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STADIO: Il Bologna cade tra i fischi – 06 mar

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Il Bologna cade ancora, lo fa ancora una volta al Dall’Ara e ancora una volta dimostrandosi inconsistente contro squadre di spessore superiore. Era già accaduto, ma dopo il secco 0-2 di ieri sera la tifoseria rossoblu insorge, non volendosi rassegnare a un finale di campionato tanto anonimo. Tre mesi sono lunghi, e passarli così, guardando una squadra faticare in campo senza riuscire ad esprimere minimamente quelle qualità che pure tanti giocatori devono possedere, non è concepibile. Ed ecco la contestazione, con Donadoni che dice a proposito: “Fanno bene”. 

La partita

Per il “Corriere dello Sport – STADIO” la partita ce la racconta Fabrizio Patania, che sottolinea subito il nuovo schieramento tattico proposto da Roberto Donadoni: per la prima volta il Bologna scende in campo con un 3-5-2: difesa composta da Maietta, Oikonomou e Helander, Krafth e Masina esterni a tutto campo e Verdi in avanti in appoggio a Petkovic, preferito – per scelta tecnica o motivi fisici? – a Destro, in panchina. La Lazio, partita con il 4-3-3, prende però subito le misure dei rossoblu, si adatta a loro in campo e li sopravanza a livello tecnico e di convinzione, così al 9° minuto è già avanti: Immobile, su cross di Lulic, brucia Maietta e Helander e batte Mirante per lo 0-1 che fa già capire che sarà una partita difficile. E in effetti il Bologna non rientrerà mai in gara, subendo spesso l’iniziativa ospite e sfiorando il pari soltanto sul finire del primo tempo, con Petkovic che spreca un pallone recuperato da Nagy su errore in appoggio di Strakosha. Nella ripresa i cambi non incidono sull’inerzia generale della gara, entra Destro ma è come se fosse rimasto a bordo campo e nel finale Immobile, lanciato in spazio aperto, raddoppia consacrando così la sua rinascita personale (16 gol in questa Serie A 2016/2017), quella che invece non è ancora riuscita sotto le Due Torri al dieci rossoblu. Il Bologna perde la quarta gara sulle ultime sette, la terza di fila, e precipita nell’anonimato. Alla fine restano soltanto i fischi di un popolo che si sente tradito.

Le pagelle

I voti che l’inviato riserva ai giocatori rossoblu sono impietosi: si salva soltanto Antonio Mirante, che subisce due reti “imparabili” ma ne evita almeno altrettante. 6 per lui, l’unico sufficiente, mentre abbondano i 5, ampie insufficienze figlie di una partita senz’anima. Verdi, per esempio, mostra qualche buona intenzione e niente più, spaesato nel ruolo di trequartista/seconda punta dove “rende la metà”, Petkovic lotta ma spreca l’unica azione buona e non ha mai uno spunto, Krafth è inconsistente, Oikonomou assente quando conta così come i colleghi di reparto Maietta e Helander, responsabili di entrambe le reti ospiti e decisamente non al livello di una seppur mediocre Serie A come quella di quest’anno. Masina e Nagy sono senza personalità, così come un Destro precipitato in un buco nero senza fine e uno Dzemaili irriconoscibile. Prendono TUTTI 5, così come Roberto Donadoni: “squadra spaesata, scollata, senza un minimo di equilibrio”. Che perde meritatamente e non è la prima volta, lasciando in balia della furia laziale il peggiore in campo, Federico Viviani: 4,5 per lui, travolto dal ritmo e dalla compattezza di avversari troppo superiori.

Con il rientro di Gastaldello, addio alla difesa a tre

Oltre a raccogliere le parole dei protagonisti a fine gara e analizzare per l’ennesima volta la delicata situazione riguardante la crisi di Mattia Destro – che non è in forma e si sa, ma che di certo non è aiutato dalla squadra – “STADIO” analizza la fallimentare quanto inedita difesa a tre vista ieri sera per la prima volta in rossoblu. Un esperimento che non ha convinto: Maietta e compagni non hanno saputo tenere bene le distanze, hanno sbagliato i tempi creando spazi su cui Immobile si è fiondato con voracità. Nel primo gol l’errore è tra Maietta e Helander, nel secondo sempre tra il centrale ex-Verona e Oikonomou. Un esperimento che non sarà ripetuto: con il rientro di Daniele Gastaldello Donadoni tornerà alla difesa a quattro, cercando di mettere toppe a una squadra che oltre a non segnare subisce tantissimo (ben 16 reti nelle ultime 7 gare, roba da retrocessione) e che dovrà ripartire dalle basi.

foto: gazzetta.it

 

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