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Thiago Motta: «Con me gioca chi merita. Zirkzee sta facendo un gran lavoro, guai a sottovalutare il Frosinone»

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A due giorni dalla partita contro il Frosinone, in programma al Dall’Ara nella giornata di domenica, Thiago Motta ha tenuto la consueta conferenza stampa pre-match, rispondendo alle domande dei giornalisti che qui riportiamo:  

La tua squadra ha fermato tre delle quattro big del campionato, giocando ottime partite. Adesso arriva il Frosinone, cosa c’è di sbagliato nel pensare che sia più facile?

Il Frosinone ha un punto in più in classifica, e non è per caso, avendo già giocato contro ottime squadre. Stanno facendo un ottimo campionato. Noi dobbiamo continuare a lavorare e combattere, come abbiamo fatto in previsione di tutti gli avversari. E alla fine vedremo.

Ogni partita è importante, lo sappiamo. Ma questa può essere davvero un punto di svolta?

Tutte le partite lo sono, soprattutto per un allenatore. Per ogni tecnico la prossima partita è quella più importante, e la nostra è contro il Frosinone. Che ha fatto fino ad ora un ottimo campionato, con una squadra che ha cambiato tanto e un allenatore che sa ciò che vuole, perché lo trasmette e questa cosa si vede in campo. Noi dobbiamo fare quello che dobbiamo, in uno stadio pieno, con la grande e bellissima responsabilità di dare il massimo.

È stata una pausa delle nazionali piuttosto densa di eventi, alcuni spiacevoli, tra cui uno a cui ha dovuto assistere un suo giocatore durante Belgio-Svezia. Ha visto tranquillo Karlsson? Ha avuto ripercussioni? Con che stato d’animo ha visto un po’ tutti i calciatori, a seguito di queste due settimane molto intense?

In primis solidarietà per le famiglie delle vittime, sono loro a cui rimane questo dolore. Jesper l’ho visto bene, quando è arrivato si è subito allenato. È un ragazzo molto calmo e tranquillo, è chiaro abbia vissuto un qualcosa di difficile, ma lo vedo bene, ed è in forma come tutti gli altri. La vita continua, preparandosi per la prossima partita.

Tra gli altri eventi di queste settimane, è uscito un retroscena circa dei contatti con il Napoli avuti quest’estate, con De Laurentis che ieri in conferenza stampa ha detto che è da stupidi rifiutare il Napoli perché non si sa quello che si perde. Come si sente di rispondere?

Non è il mio presidente. Zero commenti.

Un punto sulle condizioni dei giocatori un po’ in dubbio: Kristiansen è tornato in gruppo ieri, come sta il ragazzo e quanti minuti ha nelle gambe? E poi, ci può raccontare come sta andando il ritorno in gruppo di Posch e Lucumì?

Victor non ha nessun dolore, e se deve giocare 90’ lo fa, perché mi ricordo quando è arrivato non era nella sua miglior forma, eppure ha giocato subito, il che vuol dire che mentalmente è molto forte. Però non inizierà la prossima, perché Lykogiannis sta molto bene e comincerà lui. Jhon sta recuperando, non è ancora con il gruppo, e stessa cosa Stefan, sperando di riaverli al più presto con noi per poterci aiutare.

Sei un allenatore che ha conquistato la fiducia del gruppo con scelte molto meritocratiche, però pensando a Lykogiannis… Ricordo anche da tuoi messaggi non rientrasse nei tuoi piani, per cui anzi volevi una rosa più snella al fine di poter dare più opportunità a tutti. Poi invece è rimasto, e ora, al netto delle condizioni di salute dei compagni, è protagonista.

Sì, ma è tutto merito suo. Lykogiannis ha passato un’estate difficile, da quando abbiamo parlato e gli ho espresso quello che pensavo su ciò che sarebbe stato meglio per lui. Ha preso la decisione di rimanere, e sa molto bene che da quando è finito il mercato chiunque ha le stesse possibilità, dimostrandole in campo. E lui ha dimostrato sul campo che deve giocare. Ed è per questo che sono contento per lui e per il gruppo, perché abbiamo un ragazzo come Lyko che si allena bene, aiuta e quando partecipa lo fa molto bene. Deve continuare, può migliorare sicuramente e lui lo sa, soprattutto nella nostra fase di possesso. Però è un ragazzo che serve d’esempio anche per gli altri, perché lavora bene e merita quello che ha.

Thiago, quali sono le parole esatte per definire questa tua squadra, te compreso, che ha fatto questo ottimo filotto di risultati utili di fila?

Per me sono importanti attitudine e atteggiamento, poi il carattere, che viene fuori al momento delle difficoltà. Persistere, insistere, essere resilienti e avere personalità, cosa che possiamo migliorare ancora soprattutto nella nostra fase di possesso.

Cosa le ha impressionato del Frosinone, all’inizio dell’anno data in lotta per la retrocessione, ma con attualmente 12 punti veri, presi con le proprie qualità e il proprio gioco?

Il Frosinone è una squadra che si è fatta trovar pronta, sa quello che vuole ed è disposta a lottare. E si è visto dal primo all’ultimo minuto giocato. Sanno cosa devono fare, giocano bene quando gli avversari glielo permettono, quando verticalizzano sono molti pericolosi perché attaccano con tanti giocatori, e hanno sicuramente qualità individuali come Soulè, Barrenechea, e tanti altri che in questo momento funzionano.

Ha parlato con De Silvestri? Vede anche lui con uno stimolo, una forza di volontà in più, un fare da leader di questo gruppo, non solo nella gara con l’Inter ma anche in allenamento?

Lollo è già di natura un ragazzo molto molto responsabile. Di un’intelligenza diversa, per come è cresciuto e ciò che ha vissuto. È un leader naturale, non deve sobbarcarsi più responsabilità e pressioni addosso, perché quell’atteggiamento gli viene naturale. È un ragazzo che fa bene al gruppo, tanto dentro quanto fuori dal campo. Quando partecipa è fantastico perché cerca sempre di aiutare, quando non lo fa continua ad esserlo, perché si allena benissimo. Lui deve anche approfittare, perché sa di essere abbastanza vicino alla fine della carriera, ma senza mettersi pressioni in più, perché non ne ha bisogno. Deve continuare così e approfittare del momento.

Saelemaekers ha detto di non vedere l’ora di far vedere che giocatore è. Tu ne hai sempre parlato in maniera speciale… Ci siamo?

È un ragazzo speciale, che si è inserito benissimo nel gruppo, cosa di cui non avevo dubbi, venendo dal Milan era naturale conoscere un po’ il ragazzo. Da quando abbiamo parlato ho visto il carattere, la persona, e questo per noi è importantissimo. È un altro che vuole dimostrare tanto, che a volte non è sempre la cosa giusta da fare. Ha grandi qualità e si integrerà in modo naturale, darà in campo tutto ciò che già riesce a dare fuori, non c’è alcun dubbio. Ha solo ancora bisogno di tempo per poter contribuire attraverso le sue caratteristiche. Vedremo se nella prossima o se in quella dopo ancora: il campionato è ancora lunghissimo, e non è una maratona.

Di Francesco ha fatto un gran lavoro a Sassuolo, poi con la Roma, dopo ha avuto alcuni problemi, non riuscendo sempre a esprimere il suo gioco e andando incontro a diversi esoneri. Mentre ora col Frosinone sembra essere tornato a fare ottime cose.

Se guardiamo solo al risultato, ok. Ma io come allenatore non la vedo così, e ce ne sono alcuni che mi piacciono di più mentre altri meno, anche solo per una questione stilistica. Di Francesco ha sempre cercato di far giocare bene le sue squadre, ed è una cosa che ammiro, perché non è facile. Se non hai fatto buoni risultati non hai fatto un buon lavoro, ma questa cosa non è vera, perché ho visto delle partite dove la sua squadra non ha vinto pur giocando meglio degli avversari, e di non vincere semplicemente succede. È un allenatore che vuole far sempre giocare la sua squadra, e oggi ne ha in mano una che funziona pur dopo tutti i cambi di inizio stagione. Sta facendo un buonissimo lavoro, ed è tutto merito suo. Io non credo nella sfortuna, credo nel lavoro.

Zirkzee ha fatto una grande partita con l’Inter. Non corre il rischio d’essersi specchiato un po’ in questa prestazione?

Spero per lui di no, perché abbiamo Sydney che ha una fame enorme di giocare. Io comunque non l’ho visto così in settimana, anzi l’ho visto impegnarsi allo stesso modo di prima; questa è la cosa giusta e lui lo sa molto bene perché ha vissuto entrambe le fasi qui a Bologna. Ad oggi, continuo a dire, è un grande esempio per il gruppo, perché lavora, e pur pensando a ciò che gli piace si applica anche per fare ciò che apprezza di meno. Ed è per questo che, a prescindere dal goal di San Siro, sta facendo delle prestazioni di altissimo livello.

 

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