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STADIO: Il futuro di Donadoni sarà rossoblù – 23 mar

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In un’edizione di “STADIO”, quella odierna, dove tiene giustamente banco l’eco dei fatti terroristici accaduti ieri a Bruxelles – e che potrebbero avere ripercussioni sul prossimo Campionato Europeo – le pagine dedicate al Bologna comunque non mancano: si analizza il futuro di un Corvino che sembra sempre più in uscita e quello invece del tecnico Donadoni, il quale è stato confermato con sicurezza dal chairman Saputo. Niente Nazionale dunque, se mai l’offerta di Tavecchio dovesse arrivare: il mister rossoblù resterà al suo posto, e questo non tanto in virtù di un contratto ancora lungi da scadere – avverrà nel 2018 – quanto per l’effettiva convinzione nel progetto-Bologna, convinzione arrivata dopo il colloquio con il magnate canadese.

Poche squadre, infatti, potrebbero offrire a Donadoni quello che può offrire il Bologna. Pochissime, e la Nazionale – con tutti i suoi problemi – certo non rientra tra queste. Saputo ha prospettato al tecnico un futuro europeo, investimenti, un margine di crescita che è innegabile e per cui sono state gettate le basi già in questo campionato. Lottare per l’Europa significa anche investire economicamente, e il chairman non si tirerà indietro, tenendo però presente che la società ritiene di aver costruito – in poco più di 12 mesi – una base solida da cui costruire e che Saputo non è certo il magnate che spende e spande per il gusto di farlo. Quello che Joey offre a Donadoni, insomma, è un progetto serio, solido, a medio-lungo termine.

E Donadoni cosa può offrire? Un finale di campionato all’altezza di quanto fatto finora. Saputo chiede una squadra seria e compatta fino alla fine, gradirebbe la parte sinistra della classifica, e il mister cercherà di accontentarlo. Lo farà anche per se stesso: da qui a giugno sono tutti sotto esame, perché la squadra – costruita anche su indicazioni di Delio Rossi – cambierà sicuramente qualche pezzo, e in questi due mesi tecnico e società cercheranno di capire chi potrà rientrare nel famoso progetto e chi no. Chi è da Bologna 2.0, insomma, e chi no.

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