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Bologna

The Day after – 27 Apr

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Ti amo, ti odio, ti voglio un gran bene

E’ il novantesimo: la Fiorentina ha da poco chiuso la partita con la doppietta di uno scatenato ed imprendibile Cuadrado. 3-0 e tutti a casa, con un pericolosissimo terz’ultimo posto a tre giornate dalla fine che pesa più di un macigno: nel Belpaese, dove di calcio si vive e si muore, una situazione del genere difficilmente viene tollerata, in particolar modo in piazze di una certa storia e tradizione ( delle quali Bologna, per tutta una serie di parametri e caratteristiche fa ovviamente parte). In casi del genere si rischia spesso la sommossa popolare:  è risaputo. Passi per la politica, passi per la crisi, ma sul calcio, in Italia, non si transige.

Eppure, nello stivale, c’è un’oasi felice,  da cui tutti dovrebbero prendere spunto ed esempio. La dotta, la grassa, la rossa….la comica.

Perché a Bologna siamo proprio originali in tutte le nostre sfumature ed aspetti: capita così che, nel giorno dell’ennesima bruciante sconfitta ( perché il derby dell’Appennino è sempre una partita a sé stante per importanza storica e non solo…) con una situazione di classifica a dir poco critica, al culmine di un campionato da dimenticare, la curva, invece che contestare sonoramente i propri giocatori, arrivi non solo ad applaudirli, ma ad incitarli con una forza e potenza che manco una squadra in lotta per la Champions.

Benvenuti a Bologna: dove si ride in faccia alle sventure e si trova sempre un motivo per stare allegri. Dove una tifoseria follemente innamorata della propria squadra è comunque raziocinante al punto da sapere che contestare i giocatori, a questo punto, sarebbe inutile oltre che deleterio: i colpevoli, quelli veri, son già stati smascherati tempo fa.

“ Ti amo, ti odio, ti voglio un gran bene”: Dino Sarti aveva proprio ragione. I bolognesi, la propria squadra, non riusciranno proprio mai ad odiarla: nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, le saranno sempre vicino.

Ieri, quella andata in scena al Dall’Ara, è stata una lezione di civiltà e senso di appartenenza come poche altre: nessuno, sui media nazionali, probabilmente ne parlerà, troppo impegnato a presentare le ultime bravate di Balotelli o a tessere le lodi di personaggi tutt’altro che apprezzabili.

Ma state certi che, per chi era ieri presente, sarà difficile scordare uno spettacolo del genere: perché A o B che sia, Guaraldi o Zanetti, Consorte o chi per lui, Bologna può star tranquilla.

E come recitava un famoso detto dei tifosi del Liverpool, “ non camminerà mai da sola”. Che bello essere bolognesi.

 

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