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STADIO: Rossi resta al suo posto – 19 ott

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Esonerare Delio Rossi ieri, con il Bologna fresco della settima sconfitta in otto gare e malinconicamente ultimo in classifica? Avrebbe significato sconfessare un intero progetto, ripartire da capo. E questo Bologna non ne ha la forza. Così Furio Zara spiega su “STADIO” in edicola oggi il perché, nonostante le tante voci che ieri dal fischio finale – e anche prima – si rincorrevano sul futuro della panchina rossoblù tutto rimane com’era. Niente Prandelli, Donadoni o altri: Delio Rossi rimane al suo posto, la società lo ritiene parte del progetto e lo reputa l’unico capace di uscire da questa situazione, riconoscendogli inoltre più di un’attenuante per essersi ritrovato la squadra fatta e finita davvero all’ultimo tuffo, con tutti gli imbarazzi e i problemi che ne conseguono. Resta almeno fino a Carpi, anche perché viene fuori che Donadoni viene considerato troppo simile a lui dal punto di vista di approccio psicologico, mentre tra Prandelli e Corvino l’amore finì bruscamente a Firenze e non è mai ricominciato. Resta fino a Carpi, dove si giocherà – con buona parte della squadra – il futuro in uno scontro diretto, contro chi è davanti appena due punti e quindi in teoria potrebbe essere rimontato, sorpassato, contro chi l’allenatore della promozione lo ha esonerato quando ha visto tentennamenti. Rossi no, perché Rossi ha delle attenuanti, e mandarlo via significherebbe ammettere colpe anche a livelli più alti: una squadra senza un regista di esperienza, senza punte capaci di incidere, giovane e di talento ma davvero troppo da farsi, ecco come appare il Bologna oggi agli occhi di una Serie A che con chi fa errori non ha pietà. Avanti con Delio allora, nella speranza che il vento cambi.

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