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Stelle del passato – Roma: il “pupone” e tutti gli altri

Nel passato della Roma ci sono stati dei calciatori semplicemente leggendari. Oltre a Francesco Totti, tanti altri hanno lasciato il segno.

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Francesco Totti
Francesco Totti (© AS Roma)

Domani pomeriggio, la squadra di Vincenzo Italiano giocherà all’Olimpico un importantissimo match contro i giallorossi. La Roma ha avuto, nel suo passato, una cospicua quantità di campioni che hanno toccato varie epoche della storia del club. Giocatori che sono riusciti ad entrare nel cuore dei tifosi per longevità, trofei alzati da protagonisti, o entrambe le cose.

Franco Tacredi, il portiere del primo scudetto

Il portiere più importante e iconico della storia dei giallorossi è sicuramente lui. Franco Tancredi fu il portiere del primo scudetto vinto dalla Roma nella sua storia nel 1983 e anche di tanti altri trofei. Il numero 1 difese i pali della “lupa” dal 1977 al 1990. Dopo un inizio da secondo, dalla stagione 1979/1980 si prese la titolarità e non la lasciò più fino al suo addio.

Oltre allo storico scudetto, contribuì anche alla vittoria di ben 4 Coppe Italia, oltre ad essere stato protagonista della finale di Coppa dei Campioni giocata dalla Roma nel 1984, persa ai rigori contro il Liverpool. Chiuse la sua esperienza in giallorosso con 389 presenze complessive (nono nella classifica all time dei giallorossi), 336 gol subiti e 166 clean sheet. Numeri che, oltre ai trofei vinti, fanno di lui una vera e propria leggenda del club.

“Pluto” Aldair, un difensore iconico

Aldair Nascimento Dos Santos. Questo è il nome completo di uno dei difensori più importanti difensori della storia della Roma. Il centrale brasiliano arrivò nella Capitale durante l’estate del 1990. Proprio gli anni ’90 furono per lui gli anni migliori in giallorosso, quelli in cui riuscì a giocare e a incidere maggiormente. Nella sua prima stagione in giallorosso, vissuta già da protagonista, ebbe l’enorme soddisfazione di riuscire a vincere il suo primo trofeo: la Coppa Italia.

Aldair

Aldair (© AS Roma)

Da qui il suo status all’interno della squadra crebbe sempre di più. La sua leadership silenziosa e le sue abilità sia tecniche che nei fondamentali difensivi lo resero un perno imprescindibile. Nel 1994 arrivò per lui anche la soddisfazione di vincere la Coppa del Mondo da protagonista con il suo Brasile, in un torneo dove giocò tutte le partite. “Pluto”, come veniva spesso simpaticamente soprannominato dai suoi tifosi, purtroppo si fermò proprio sul più bello.

Nell’anno dello scudetto del 2001 ebbe un gravissimo infortunio che gli impedì di avere un ruolo importante in quella cavalcata. La sua avventura con la maglia della Roma si chiuse 2 anni più tardi dopo 436 presenze, 20 gol e 10 assist. Per l’occasione, la società gli organizzò un’iconica amichevole Roma-Brasile, in cui ovviamente Aldair giocò con entrambe le squadre, un tempo a testa.

Daniele De Rossi, capitan futuro

Il legame che lega il centrocampista italiano con i giallorossi è di quelli indissolubili. La carriera di Daniele De Rossi si sviluppò quasi interamente con la maglia della sua squadra del cuore. L’esordio in prima squadra, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili, arrivò nel lontano 2002. Da quel momento cominciò una lunghissima storia che lo portò ad indossare questi colori per 17 lunghi anni.

De Rossi alla vigilia di Roma-Bologna

De Rossi (© AS Roma)

Nel mezzo, arrivò anche il soprannome di “capitan futuro”, vista la concreta possibilità che potesse essere lui il successore di Francesco Totti nel diventare il capitano della Roma. Un onore che infatti ebbe nelle sue ultime due stagioni, prima di passare al Boca Juniors e chiudere lì la sua carriera. Con i giallorossi vinse due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Nel mezzo il bellissimo mondiale del 2006 vinto con la maglia azzurra, torneo a in cui giocò poco a causa di un espulsione, ma in cui riuscì a dare un bel contributo in finale contro la Francia.

La leggendaria carriera di Daniele De Rossi con la maglia della Roma si concluse con 616 presenze, 63 gol e 61 assist. Per alcuni mesi ha anche avuto l’onore di diventare l’allenatore della sua squadra del cuore, avventura però tristemente finita 2 mesi fa in malo modo.

Francesco Totti, il capitano

Quando si pensa alla Roma, il primo nome che viene in mente è il suo. Francesco Totti è il simbolo di questa squadra, il giocatore che, con la sua classe e la sua fedeltà, ha conquistato di diritto il primo posto nei cuori e nelle menti di tutti i tifosi giallorossi. La prima presenza in Serie A arrivò nel 1992, ma l’inizio non fu dei più rosei. Ci mise qualche stagione prima di conquistarsi un ruolo da protagonista, ma da quel momento divenne inarrestabile.

Dopo stagioni molto complicate per la sua Roma, in cui non riuscì ad alzare nessun trofeo, il 17 giugno 2002 arrivò il giorno più bello della sua storia con i giallorossi. Anche grazie a un suo gol, la squadra vinse per 3-1 l’ultima giornata di campionato contro il Parma e conquistò lo scudetto in volata contro al Juventus. Il picco della sua carriera durò ancora qualche anno e gli occhi dei grandi club europei stettero su di lui per molto tempo. Iconico fu il suo rifiuto al Real Madrid dei “galacticos” nel 2004.

Concluse la sua leggendaria carriera il 28 maggio 2017 e il suo addio al calcio fu un autentico show, con tanto di lettera dedicata ai suoi tifosi poco dopo la fine della partita. Con la Roma, oltre allo scudetto, vinse anche due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Concluse con il record di presenze nella storia della Roma, 785, condite da 307 gol e 207 assist. Numeri che non solo lo rendono il più grande calciatore della storia della Roma, ma anche uno dei migliori italiani che abbiano mai calcato un campo di calcio.

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