è il mare e la gente è solare e disponibile. E poi lì ho tutti i miei parenti, a cui sono molto legato e che anche da lontano mi fanno sentire tutto il loro appoggio. Tornare in Albania è sempre un piacere per me.

 

Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per questa stagione e quali, invece, i tuoi sogni per il futuro?

Per quanto riguarda l’immediato, mi piacerebbe esordire in Prima Squadra e ricevere la convocazione dell’Under 18 albanese. Per il futuro, invece, il mio sogno è la Nazionale maggiore e, magari, la chiamata da parte di una big.

 

Vuoi servirti di questo spazio per ringraziare qualcuno in particolare?

Vorrei ringraziare il mister del Tolve Leonardo Denora, il mio procuratore, che mi sta seguendo molto, e Ale Zanini, che ha sempre creduto in me; è anche merito loro se oggi sono tra i professionisti.

 

Passiamo dal rossoblù della divisa de L’Aquila Calcio a quello del Bologna. Sappiamo che, non molto tempo fa, sei stato vicino al trasferimento sotto le Torri…

É vero. La scorsa primavera sono stato accostato al Bologna, ma poi non si è fatto più nulla. Non nascondo che un giorno mi piacerebbe giocare nel Bologna, magari insieme al mio amico Marco Vitellaro!

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