Bologna FC
STADIO: Il Bologna riabbraccia Fusco e scopre gli indispensabili Destro e Nagy – 30 nov
Dicembre è dietro l’angolo, e con esso il momento di fare alcune valutazioni sui primi mesi di questo Bologna 2016/2017, un progetto che procede tra alti e bassi ma che sta consegnando alla dirigenza alcune certezze. La prima: con Destro e Nagy in campo, i rossoblu non perdono mai. La seconda: senza diversi infortuni importanti, logico pensare che la classifica sarebbe ben più positiva. Queste le riflessioni dei giornalisti di “STADIO” mentre si avvicina la sfida di Coppa Italia contro il Verona, occasione per salutare l’ex-DS Fusco, l’uomo che per primo risanò la squadra caduta in B e ancora in attesa di Joey Saputo.
Con Destro e Nagy è un altro Bologna
Con Mattia Destro e Adam Nagy in campo il Bologna non perde mai. “È un caso? Non vale la pena chiederselo?“: conclude così Furio Zara un articolo che snocciola i numeri assai differenti del team di Donadoni quando manca uno tra il centrocampista ungherese e il bomber ex-Roma. Nagy è stato escluso finora tre volte per scelta tecnica: contro il Torino, contro la Fiorentina e nell’ultima giornata, avversaria l’Atalanta. Sono arrivate tre sconfitte, e forse non è un caso: il trottolino magiaro dona equilibrio alla squadra, è uno stantuffo, uno di quelli che “quando non c’è si vede”, come si dice in gergo. Diverso il discorso che riguarda Mattia Destro: quando il bomber c’è, segna, e quando segna la squadra va. Viceversa è notte fonda: ce ne eravamo già accorti tutti la scorsa stagione, quando con Destro in campo il Bologna viaggiava a medie da Europa e senza sprofondò. Quest’anno la differenza in media-punti tra il “Bologna con Destro” e il “Bologna senza Destro” è clamorosa: con il suo centravanti in campo i rossoblu hanno realizzato 1,62 punti a partita, media che varrebbe l’ottavo posto, con vista Europa insomma. Senza di lui la media scende a 0,5: Donadoni e la squadra si ritroverebbero invischiati pesantemente nella zona retrocessione. Insomma, qualcuno ancora è convinto che Destro non conti?
Rizzo, Sadiq, Verdi: 2017, l’anno dei ritorni
Giorgio Burreddu ci aggiorna invece sulla situazione che riguarda l’infermeria rossoblu, che nei primi mesi del 2017 dovrebbe finalmente svuotarsi restituendo a Roberto Donadoni il diritto di fare una formazione senza escludere nuovamente a priori nessuno. Luca Rizzo infatti si è fermato, e gli accertamenti a cui si è sottoposto ieri hanno indicato l’ennesimo infortunio all’ala che aveva preso il posto di Verdi, pur avendo caratteristiche diverse. Rizzo – che proprio adesso aveva cominciato a convincere – si unisce in infermeria a Umar Sadiq e Simone Verdi: torneranno tutti nel 2017, con Donadoni che dovrà inventarsi qualcosa di nuovo nel tridente offensivo. Ha recuperato Di Francesco, ha Mounier (che pure è in partenza) quindi Krejci, Floccari, Destro. Urgono idee, nell’attesa che l’infermeria si svuoti.
Il saluto di Fusco
Filippo Fusco giunse a Bologna dopo il tonfo in Serie B del 2014. Trovò una situazione disastrata, una dirigenza che non ci credeva più – e attendeva di vendere o fallire – e tanti conti in disordine. Rimase dal 7 giugno al 29 dicembre, consegnando nelle mani di Tacopina e del suo successore nel ruolo di DS Corvino una squadra risanata nei conti e nel morale, con un primo posto in classifica quasi incredibile col senno di poi. In una bella intervista a “STADIO” racconta la sua esperienza, pochi mesi ma significativi, il ricordo della vittoria e degli applausi a Latina, il giorno dell’esordio di Masina, l’intesa con i magazzinieri, gli uomini della società. A Bologna scelse Diego Lopez, e finché ci fu lui andò bene, a Verona, dove lavora adesso, ha scelto Fabio Pecchia. Ci crede, lo descrive come allenatore serio, curioso, come serio descrive Riccardo Bigon, ex-DS del Verona e attualmente al Bologna, al posto che un tempo breve ma fantastico fu il suo: la persona giusta nel posto giusto, dice. Nella lunga intervista, Filippo Fusco racconta numerosi aneddoti, spaziando dal suo attuale Verona al Bologna, che contribuì a riportare in Serie A. E conclude con un bell’aneddoto: accade che un giorno, tornando dallo stadio dopo aver visto il Chievo, venga fermato da un tifoso che lo esalta, si complimenta. Ma non è del Verona, è del Bologna: lo ringrazia per quei cinque mesi, fondamentali nella storia del club. Per questo, dice Fusco, amo il calcio. Per questo e altro, possiamo dire noi, a Bologna ringrazieranno sempre Filippo Fusco.
foto: hellas1903.it
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