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Bologna FC

The duel – Svanberg vs. Mandragora

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Due giorni di pausa e si torna già in campo. Domani sera il Bologna sarà infatti impegnato nella sfida col Torino, nel turno infrasettimanale valido per la 32^ giornata di Serie A.

Reduci da due convincenti vittorie, rossoblù e granata si daranno battaglia sul prato del Dall’Ara per provare a dare continuità alle belle prestazioni di domenica.

Tra i protagonisti della stagione disputata fin qui dalle due squadre ci sono due ragazzi che, nonostante la giovane età, si stanno rivelando veri e propri leader del centrocampo: si tratta di Mattias Svanberg e Rolando Mandragora. Il duello della settimana riguarda proprio questi due giocatori, che grazie a partite di spessore stanno confermando le aspettative riversate su di loro da società e allenatori.

Sia Svanberg che Mandragora si stanno rendendo infatti protagonisti di un ottimo campionato, e i numeri relativi alle presenze confermano quanto siano importanti per Mihajlovic e Nicola; mentre il primo ha giocato fin qui 28 partite, di cui 20 dal primo minuto, il secondo da quando è arrivato a Torino a febbraio (dall’Udinese) non ha saltato neanche un minuto di quelli a disposizione. La fiducia riposta in loro sta venendo pagata da prestazioni convincenti, simbolo della maturità raggiunta dai due calciatori; classe ’99 il centrocampista rossoblù, ’97 quello granata, entrambi sono cresciuti molto in termini di personalità, guadagnandosi giustamente un ruolo fondamentale all’interno dei due sistemi di gioco. Nel 3-5-2 messo in campo da Nicola, Mandragora ricopre il ruolo di centrocampista centrale, con compiti sia da regista che da filtro davanti alla difesa; nel 4-2-3-1 schierato invece da Mihajlovic sappiamo come Svanberg sia uno dei due giocatori che vanno a legare difesa e trequarti, con funzioni quindi sia di interdizione che di costruzione.

Centrocampisti dinamici e versatili, i due ragazzi riescono ad essere affidabili in entrambe le fasi del gioco, garantendo qualità alla manovra offensiva e copertura in quella difensiva. Nonostante entrambi siano dotati di una buona tecnica e possiedano una discreta visione di gioco, il centrocampista italiano ha caratteristiche più da playmaker, essendo colui che deve dare ordine alle trame della squadra, mentre quello svedese è sicuramente più bravo negli inserimenti senza palla, accompagnando con qualità le azioni offensive. Sfruttando la propria forza fisica, il numero 32 del Bologna riesce a gestire con personalità il pallone, alternando iniziative personali a passaggi per i compagni, a cui offre sempre un appoggio grazie al suo movimento tra le linee avversarie. Se Mandragora è più abile nella costruzione del gioco, dettando il ritmo della partita grazie alle sue capacità di passatore, Svanberg è più pericoloso in fase offensiva, dove riesce ad incidere anche in termini di gol e assist: sono infatti 5 le reti messe da lui a segno in campionato e 2 i passaggi chiave forniti ai compagni (contro i 2 gol e 1 assist firmati dall’ex Udinese).

Oltre alle doti evidenziate in fase di costruzione, i due ragazzi si stanno rivelando determinanti anche in fase di copertura, dove sfruttano la propria stazza (183cm x 75kg il giocatore granata, due centimetri più alto il collega rossoblù) per “fare legna” davanti alla difesa. Sono 27 i palloni intercettati e 91 quelli recuperati da Svanberg in stagione -a cui si aggiungono 96 contrasti vinti- mentre sono 21 quelli intercettati e 68 quelli recuperati da Mandragora. Statistiche a parte, ciò che il campo dimostra è che i due giocatori si sono resi più volte protagonisti di interventi decisivi, aggiungendo quantità alla qualità garantita nella metà campo offensiva.

In questa stagione stanno crescendo entrambi a vista d’occhio -sia in termini di personalità che di doti prettamente calcistiche- ed è per questo che i tifosi di Bologna e Torino sperano di poter continuare a godere a lungo delle loro qualità (anche se sappiamo come alcune big abbiano mostrato segni di interessamento per i due, soprattutto per il gioiellino rossoblù). Intanto domani potranno vederli uno di fronte all’altro, in una sfida nella sfida che potrebbe rendere la partita ancora più interessante.

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