Bologna FC
Stelle del passato – Alcune icone dell’Hellas Verona. Presente anche il mister dei rossoblù
L’Hellas ha visto passare tanti giocatori iconici. Tra questi, presente anche Vincenzo Italiano, che è di fatto una delle stelle del Verona.

Domenica pomeriggio, il Bologna di Vincenzo Italiano giocherà al Bentegodi. La squadra di Zanetti ha provocato l’ultima sconfitta casalinga in campionato ai rossoblù, che adesso hanno bisogno di punti per rimanere agganciati al treno Champions League. Gli scaligeri hanno avuto tra le loro fila tantissimi giocatori iconici, alcuni li abbiamo già citati. Ecco alcune stelle del passato dell’Hellas Verona.
Rafael: il portiere della risalita
Sicuramente non è stato il portiere più talentuoso della storia dei gialloblù. Però Rafael de Andrade è stato il simbolo della risalita che riportò l’Hellas Verona nella massima serie. Da quando gli scaligeri risalirono dalla Serie C alla Serie B nel 2011, proprio con il brasiliano in porta, non tornarono più indietro. Anzi, giocarono tante stagioni in Serie A, come fatto negli ultimi anni.
Il suo arrivo a Verona avvenne nel 2007, dal campionato brasiliano. La prima stagione rischiò di finire molto male. La squadra arrivò penultima ma riuscì a vincere il play out contro la Pro Patria, mantenendo la categoria. Nonostante una stagione non entusiasmante, anche come prestazioni personali, Rafael mantenne il posto da titolare. Alla quarta stagione di Lega Pro, la squadra ottenne la promozione in Serie B.
Alla seconda stagione in cadetteria, la squadra ottenne la promozione diretta in Serie A. Rafael, che per il secondo anno consecutivo giocò 40 partite in campionato, nell’annata 2012/2013 subì soltanto 29 reti e ottenne 18 clean sheet. Nella sua prima stagione in Serie A, Rafael fu nuovamente il portiere titolare, poi le sue presenze calarono progressivamente.
Al termine della stagione 2015/2016, abbandonò l’Hellas Verona per passare al Cagliari. Dopo una scalata durata ben 10 stagioni, di cui 8 da assoluto protagonista, ha conquistato di diritto un posto nelle memorie dei tifosi gialloblù.
Domenico Maietta, altro simbolo della scalata
Rimanendo a quel periodo storico, ci fu un altro giocatore che diventò uno dei pilastri dell’Hellas Verona che in pochi anni salì dalla Lega Pro alla Serie A. Stiamo parlando di Domenico Maietta, arrivato nell’estate del 2010 a Verona dal Frosinone.
Ciò che rimane più impresso è l’approccio che ebbe il difensore con la nuova piazza. Arrivato in una squadra che stava ancora cercando di risalire in Serie B, profetizzò l’approdo in Serie A entro 3 anni. Nella prima stagione, giocò un po’ a singhiozzo durante il campionato. Tuttavia, dopo il 5° posto e l’approdo ai play off, proprio in questa fase risultò essere un elemento importante. Giocò infatti tutte e 4 le partite di spareggio che permisero agli scaligeri di tornare in Serie B.
La sua prima stagione in cadetteria si concluse con la beffa della sconfitta nella semifinale play off contro il Varese. Tuttavia, dal punto di vista personale, fu un’annata molto convincente. Giocò 33 partite e realizzò ben 4 gol, record assoluto in carriera. La seconda stagione in B, invece, fu quello della conquista del campionato e, di conseguenza, della promozione in Serie A, che avvenne quindi esattamente nei tempi previsti dal difensore.

Domenica Maietta (© Bologna FC 1909)
L’unica stagione da lui giocata in Serie A, lo vide giocare 25 presenze, con la fascia di capitano al braccio. Al termine di quella stagione, che finì con una salvezza molto tranquilla, Maietta passò al Bologna. Chiuse la sua esperienza a Verona con: 132 presenze, 5 gol e 3 assist.
Mister Vincenzo Italiano, una delle stelle del Verona
L’attuale allenatore dei rossoblù ha passato gran parte della sua carriera da calciatore proprio con la maglia degli scaligeri. Il legame tra Vincenzo Italiano e l’Hellas Verona fu stato molto lungo, tanto che il mister è ancora oggi uno dei giocatori col maggior numero di presenze con i gialloblù. Fu un centrocampista con ottime doti di impostazione, le sue principali fonti di ispirazioni furono Demetrio Albertini e Andrea Pirlo.
Il suo esordio a Verona arrivò il 2 febbraio del 1997 e, incredibilmente, avvenne proprio in un Bologna-Verona. Quasi come se fosse un presagio di quello che sarebbe stato il suo futuro. La partita terminò con un netto 6-1 per i felsinei e Italiano, in quell’annata, totalizzò solamente altre 3 presenze. La squadra, inoltre, venne retrocessa in Serie B. Anche la stagione successiva non giocò molto, solo 12 presenze, ma realizzò il suo primo gol con questa maglia, in un Perugia-Verona 2-1.

Vincenzo Italiano (© Bologna FC 1909)
Al termine della stagione 1998/1999, la prima in cui Vincenzo fu una presenza di peso all’interno della rosa, il Verona tornò in Serie A. L’annata successiva fu sfortunata per lui, che subì la rottura del legamento crociato. Nel 2000/2001 arrivò il suo primo gol nella massima serie, in un Verona-Inter 2-2. Dopo essersi salvati tramite lo spareggio, la squadra tornò in Serie B al termine della stagione successiva. Dopo essere passato anche da un’annata molto prolifica dal punto di vista realizzativo (6 gol nel 2002/2003) Italiano ruppe con la società.
Questa situazione portò ad una sua iniziale esclusione a inizio 2004/2005, per poi essere reintegrato fino a gennaio e ceduto in compartecipazione al Genoa. La parentesi ligure durò solo fino a fine stagione, poi Vincenzo tornò nella sua Verona, dove rimase fino al 2007, sempre in Serie B. Chiuse la sua esperienza con gli scaligeri dopo: 260 presenze, 25 gol e 1 assist.
Preben Elkjaer Larsen, tra le stelle dello scudetto del Verona
Nella scorsa puntata, ci eravamo concentrati sulla figura del grande Luca Toni. Attaccante che, nei pochi anni di permanenza a Verona, ottenne diversi record, tra quantità di gol e longevità, con questa maglia. Adesso però è giusto lasciare spazio ad uno degli acquisti che permise agli scaligeri di conquistare lo storico scudetto del 1985.
Il danese Larsen arrivò a Verona nell’estate del 1984. Attaccante dotato di una grande progressione palla al piede e anche di un ottimo dribbling. In compenso, non è mai stato il tipico “bomber di razza” in grado di realizzare 20 reti a stagione. Le sue marceture però, soprattutto qui a Verona, furono molto pesanti. Nell’anno dello scudetto, per esempio, concluso con 8 gol in campionato, fu proprio suo il gol che portò il titolo all’Hellas, grazie all’1-1 contro l’Atalanta ottenuto alla penultima giornata.
Nella Coppa dei Campioni dell’anno successivo, realizzò 4 delle 5 reti con cui il Verona eliminò il PAOK Salonicco al primo turno. La squadra uscì poi di scena contro la Juventus. Quel Verona però non fu un fuoco di paglia, anzi. Anche dopo lo scudetto continuò a rimanere una squadra insidiosa. Larsen, dal canto suo, continuò a segnare con una discreta regolarità. Proprio nell’annata 85/86 fece il suo record di gol stagionali con questa maglia: 14.
Se ne andò da Verona nel 1988, città in cui lasciò un segno indelebile, tanto che ancora oggi, dalla curva dell’Hellas, ogni tanto si eleva il coro «Elkjaer sindaco». Preben Elkjaer Larsen concluse con 130 presenze, 48 gol, 1 assist e soprattutto uno storico Scudetto.
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