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Stelle del Passato – Un omaggio al Grande Torino
La leggenda del Grande Torino è ancora impressa nei cuori e nelle menti di tantissimi tifosi e appassionati.
Nella storia del calcio, poche squadre sono ricordate come il Grande Torino. La leggenda degli eroi che portarono al club granata fama e successi è intramontabile. La tragedia di Superga contribuì a consolidare ulteriormente il mito di quella squadra imbattibile. Per questo motivo, l’episodio di oggi di Stelle del Passato sarà incentrato su di loro.
La difesa del Grande Torino
I pali della squadra che dominò in Italia dal 1942 al 1949 vennero difesi prima da Bodoira e poi da Bacigalupo. Il primo fu giocò ai granata dal 1941 al 1943. Nella seconda stagione conquistò scudetto e Coppa Italia. Bacigalupo invece subentrò nel 1945 e rimase il portiere titolare della squadra fino alla fine. Fu uno dei protagonisti di tutti gli altri trionfi del Grande Torino.
Nella invalicabile difesa di quella squadra si alternarono tantissimi calciatori fenomenali. Da Piacentini e Ferrini passando per Ballarin e Rigamonti per arrivare a Tomà. Ognuno di questi giocatori ha contribuito a costruire la diga che ha permesso alla squadra di ottenere tutti i trofei di quel magico periodo.
Centrocampo: quantità, qualità e Mazzola
Le sgaloppate di Ossola, Menti e Loik, unite alla rocciosità dei vari Castigliano, Grezar, Martelli ed Ellena, e Baldi. Questi furono i principali giocatori che composero il centrocampo del Grande Torino. Su tutti però c’era una mezzala in particolare che, quando decideva che era arrivata l’ora di cambiare la partita, diventava inarrestabile.
Stiamo parlando del capitano di quella squadra, Valentino Mazzola. Il giocatore più talentuoso di quel Torino, non che uno dei calciatori più forti e impattanti della storia del calcio italiano. Si diceva che, quando decideva di fermarsi in mezzo al campo per arrotolarsi le maniche della maglietta, per gli avversari fosse la fine. Oltre a questo, era dotato di abilità fuori dal comune, tra cui un dribbling molto efficace e un grandissimo tiro.
Ferraris e Gabetto in rifinitura
A completare il quadro, c’era un reparto offensivo di altissimo livello. Oltre allo stesso Mazzola, che spesso e volentieri agiva proprio a supporto del reparto offensivo, il reparto in quegli anni fu rifinito da Ferraris e Gabetto.
Pietro Ferraris giocò con i granata tra il 1941 e il 1948. Durante questo periodo realizzò 42 gol e 5 assist in 147 presenze complessive. Vista il lungo periodo di militanza sotto la Mole, fu uno dei protagonisti di quasi tutti i principali trionfi ottenuti dal Grande Torino.
Guglielmo Gabetto, invece, fu il giocatore più prolifico di quella squadra, anche più di Mazzola. Arrivò al Toro nel 1941 e, fino alla tragedia di Superga, segnò 107 gol in 199 partite.
Il Grande Torino: gli immortali
Una delle squadre più forti che la storia del calcio abbia mai accolto, vide terminare tragicamente il proprio viaggio il 4 maggio del 1949. Di rientro da un’amichevole persa per 4-3 contro l’Ungheria di Puskas, l’aereo che stava trasportando i giocatori e lo staff del Grande Torino si schiantò tragicamente contro la Basilica di Superga. Nell’impatto, morirono tantissimi tra componenti del club, equipaggio e giornalisti.
Una data che segnò definitivamente la fine sportiva ma, allo stesso tempo, l’immortalità del Grande Torino. Una squadra in grado di conquistare 5 campionati consecutivi, segnare il record di marcature nel campionato 1947/1948 (125), stagione in cui arrivò anche, nella partita contro l’Alessandria, il record di maggior scarto in un singolo match (10-0). Inoltre, tra il 1943 e il 1949, la squadra rimase imbattuta in casa per ben 88 partite consecutive.
Numeri che raccontano solo in parte la leggenda di una squadra che sembrava invincibile.
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