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Stadio – Bologna, l’Arnautovic che mancava

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Marko Arnautovic ha cominciato a suonare il suo spartito. È successo domenica, a Lignano, quando dopo un breve momento di difficoltà dei rossoblù, non a caso in svantaggio, la lettura tattica del gioco di Marko ha permesso al Bologna di guadagnare campo, prendere in mano le redini del gioco e ribaltare lo svantaggio firmato Pellegrini.

MOVIMENTI – Sul campo Arnautovic ha vissuto i primi 10’ della contesa contro i friulani ad osservare la squadra in difficoltà. Nessun pallone giocabile transitava dalle sue parti, la squadra subiva l’aggressività dei neroverdi e serviva dunque una mossa molto semplice che scompaginasse il corso della gara. Così Arna ha deciso di abbassare il proprio raggio d’azione: l’ultimo quarto di campo era troppo limitante. Venti metri più indietro, dove Marko avesse la possibilità di essere nel fulcro del gioco rossoblù per aiutare i compagni nella costruzione della manovra, togliere punti di riferimento ai centrali avversari e liberarsi dalla marcatura. Una mossa che sarà sicuramente stata apprezzata da Sinisa Mihajlovic che questi movimenti, questa intelligenza tattica, questa capacità di leggere il gioco coniugata al fiuto del gol la cercava da due anni. Due anni nei quali comunque ha potuto contare su Rodrigo Palacio, splendido interprete del ruolo di centravanti di manovra, ma fin troppo maturo per essere sempre (o quasi) presente all’appuntamento col gol. Insomma, si può dire che Marko Arnautovic è il prototipo di ciò che cercava Miha per il suo Bologna.

LEADER – La mossa per migliorare la sua squadra era ben nota a tutti. Fin da quando due anni fa Sinisa ha cominciato a corteggiare Zlatan Ibrahimovic. Il suo amico svedese aveva alla fine scelto il Milan, ma l’intuito di Mihajlovic non aveva sbagliato: lo svedese aveva cambiato il Milan con la sua leadership, la sua intelligenza tattica, la sua classe, i suoi movimenti da prima punta, il suo essere regista d’attacco. Marko non è Zlatan, ma in qualche modo è quel tipo di attaccante. A Bologna ne sono convinti e Arnautovic nella sua prima vera uscita ha fatto ciò che ci si aspettava: il regista d’attacco, giocando perifericamente rispetto all’area di rigore per poi attaccarla quando il suo apporto all’azione l’aveva fatta avanzare.

 

Fonte: Claudio Beneforti, Stadio

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