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The Day After: “La fede non retrocede mai!” – 11 Mag

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Incubo o realtà?

Il Bologna è in B, o almeno così pare: lo shock post trauma, vivido e impresso come non mai, è ancora lungi dall’essere smaltito.  Incubo o realtà? Pare tutto fin troppo surreale per essere vero: il cielo è grigio e denso di nubi sopra la città delle Due Torri, l’aria è colma di una disperazione palpabile.

No, non può esser finita 2-1 per il Catania: no, Chievo e Sassuolo non possono aver vinto davvero. Cos’è successo questo pomeriggio al “ Dall’Ara”? Bianchi e compagni sono davvero riusciti nell’impresa di sbagliare tutto lo sbagliabile? Hanno davvero perso contro una squadra in dieci uomini per un’ora abbondante? No, non può essere: c’è un limite a tutto.

Deve essere stato un brutto incubo: colpa forse di un pranzo domenicale un po’ troppo pesante e di una pennichella non troppo tranquilla. Sì, deve esser stato un sogno.

Eppure qualcosa non quadra: la classifica è aggiornata e recita una tremenda verità. Sassuolo 34, Chievo 33, Bologna 29.

No, non è stato un incubo: quel che tutti di più temevamo è successo davvero. Retrocessione. R-e-t-r-o-c-e-s-s-i-o-n-e.

C’è chi se la prende con gli arbitri, ma non pare proprio il caso: se ad oggi 11 maggio il Bologna ha raccolta la miseria di 29 punti in 37 giornate di campionato, non è certo per colpa di presunti errori dei fischietti.

C’è anche chi se la prende con i giocatori: ma che senso avrebbe? La partita di oggi ha parlato chiaro, una volta per tutte: questa rosa non è mai stata all’altezza della massima serie. Ma d’altronde, questo già lo sapevamo.

Oggi è il giorno del lutto: un giorno di sconfitta per un’intera città, dalla stampa all’imprenditoria, dalle istituzioni ai magazzinieri.

Non è bastato il grande cuore di una tifoseria da dieci e lode: è per loro che dispiace per davvero, per chi quest’anno non ha mollato mai, credendoci fino alla fine, macinando kilometri su kilometri in giro per l’Italia, ricevendo sistematicamente umiliazioni su umiliazioni. Dispiace per chi in questo momento starà piangendo nella sua stanza, troppo orgoglioso per farsi vedere in lacrime dagli altri. Dispiace per chi soffre e tifa per questi colori.

Questo è il momento del silenzio, della riflessione, della meditazione. Per assimilare il dolore. Siamo retrocessi.

Ma la fede, no, quella non retrocede mai: e nonostante tutto, il tifoso bolognese non può che esser orgoglioso della splendida manifestazione d’affetto dimostrata quest’anno.

Forza Bologna. Oggi più che mai. 

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