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Il Resto Del Carlino – Thiago Motta elogia: «A volte dormo poco per i miei ragazzi, ma poi vengo ripagato con serate come queste»

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Il tecnico rossoblù si è commosso, come ammesso da lui stesso ai microfoni dopo la partita. L’ennesima prestazione solida del suo Bologna che ha battuto un Verona, che poteva rivelarsi un ostacolo, gli ha lasciato grandi sensazioni, così come al pubblico del Dall’Ara che lo chiamava a gran voce sotto la curva.

«Sono carico e commosso. Sentire gridare il mio nome è bello – dice Thiago – perché sono cose che non si vivono sempre. Io posso solo dire grazie ai tifosi, ma lo ripeto: io sono qui per dare e non per ricevere e a volte penso di non meritare tutto questo affetto. Quindi ringrazio la nostra gente, ma non è giusto che sia io a prendermi le luci: le luci devono prenderle i miei giocatori».

Un legame unico

Aggiungendo che per lui è una lusinga il trattamento riservatogli dai tifosi, senza il quale il calcio non sarebbe lo sport che è. «Il calcio esiste per due componenti, tifosi e giocatori. Io e il mio staff sappiamo che senza questi ragazzi siamo nessuno. E anche senza i tifosi il calcio verrebbe giocato a livello amatoriale. Vedere da fuori questa alchimia tra i tifosi e i giocatori è bellissimo e io mi sento un privilegiato a vivere queste emozioni».

Senza la sua squadra ammette che non sarebbe nulla, ma forse si dimentica che senza un allenatore la squadra non parte neanche per il ritiro e questo Bologna può vantarsi di avere L’Allenatore che può portarli lontano. «Non mi faccio aspettative. Cerco di vivere le mie giornate al massimo e in testa ho solo il bene del Bologna. Se sono più carico o commosso? Certe volte dormo poco per dedicare tutto il tempo ai miei ragazzi: ma poi vengo ripagato da queste bellissime serate».

Ma Thiago ritornerebbe in campo?

Chissà se anche lui avesse voglia di riemettersi gli scarpini per giocare con questo meraviglioso Bologna. Thiago però è proiettato solo sul suo presente e futuro, senza ripensare alle scelte del passato. «Non ho nessun rimpianto per le scelte che ho fatto. Oggi sono felice di allenare questo gruppo splendido di ragazzi e non mi passa neanche per la testa di essere in campo con loro. Ho 41 anni, gli altri mi passerebbero vicino come delle frecce e non mi va di fare figuracce».

Elogi

L’ultimo pensiero va sempre ai suoi giocatori.

«Oggi la partita era complicata, perché il Verona è una squadra tosta: ma sono scesi in campo 11 guerrieri così come chi è subentrato. La parata di Skorupski alla fine, quando la squadra rientrava per difendere il contropiede, ha pesato come un gol».

Un plauso anche a Orsolini. «Poteva cadere in area e cercare il rigore, ma è rimasto in piedi».

Fonte: Il Resto Del Carlino, Massimo Vitali

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