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Thiago Motta dopo il successo sull’Atalanta: «Vittoria importante, di tutto il gruppo, di tutta Bologna»

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Thiago Motta si è presentato visibilmente felice, al limite della commozione, ai microfoni di DAZN dopo la vittoria del suo Bologna contro l’Atalanta. Una vittoria incredibile, fatta di caparbietà, attenzione, sacrificio e tecnica, per una squadra che solo tre giorni fa a San Siro aveva eliminato l’Inter dalla Coppa Italia e sei giorni fa aveva sconfitto la Roma, sempre al Dall’Ara. 

L’intervista di Thiago Motta dopo Bologna-Atalanta

Quanto pesa questa vittoria?

«Una grande vittoria per la partita, molto difficile, complicatissima da giocare anche guardando la settimana con i 120 minuti di San Siro mercoledì e oggi sabato alle 15. È  stata la Vittoria più difficile per il contesto della partita e della settimana e siamo riusciti ad essere forti e presenti, con questo gol di Lewis e abbiamo fatto “restare” a casa questi tre punti (ride, ndr)».

Al di là della classifica e delle vittorie che sono tante, la più grande vittorie è aver riportato entusiasmo nel pubblico?

«Sono molto contento dell’alchimia che c’è tra pubblico e giocatori, tra pubblico e squadre, perché questi giocatori in campo trasmettono qualcosa di straordinario. Una vittoria dopo l’altra. Si comincia, si ricomincia e non è mai facile. Provo una grande ammirazione per questi ragazzi che fanno settimane come questa. Ancora di più per questo periodo. Dal primo giorno si sono presentati a lavorare col giusto spirito e il pubblico riconosce questo. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi perché all’interno di una stagione ci sono i momenti belli, ma ovviamente arrivano anche i momenti meno belli. E quindi abbiamo bisogno del nostro pubblico, che resta lì e sostiene costantemente questi ragazzi che provano a spingere sempre di più. Oggi è una vittoria di gruppo, inteso come noi e tutta Bologna perché i tifosi sono stati presenti fino all’ultimo e hanno dato una grande mano ai ragazzi. Ho parlato con loro all’inizio della partita e ci siamo detti che la stanchezza non esisteva oggi, ma a fine partita ovviamente si vede, si sente. É normale, ma con l’aiuto del pubblico, con il lavoro quotidiano abbiamo la nostra ricompensa».

Tutti parlano di Europa. L’allenatore deve lavorare anche un po’ sulla testa dei suoi ragazzi per tenere tutti coi piedi per terra o è anche bello e utile sognare?

«Penso che questo entusiasmo e questa euforia che c’è a Bologna, nel nostro pubblico, fa solo che bene. Perché la gente ha il diritto di sognare, e noi abbiamo il dovere, come sempre, di fare il nostro massimo con impegno e col sorriso. Il nostro lavoro, il calcio, è qualcosa di bello. I ragazzi lo sanno e quando riesci a giocare non soltanto per te stesso, giochi trasmettendo a chi ha bisogno di qualcosa di bello, che vuole queste emozioni. Adesso, comunque, è ancora molto lunga la strada, non siamo nemmeno a metà campionato. Abbiamo due giorni per recuperare, per passare il Natale in famiglia, con gli amici, riposare e recuperare com’è giusto che sia. Dopo riprendiamo e si penserà a preparare bene la partita con l’Udinese».

A proposito dei singoli, a parte Zirkzee: come sta Ndoye uscito per infortunio? E poi, un commento su Ferguson che combatte per 90 minuti col sorriso sulle labbra e segna il gol vittoria: quanto è importante? Può essere uno degli uomini copertina di questo Bologna?

«Il sorriso sul volto non è scontato. Su Dan dobbiamo valutarlo perché ha un problema muscolare, dobbiamo capire la situazione nei prossimi giorni e vedremo come starà. È un bravo ragazzo, serio, sa che quando arrivano questi momenti deve rimanere sempre positivo per recuperare al meglio, il prima possibile e tornare coi compagni in gruppo. In questo periodo ha giocatore tante partite, penso che al Basilea avesse fatto anche 10 giorni di riposo, e giocando tanto così succede. Su tutti i singoli è difficile dare una valutazione. Ferguson è uno dei nostri leader, in campo e fuori. È un ragazzo che lavora sempre col sorriso, si trova bene nel gruppo, aiuta, e lavora sempre al massimo. Ma ci sono anche altri così: c’è Remo, c’è Riccardo, c’è Joshua e sono tutti ragazzi che si prendono questo ruolo di leadership in campo. È importante avere giocatori così, sono contento di averli, è importante e ora dobbiamo dare continuità».

Da quando è arrivato a Bologna, in che cosa Thiago Motta si sente migliorato come allenatore e come persona?

«La cosa più importante per me è che l’uomo che sei si vede poi nel lavoro. Cerco sempre di migliorarmi come persona e di fare le cose giuste. Ormai, nel mondo in cui viviamo non è facile. Però è la cosa più importante e cerco di trasmettere questo ai miei ragazzi. E poi c’è il soprattutto il lavoro, non solo mio, di tutto il Bologna, di Federico (Frassinella, addetto stampa rossoblù, dietro le quinte durante l’intervista, ndr) che è sempre qua accanto a me, e tutti danno sempre il massimo e io non posso fare a meno di farlo a mia volta. Devo impegnarmi il massimo sempre, per me e anche per questa istituzione, per questa maglia e per i ragazzi. E fino all’ultimo farò così: partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, giorno dopo giorno».

 

 

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