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Stelle del passato – Napoli: dal “El Pibe de Oro” a Marekiaro

Tra le stelle del passato del Napoli, troviamo anche uno dei calciatori più forti nella storia del calcio, ma non solo lui.

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Le Stelle del passato del Napoli
Le Stelle del passato del Napoli (© Serie A)

Questa sera, il Bologna ospiterà al Dall’Ara il Napoli, in piena corsa scudetto contro l’Inter. I partenopei hanno avuto, nella loro storia, alcuni giocatori formidabili. Uno, in particolare, è ricordato come uno dei calciatori più forti nella storia del calcio. Ecco alcune stelle del passato nella storia del Napoli.

Dino Zoff, maestro di longevità

Prima della sua lunghissima esperienza alla Juventus, uno dei portieri migliori nella storia del calcio italiano passò anche da Napoli. L’arrivo di Dino Zoff nel club azzurro avvenne nell’estate del 1967. Il numero 1 della Nazionale rimase qui fino alla stagione 1971/1972.

Portiere dotato di una grande personalità, riconosciuto, da chi fu un suo compagno di squadra, come un leader silenzioso. Tra i pali, Zoff fu un’assoluta sicurezza. Il suo senso del piazzamento e la sua propensione all’efficacia, piuttosto che alla spettacolarità, lo resero un fenomeno assoluto di questo ruolo. Caratteristiche che gli permisero di mettersi in mostra pure a Napoli.

In particolare, nella stagione 1970/1971, stabilì un importante record per l’epoca. Concesse appena 18 gol in 30 partite, rimanendo anche imbattuto in tutte le prime sei giornate di campionato. La sua esperienza in azzurro si concluse l’anno successivo, quando sfiorò il primo e unico trofeo con questa maglia. Solo il Milan gli impedì di vincere la Coppa Italia. Nei suoi cinque anni di permanenza collezionò 189 presenze, subendo 168 gol.

Alessandro Renica

Negli anni d’oro del Napoli, quelli caratterizzati da tanti trofei, uno dei principali artefici fu proprio lui. Alessandro Renica guidò la difesa degli Azzurri sia nella stagione del primo storico scudetto e della Coppa Italia, che in quella della Coppa Uefa. La sua permanenza a Napoli durò dal 1985 al 1991.

Renica era un maestro nell’arte del difendere. La sua capacità di leggere il gioco gli permetteva spesso e volentieri di anticipare gli avversari diretti. Fin dal suo approdo tra i partenopei, si prese la maglia da titolare, posto che non lasciò più fino quasi alla fine della sua avventura napoletana. Nella stagione del “double”, suo fu uno dei tre gol con cui il Napoli sconfisse l’Atalanta in finale di Coppa Italia, con un gran tiro da oltre 30 metri.

Al termine della sua esperienza il suo bottino recitò: 193 presenze e 18 gol. Oltre ai trofei già citati in precedenza.

“Marekiaro” Hamsik

Tra le stelle del recente passato del Napoli, lui è probabilmente colui che è rimasto maggiormente impresso nei cuori dei tifosi. Marek Hamsik ha collegato gran parte della sua carriera a questa città e a questa squadra, di cui è stato anche capitano per diversi anni. Un legame così forte da fargli valere addirittura il soprannome di “Marekiaro” da parte della sua gente.

Marek Hamsik

Marek Hamsik (© Serie A)

Hamsik era un trequartista in grado di rendersi molto pericoloso sia in fase realizzativa che come assistman. La sua forte personalità gli ha permesso di diventare in breve tempo il leader dei partenopei. Arrivato da ragazzino nel 2007, Marek ha subito portato a termine una delle sue migliori stagioni nel campionato italiano: 9 gol e 4 assist in 37 partite. Raggiunse la doppia cifra di gol in campionato per tre volte, toccando in due occasioni quota 12. Impressionante inoltre il numero di assist che realizzò nella stagione 2012/2013: 17.

Numeri che confermano quanto Hamsik fosse un giocatore completo quando si trattava di trovare soluzioni per pungere gli avversari. Lasciò Napoli a metà della stagione 2018/2019, annata in cui Carlo Ancelotti provò a inventarlo mediano e il suo rendimento calò. Con la maglia azzurra, Marek giocò 520 partite, realizzando 121 gol e 140 assist.

Tra le stelle del passato del Napoli, La Stella

Da chi l’ha potuto osservare dal vivo, è considerato il giocatore più forte della storia del calcio. Quando arrivò a Napoli dal Barcellona, Diego Armando Maradona mandò in visibilio l’intero popolo partenopeo. Tutti sapevano di avere la possibilità di osservare da vicino un vero e proprio fenomeno del calcio. L’argentino non deluse le aspettative, facendo innamorare la tifoseria azzurra per anni con le sue giocate.

Un tuttofare del reparto offensivo. Assegnare un vero e proprio ruolo a Maradona non è semplice, perché era in grado di fare qualsiasi cosa. Una tecnica individuale probabilmente senza eguali nella storia di questo sport, uniti ad una forza fisica di alto livello, nonostante non fosse molto alto. Questa fu la ricetta che permise a Diego di prendersi Napoli a suon di giocate strabilianti.

Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona (© Serie A)

Sotto la sua guida tecnica in campo, i partenopei arricchirono parecchio il loro palmares. Proprio negli anni del “Pibe de Oro”, il Napoli vide infatti incrementarsi in modo importante il numero di titoli conquistati nella sua storia. Dei due Scudetti conquistati, quello più combattuto fu quello del 1990, vinto in volata contro il Milan. In quella stagione, Maradona, nelle ultime 5 partite, si mise in cattedra realizzando 4 reti (tra cui una doppietta contro la Juventus) e mettendo a referto un assist. Gli azzurri vinsero tutti questi ultimi match conquistando il tricolore.

La magia di Diego però non stava tanto nei numeri di gol o di assist, ma nel modo con cui, nelle giornate di grazia, trascinava i suoi compagni, con una facilità impressionante. La sua esperienza a Napoli si interruppe nel 1991 dopo 257 presenze, 115 gol, 76 assist e la conquista di una piazza intera che, ancora oggi, a oltre 4 anni dalla sua scomparsa, lo idolatra.

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