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Stadio – Calciomercato Bologna: Budget ridotto, i rossoblù lavorano sui prestiti
GIOVANNI SARTORI, L’UOMO CHE VISSE DUE VOLTE – È un lunedì sera, si gioca la 17esima giornata di Serie A e allo Stadio Renato Dall’Ara va in scena Bologna-Atalanta. Questa partita ha un sapore speciale per una persona in particolare, Giovanni Sartori, che è stato il responsabile dell’area tecnica della squadra di Bergamo per 8 lunghi anni, ed ora svolge lo stesso ruolo sotto le Due Torri. Il passato che bussa alle porte del presente, perché il Sartori dell’Atalanta e il Sartori del Bologna, per campo di azione sul mercato e per portafoglio, sono due persone completamente diverse. Basti pensare all’epoca in cui il responsabile dell’area tecnica della Dea aveva un portafoglio tale da poter vestire di neroazzurro Teun Koopmeiners, e confrontarla con l’epoca dell’attuale Sartori, praticamente senza portafoglio. Oppure un altro caso, ancora più esplicativo forse: al 58′ Rasmus Højlund segna il gol vittoria contro i rossoblù e i tifosi atalantini possono gioire. Sullo stesso Højlund, talento esplosivo classe 2003, era arrivato per primo il ds del Bologna, questa estate: il giocatore convinse Sartori che arrivò ad offrire 10 milioni allo Sturm Graz, offerta prontamente rispedita al mittente. Un mese dopo si presentò Luca Percassi con 17,5 milioni di euro e Højlund diventò un giocatore dell’Atalanta.
SALVATE IL SOLDATO SARTORI – Paragonare la potenza economica dell’Atalanta di oggi con il Bologna attuale, è molto relativo, sarebbe più da confrontare la “prima” Atalanta con la filosofia rossoblù di oggi. Ora infatti la squadra di Percassi è tutta un’altra realtà rispetto al Bologna di Joey Saputo, potendo permettersi numeri che i rossoblù neanche possono sognarsi, ma va anche aggiunto che quando Sartori arrivò a Bergamo, la realtà e le prospettive delle due squadre erano quasi le stesse. La Dea però, campionato dopo campionato, mercato dopo mercato, è cresciuta esponenzialmente, si è evoluta, potenziata, con la voglia di crescere veramente con i fatti e non solo a parole. E’ lecito che Saputo stia attento al bilancio ma è altrettanto legittimo, per tifosi e appassionati, e per il bene e la crescita della squadra, aspettarsi anche qualche investimento a numeri bassi su un talento in cui il ds crede davvero, invece di rattoppare continuamente la rosa con qualche acquisto super low cost. Centrale dovrà essere la figura di Claudio Fenucci dovrà anche convincere il presidente a spendere quando è il caso di farlo.
Sicuramente è necessario avere una visione d’insieme sull’operato della dirigenza rossoblù e non bisogna dimenticare il fatto che fin qua Saputo ha dovuto ripianare tutti gli anni dai 25 ai 30 milioni e che è sotto di 250. Questo disavanzo però non lo ha creato e non può pagarlo Giovanni Sartori, al quale almeno un fucile con qualche munizione bisogna darlo. L’ex responsabile dell’area tecnica atalantina è una persona estremamente competente e preparata, ma bisogna dargli il modo di poter fare qualche (piccolo) investimento. Non si può sperare di raggiungere i 52 punti in classifica confidando solo nei colpi di Sartori a zero euro. Non più.
LA FORMULA DEL PRESTITO CON DIRITTO DI RISCATTO – Parliamo di fatti concreti ora. Il Bologna in questa sessione di mercato ha in mano Terzic della Fiorentina, classe ’99, costo sui 3 milioni di euro, ma Joe Barone pretende l’obbligo di riscatto. E ha in mano anche Reabciuk dell’Olympiakos, classe 98, costo sui 3,5 milioni, come anche Kvriakopoulos del Sassuolo e Beruatto del Pisa. Salvo ripensamenti improvvisi di Saputo e di Fenucci, chi arriverà alla corte di Thiago Motta? Sull’esterno che sarà dato in prestito con diritto di riscatto: non si può costruire una squadra sul modello atalanta con questa prospettiva. Almeno a oggi si ricerca la formula del prestito con diritto di riscatto sia per l’esterno sinistro di difesa e che per il difensore centrale: Amian, Beukema, Magnani sono i probabili obiettivi. Se dovesse partire Vignato ed il Bologna riuscisse a monetizzare gli scenari potrebbero cambiare ma è necessario lo stesso un cambio di mentalità.
Fonte: Stadio, Claudio Beneforti
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