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STADIO: Lavori in corso rossoblu, tra crisi di risultati, mercato e infermeria – 31 ott

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Parlare di crisi del Bologna forse è eccessivo: questa Serie A ha già delineato le sue forze, e se appare chiaro che i rossoblu non siano stati disegnati in estate per ambire a piazzamenti europei, sembra altrettanto lampante che si tratti di una squadra davvero troppo forte e solida per dover mostrare preoccupazioni verso la bassa classifica. Siccome però chi tifa giustamente non si accontenta mai, e dato che si tratta di una squadra che può e deve crescere senza accontentarsi del “limbo” che va tra l’ottavo e il sedicesimo posto, “STADIO” cerca di capire cos’è successo al Bologna negli ultimi quaranta giorni, che non hanno mai visto la squadra di Donadoni ottenere la vittoria.

Sei gare senza vittoria, urgono rinforzi.

Il calciomercato riaprirà soltanto tra due mesi esatti, ma appare oggi evidente che la coperta affidata all’allenatore sia troppo corta in alcuni punti, e piuttosto corta in generale. Lo dimostrano appunto le ultime sei giornate di campionato, dove Furio Zara ci ricorda che il Bologna ha perso due volte, pareggiato quattro e vinto mai. Le due sconfitte sono arrivate per giunta al Dall’Ara, contro rivali dirette quali Genoa e Fiorentina, e sono coincise con due espulsioni, entrambe rimediate da Daniele Gastaldello. Continuando nella sua analisi, Zara porta dei numeri che evidenziano una crisi conclamata: nelle prime cinque giornate il Bologna registrava la media di 1,8 punti a partita, nelle successive sei questa media è scesa a 0,66, sprofondando la squadra dal sesto posto al quattordicesimo attuale. E in tutto ciò i rossoblu hanno perso i pezzi (fuori Mirante a inizio campionato, poi Maietta, Krafth, Destro e Verdi) e la testa, triplicando il numero di gialli ricevuti e mostrandosi a volte eccessivamente nervosi. La squadra, inutile girarci intorno, va rinforzata: in difesa, fuori Maietta, sono venuti fuori i limiti di Gastaldello e soprattutto di Oikonomou, mentre anche sulle fasce la situazione non è rosea. Masina stenta, la sua riserva sarebbe Torosidis, che però così lascerebbe il ruolo di terzino destro a uno tra Krafth e Mbaye, due che ancora non hanno convinto. A centrocampo, sottolinea Zara, l’unico insostituibile pare Nagy: l’ungherese è stato escluso dai titolari solo due volte su undici partite, contro Torino e Fiorentina, e in entrambe le occasioni il Bologna ha giocato parecchio male. In attacco, infine, pesa enormemente l’assenza di Destro: Floccari non è un centravanti, Sadiq non lo è ancora, e intanto la squadra senza il suo bomber non riesce mai a vincere. In 15 partite giocate senza Mattia, i rossoblu ne hanno vinta soltanto una, dato che fa riflettere e che a gennaio dovrebbe vedere la società correre ai ripari.

La nuova vita di Rizzo?

Nel finale di gara contro la Fiorentina, costretto dagli eventi, Donadoni ha chiesto a Luca Rizzo di giostrare da terzino destro. Esperimento riuscito, e cambiamento tattico che potrebbe realizzarsi nelle prossime settimane, con il mister rossoblu che ci lavorerà sopra sia perché in quel ruolo non ha garanzie (Mbaye e Krafth non lo hanno convinto) sia perché per caratteristiche Rizzo sembra proprio tagliato per riuscire nel nuovo ruolo. Come Gianluca Zambrotta, che da ala divenne terzino d’attacco? Anche: Zara elenca molti altri giocatori che in carriera hanno cambiato ruolo, come il noto Pirlo, prima trequartista e poi regista, oppure Gullit, libero in Olanda e “dieci” in Italia. Roberto Donadoni è uno a cui gli esperimenti non fanno paura, e allora ecco che la carriera di Rizzo come terzino potrebbe essere appena cominciata. L’ex-Samp, del resto, ha già mostrato in carriera di essere più che polivalente: esterno sinistro e destro di centrocampo a Modena, esterno come interno e addirittura mediano in blucerchiato, interno di centrocampo e esterno offensivo nel tridente sotto le Due Torri. Insomma, il futuro potrebbe raccontarci di un nuovo Rizzo.

Infermeria maledetta.

Il grave infortunio occorso a Simone Verdi ha abbattuto tutti quelli che tifano Bologna: è una tegola, c’è poco da dire, giunta oltretutto nel momento migliore in carriera del ragazzo. L’ex-Milan (già rimpianto dei rossoneri) aveva giocato talmente bene in questo inizio di campionato da meritarsi l’attenzione del CT azzurro Ventura, era un punto fermo della squadra e segnava, sfornava assist e dava spettacolo. Tutto fermo, adesso, almeno fino a fine febbraio 2017, quando si spera che Verdi, 24 anni, tornerà per riprendersi ciò che è suo più forte di prima e soprattutto più forte della sfortuna. Sfortuna che si è abbattuta pesantemente sul Bologna in questo inizio di stagione e che è senz’altro la causa principale della crisi infilata negli ultimi quaranta giorni, trascorsi senza una vittoria. Già in estate i rossoblu avevano mostrato di essere perseguitati dalla malasorte: Destro, che stava recuperando bene da un infortunio, si è fermato in agosto, lo stesso è successo a Maietta e Floccari e anche Donsah si è allenato a singhiozzo, reduce da un’operazione per un’ernia. Capita? Capita, ma quello che succede quando inizia il campionato è roba da malocchio: Sadiq si infortuna nell’ultimo giorno di allenamento con la Roma, a Mirante viene riscontrato un problema cardiaco, e fino ai recenti infortuni di Maietta e Verdi gli indisponibili rossoblu salgono a undici. Destro, Donsah, Ferrari, Floccari, Gomis, Krafth, Maietta, Mirante, Sadiq, Verdi, Viviani sono fuori al momento, mentre Rizzo, Torosidis e Morleo sono fermi per un affaticamento. Per domenica prossima, in quella che si prospetta una gara non facile contro una Roma a caccia di punti in casa, Donadoni spera di recuperare almeno Destro, in attesa che l’infermeria, finalmente, si svuoti.

foto: Dino Panato/Getty Images

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