Bologna FC
STADIO: Il futuro è colorato di rossoblù – 09 ott
Se il futuro lo si può vedere attraverso i presagi, lo scorso campionato alla giornata numero 40, avversario l’Avellino, Delio Rossi e il Bologna videro il proprio: lo spiega Lorenzo Longhi sulle pagine di “STADIO” in edicola oggi, in conclusione di un articolo che fa molto riflettere sui limiti – ma anche sulle potenzialità – di questo Bologna attuale. Quel giorno ad Avellino, infatti, pur potendo contare su una squadra con un’età media di 28 anni, tra infortuni e scelte tecniche il neo-arrivato mister mandò in campo una formazione che non raggiungeva i 25 anni di età. Un presagio di quello che accade in questa stagione, con una rosa decisamente più giovane e che ha portato il tecnico a schierare undici giovanissimi: nelle prime sette giornate di campionato l’età media delle formazioni messe in campo da Delio Rossi è di 25 anni e 5 mesi. Che è una media bassissima – destinata peraltro ad abbassarsi dopo la sosta per via di diversi infortuni – che in Serie A non paga: almeno nell’immediato, vista la classifica, anche se è bene ricordare che il campionato non è nemmeno arrivato alla metà della metà del suo percorso. E allora? Allora avanti così, questa è stata del resto la scelta della società: una scelta in controtendenza con il Bologna pre-Saputo, che rende questa squadra la più giovane di sempre, anche di gran lunga guardando le rose dell’ultimo decennio, quando sotto le Due Torri ci si era abituati a vedere uomini di esperienza, a volte persino troppa: 28 anni e 2 mesi nel 2011-2012, 27 anni e 5 mesi la stagione successiva, 28 la scorsa in B. E l’anno della retrocessione? 28 anni e mezzo, quasi. A dimostrazione che se è vero che la gioventù presenta i suoi rischi, anche l’esperienza non sempre è una garanzia. Anzi. Bologna ha scelto la linea verde, adesso deve seguirla. E se il presente forse non sorride poi tanto, il futuro è rossoblù.
Se il futuro lo si può vedere attraverso i presagi, lo scorso campionato alla giornata numero 40, avversario l’Avellino, Delio Rossi e il Bologna videro il proprio: lo spiega Lorenzo Longhi sulle pagine di “STADIO” in edicola oggi, in conclusione di un articolo che fa molto riflettere sui limiti – ma anche sulle potenzialità – di questo Bologna attuale. Quel giorno ad Avellino, infatti, pur potendo contare su una squadra con un’età media di 28 anni, tra infortuni e scelte tecniche il neo-arrivato mister mandò in campo una formazione che non raggiungeva i 25 anni di età. Un presagio di quello che accade in questa stagione, con una rosa decisamente più giovane e che ha portato il tecnico a schierare undici giovanissimi: nelle prime sette giornate di campionato l’età media delle formazioni messe in campo da Delio Rossi è di 25 anni e 5 mesi. Che è una media bassissima – destinata peraltro ad abbassarsi dopo la sosta per via di diversi infortuni – che in Serie A non paga: almeno nell’immediato, vista la classifica, anche se è bene ricordare che il campionato non è nemmeno arrivato alla metà della metà del suo percorso. E allora? Allora avanti così, questa è stata del resto la scelta della società: una scelta in controtendenza con il Bologna pre-Saputo, che rende questa squadra la più giovane di sempre, anche di gran lunga guardando le rose dell’ultimo decennio, quando sotto le Due Torri ci si era abituati a vedere uomini di esperienza, a volte persino troppa: 28 anni e 2 mesi nel 2011-2012, 27 anni e 5 mesi la stagione successiva, 28 la scorsa in B. E l’anno della retrocessione? 28 anni e mezzo, quasi. A dimostrazione che se è vero che la gioventù presenta i suoi rischi, anche l’esperienza non sempre è una garanzia. Anzi. Bologna ha scelto la linea verde, adesso deve seguirla. E se il presente forse non sorride poi tanto, il futuro è rossoblù.foto: Valentino Orsini – 1000 Cuori Rossoblù
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