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The Duel – Palacio vs Ribery

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Il derby dell’Appennino è da sempre una partita importante. Quest’anno poi, oltre alla storica rivalità che già di suo accende l’atmosfera, c’è anche la classifica a rendere la sfida ancora più significativa.

La vittoria serve infatti ad entrambe le formazioni, ed è per questo che viola e rossoblù scenderanno sul campo del Dall’Ara ancora più attenti e determinati del solito.

Tra gli spunti interessanti che la partita offre, uno confronto che si può rivelare decisivo è quello tra i due giocatori più esperti delle squadre, Rodrigo Palacio e Frank Ribery. Il duello della settimana riguarda quindi questi due campioni da tempo affermati, chiamati a far da guida ai compagni più giovani e meno maturi.

Classe ’82 il primo, un anno più vecchio il secondo, i calciatori qui analizzati si distinguono per un lungo percorso affrontato, all’interno del quale possono vantare diversi traguardi importanti. Entrambi vicecampioni del mondo con le rispettive nazionali (nel 2014 e nel 2006), Palacio e Ribery sono riusciti ad avere successo anche con le squadre di club: se l’argentino ha conquistato tre campionati nazionali e una Coppa Libertadores con il Boca Juniors, il francese ha vinto tutto con il Bayern Monaco. Oltre ai numerosi trofei vinti con i club, quest’ultimo vanta diversi riconoscimenti a livello individuale, tra cui spiccano il UEFA Best Player in Europe (davanti a Messi e Cristiano Ronaldo) e il miglior calciatore dell’anno ai Globe Soccer Awards.

Nonostante siano entrambi giunti ai capitoli conclusivi delle loro carriere, i due attaccanti dimostrano di essere ancora in condizione per fare la differenza, rappresentando elementi importanti all’interno delle due rose. El Trenza è infatti sceso in campo in 32 occasioni, vestendo per 23 volte la maglia da titolare; Scarface (soprannome attribuitogli dai suoi ex tifosi del Galatasaray per via della sua nota cicatrice sul volto) ha collezionato invece 25 presenze, partendo dal primo minuto in tutte le occasioni eccetto una. Il fatto che Mihajlovic e Iachini (e Prandelli prima di lui) non rinuncino mai ai due talenti dimostra quanto questi siano determinanti per i meccanismi tattici offensivi delle due squadre, a cui riescono a garantire qualità e dinamicità. La grande tecnica di cui dispongono, unita ad una profonda conoscenza del gioco, fa sì che Palacio e Ribery sappiano sempre quale sia la giocata da fare, dettando la soluzione ai compagni o gestendo la manovra in prima persona. Grazie ad un sapiente uso del corpo, i due calciatori si muovono tra le linee alla ricerca del giusto spazio, cercando spesso il dialogo con i compagni. Questa capacità di creare gioco si concretizza negli assist forniti ai colleghi di reparto, a cui riescono spesso ad offrire un varco per la porta: sono 4 i passaggi chiave distribuiti dal giocatore rossoblù, addirittura 7 quelli messi a referto dal giocatore viola.

Giocate col pallone a parte, ciò che rende Palacio un attaccante unico è il fatto che riesca a garantire un prezioso lavoro di raccordo, mettendosi sempre a servizio del collettivo e consumando energie per il bene della squadra. Essendo dotato di una grande intelligenza calcistica, il numero 24 del Bologna capisce quando è il momento di attaccare la profondità oppure quando bisogna gestire il possesso della palla, offrendo ai centrocampisti un appoggio facile; modello di altruismo, il calciatore argentino rappresenta un esempio per i compagni più giovani, a cui suggerisce in modo silenzioso ma autorevole il comportamento da seguire. Dall’altra parte, Ribery garantisce alle trame della Fiorentina imprevedibilità e dinamismo; grazie al suo repertorio fatto di tecnica e velocità, il talento francese rappresenta un pericolo costante per le difese avversarie, costrette a chiuderlo ed evitare che sfrutti la sua abilità nel dribbling per accendere l’azione. La capacità di leggere la situazione, scegliendo di volta in volta se accentrarsi per la conclusione o allargarsi sulla fascia per liberare spazio per un cross, rende il numero 7 viola un elemento fondamentale nei meccanismi d’attacco della Fiorentina, di cui è leader sia in campo che in spogliatoio.

Se in passato Palacio è stato anche un grande realizzatore (chiudendo alcune stagioni con più di 20 gol, per un totale di 220 reti in carriera), negli ultimi anni ha perso un po’ di freddezza sotto porta, rendendosi colpevole di alcuni errori banali che hanno più volte fatto arrabbiare allenatore e tifosi (anche se per il prezioso lavoro che svolge in campo è difficile rimproverargli qualcosa). Un discorso simile si può fare per Ribery, che pur non essendo mai stato un attaccante vero e proprio -il suo ruolo naturale è quello di esterno sinistro- ha chiuso in passato stagioni con numeri importanti (sono 161 le reti complessive messe a segno in carriera), non riuscendo ad essere così efficace negli ultimi anni.  

Bologna-Fiorentina è una partita importante. E se è vero che nelle grandi occasioni sono i campioni a fare la differenza, chissà che non siano proprio Palacio e Ribery a rendersi protagonisti domenica. La parola come sempre spetta al campo.

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