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STADIO: I conti del Bologna – 24 apr

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La sconfitta contro l’Atalanta era prevedibile. Non auspicabile né facilmente digeribile, ma poteva starci, rientrava nel novero delle possibilità. Quello che rimane, all’indomani di una gara dove ha mostrato anche buone cose, è la ricerca di un senso a un finale di un campionato che rischia, un senso, di non averne avuto. La stagione 2016/2017 infatti doveva rappresentare un piccolo passo in avanti nel percorso di crescita stabilito dalla società, ma a oggi non si è visto alcun miglioramento rispetto alla stagione scorsa. Anzi. Il Bologna dunque fa i conti, cercando di capire come far fruttare le ultime giornate di campionato che rimangono.

Obbiettivo almeno 43 punti

Furio Zara è chiaro e non gira intorno al problema. La sconfitta contro l’Atalanta, la “bella sconfitta”, non è stata accettata da nessuno come un buon risultato. Vero è che si sono visti segnali positivi, ma è altrettanto vero che il Bologna per la nona volta in questa stagione ha subito tre o più reti, vero è che si parla di due vittorie nelle ultime tredici partite, un punto nelle ultime quattro. Complice un campionato falsato, dove mai la squadra ha rischiato la retrocessione, la compagine guidata da Roberto Donadoni ha mostrato di non possedere la capacità di trovare gli stimoli dentro di se, qualità di una squadra che evidentemente non è abbastanza matura e si è lasciata parecchio andare in una Serie A che non ha più niente da offrirle. Ed ecco che anche la sconfitta contro l’Atalanta presenta dunque luci e ombre: si è rivisto un po’ di impegno, ma la difesa è stata lasciata sola: l’Atalanta ha segnato tre gol tirando tre volte in porta, qualcosa vorrà pur dire. E adesso a Donadoni non rimane che un obbiettivo, tutt’altro che facile: fare otto punti nelle prossime cinque gare, quelle che restano alla fine, per migliorare di almeno un punto i 42 punti collezionati la scorsa stagione. Obbiettivo difficile, dicevamo, basti pensare che all’andata, contro le stesse squadre (Udinese, Pescara e Juventus che verranno al Dall’Ara, Empoli e Milan in trasferta) il Bologna di punti ne ha fatti appena quattro, superando il Pescara e strappando un pari a Empoli.

Emergenza a centrocampo, l’ora degli esperimenti

Inseguire punti che migliorino le prospettive future (e il morale di dirigenza e tifosi) non sarà certo facile, e ancora meno se questo obbiettivo dovrà essere perseguito senza poter contare sulla squadra nella sua interezza. Ancora Furio Zara ci racconta però che questa emergenza (mancheranno infatti numerosi giocatori tra infortuni e squalifiche) può essere anche letta come un’occasione, quella di trovare nuovi moduli o nuovi interpreti per i ruoli che resteranno scoperti. Ad esempio contro l’Udinese, domenica, non è detto che tornerà Mirante e mancheranno sicuramente gli squalificati Pulgar e Dzemaili, oltre agli infortunati Rizzo, Helander, Verdi e Nagy. Facendo due conti si capisce come a centrocampo a Donadoni restino due uomini, Viviani e Taider, più un Donsah che però finora ha dimostrato di essere fragile, non affidabile al 100%, mai in piena forma purtroppo. E allora? Allora il mister potrebbe confermare il solito modulo del 4-3-3 dando fiducia a Donsah di fianco a Taider e Viviani, oppure potrebbe inserire a sorpresa Mbaye nel centro del campo. Un’altra soluzione sarebbe quella di passare al 4-4-2, confermando Viviani e Taider nel mezzo e affiancandoli con due esterni bassi, Krejci e Di Francesco magari, prove di un nuovo Bologna. Anche il 3-5-2 potrebbe tornare di moda, con il rientrante Torosidis esterno a sinistra. Donadoni fino ad oggi qualche esperimento lo ha fatto (Dzemaili e Torosidis centrali difensivi, Rizzo terzino, lo sdoganamento riuscito di Pulgar come regista) ma qualcosa ancora dovrà inventarsi per questo finale di campionato.

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