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Stagione da mito – Cagliari, lo scudetto del 1970

La stagione da mito del Cagliari fu la 1969/1970. Quella dello storico scudetto vinto dai sardi, in cui brillava la stella di Gigi Riva.

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La stagione da mito del Cagliari, coronata con uno storico scudetto
La stagione da mito del Cagliari, coronata con uno storico scudetto (© Cagliari Calcio)

Ci sono società che riescono spesso e volentieri a lottare per obiettivi incredibili, e che hanno decine di trofei in bacheca. Allo stesso tempo però, ce ne sono delle altre che, abituate ai “piazzamenti” e a poco altro, hanno visto la loro storia svoltata anche solo grazie ad un’annata particolarmente magica. La stagione da mito del Cagliari è sicuramente la 1969/1970, quella in cui i sardi conquistarono uno storico scudetto, ad oggi ancora l’unico nella storia del club.

Riva e non solo: gli eroi della stagione da mito del Cagliari

La squadra allenata da Manilo Scopigno arrivò a quella stagione consapevole di essere una squadra molto competitiva. Nell’annata precedente, i rossoblù erano già andati molto vicini al bersaglio grosso. Il 1968/1969 del Cagliari si concluse con il 2° posto in campionato, dopo un grande duello contro la Fiorentina, punto a punto.

Il punto fermo della squadra era, ovviamente, il bomber Gigi Riva, uno degli attaccanti più forti nella storia del calcio italiano. Ma quel Cagliari aveva anche altri perni, a partire dal portiere, Enrico Albertosi. L’estremo difensore, in quegli anni, era nel pieno giro della Nazionale. Fu la prima riserva di Dino Zoff nell’europeo del 1968, quello vinto dagli azzurri.

Un altro giocatore di assoluto livello di quella squadra era Nené, centrocampista dotato di una grande intelligenza tattica. Davanti, a imbeccare Riva, c’erano Angelo Domenghini e il neo acquisto Sergio Gori. I tre formarono un attacco formidabile, in grado di segnare 35 dei 42 gol complessivi segnati dai sardi in quel campionato.

Tatticamente rivoluzionaria

Il Cagliari ottenne le sue fortune anche grazie al modo di stare in campo proposto dal suo allenatore. Inizialmente, lo schema prediletto da mister Scopigno era il più classico dei catenacci, molto in voga in quegli anni nel calcio italiano. Dopo aver ottenuto già risultati di livello però, sia nella stagione precedente, che nella prima parte dell’anno in cui conquistò lo scudetto, fu costretto ad un cambio importante.

In difesa arrivò, verso metà campionato, il pesante infortunio del libero, Giuseppe Tomasini. Scopigno sfruttò la “sfortuna” per tirare fuori un’invenzione non da poco. Anzi che schierare un altro difensore al suo posto, nel ruolo di libero venne inserito il mediano Gianluigi Cera. Giocatore non solido come Tomasini in fase difensiva, ma dotato di grandi abilità in fase di impostazione.

L’inserimento di Cera come mediano fluidificò il gioco offensivo dei sardi, che diventarono più offensivi e pericolosi in zona gol. Una soluzione, quella adottata da Scopigno, che aprì uno scenario inedito per quanto riguarda proprio il ruolo di libero.

Il cammino dello storico scudetto

Nonostante questa rivoluzione dal punto di vista tattico, una delle grandi fortune del Cagliari in quella stagione rimase la grandissima solidità difensiva. Furono appena 11 i gol incassati dai sardi, record assoluto nella storia del campionato a 16 squadre. Soltanto in un’occasione i rossoblù presero 2 gol, in quella che, paradossalmente, fu probabilmente la svolta decisiva verso lo scudetto.

L'indimenticabile Gigi Riva

L’indimenticabile Gigi Riva (© Cagliari Calcio)

La ventiquattresima giornata presentava il match tra Juventus e Cagliari a Torino. Un vero e proprio scontro diretto per il tricolore, visto che la stagione era ormai agli sgoccioli e i rossoblù erano di pochissimo davanti proprio ai bianconeri. Gli ospiti andarono in svantaggio 2 volte ma, grazie ad una doppietta del solito Gigi Riva, riuscirono ad ottenere un pesantissimo 2-2.

La gioia arrivò alla penultima giornata quando lo 0-0 ottenuto a San Siro contro il Milan assicurò matematicamente al Cagliari la conquista del campionato. Un successo storico, anche perché non fu solamente il primo nella storia dei sardi, ma anche il primo ottenuto da una squadra del Sud Italia.

Il coronamento di un cammino in cui sì, la stella principale fu sicuramente Riva, capocannoniere con 21 gol, ma quel Cagliari mise in mostra tanti altri giocatori di livello.

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