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Thijs Dallinga, da promessa a protagonista

Dopo mesi di adattamento, Dallinga trova il gol decisivo contro il Borussia, entrando nella storia del Bologna in Champions League.

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Thijs Dallinga, Bologna (© Damiano Fiorentini)
Thijs Dallinga, Bologna (© Damiano Fiorentini)

Quattro mesi di attesa, di fatica, di interrogativi, immerso in un clima fatto di aspettative crescenti. Forse, però, ne è valsa la pena. Martedì sera, al Dall’Ara, Thijs Dallinga ha vissuto 32 minuti che rimarranno impressi non solo nella sua memoria, ma anche nelle pagine di storia del Bologna. Segnare il gol che ha accompagnato la prima vittoria rossoblù in Champions League è un traguardo che non si dimentica.

Il suo nome, ora, si aggiunge a un circolo esclusivo. L’ultima volta che il Bologna aveva festeggiato un successo in quella che allora era la Coppa dei Campioni, era il lontano 7 ottobre 1964: Pascutti e Nielsen furono i protagonisti di un 2-1 contro l’Anderlecht. Questa volta, tocca a Dallinga e Iling-Junior riscrivere la storia, dando al popolo rossoblù una notte indimenticabile.

Dallinga: la giocata che racconta un attaccante

L’azione del gol di Dallinga è la fotografia del suo talento. Odgaard lo vede, lo serve nello spazio, e lui lo occupa con l’istinto che solo i veri attaccanti possiedono. Non si può che riconoscere il suo marchio di fabbrica: movimenti precisi, freddezza sotto porta e una capacità innata di trasformare le occasioni in reti.

E poi, c’è quella famosa metafora del ketchup. Qualcuno, tempo fa, gli aveva raccontato che i gol arrivano come il ketchup da un tubetto: all’inizio sembra tutto bloccato, ma poi improvvisamente scorre. Ed è esattamente ciò che è successo. Dallinga si è sbloccato a dicembre contro il Torino, ha replicato con la Roma a gennaio e, martedì, ha completato il tris contro il Borussia Dortmund. Tre gol in sei partite: il segnale che il giovane attaccante sta trovando il suo posto.

Thjis Dallinga (© Damiano Fiorentini)

Thjis Dallinga (© Damiano Fiorentini)

Dallinga e il suo percorso in salita a Bologna

Non è stato un percorso semplice. Quando il 23 luglio scorso Dallinga si è unito al ritiro del Bologna, portava sulle spalle il peso di una valutazione importante: 15 milioni di euro più bonus pagati al Tolosa. Il ruolo di numero nove designato sembrava suo per diritto, ma il campo raccontava una storia diversa. La barriera linguistica, l’adattamento a un calcio tatticamente complesso come quello italiano e l’exploit di Castro hanno reso il suo impatto tutt’altro che immediato.

Inoltre, Dallinga si è trovato a vivere una situazione inedita per lui: la panchina. Tra Excelsior e Tolosa, l’olandese era abituato a essere sempre il titolare. A Bologna, invece, ha dovuto ritagliarsi spazio tra spezzoni di gara e poche maglie da titolare (solo sei, sommando Champions e campionato). Per un giocatore giovane e ancora in crescita, non è stato facile mantenere la fiducia.

Una notte per cambiare tutto

Ma poi ci sono serate come quella di martedì. Serate in cui tutto cambia, in cui si scrive una nuova storia. Thijs Dallinga, con il suo gol, non ha solo aiutato il Bologna a raggiungere un traguardo storico: ha dimostrato a tutti, e forse prima di tutto a sé stesso, di essere un attaccante capace di fare la differenza.

E chissà, magari questa è solo l’introduzione di un nuovo capitolo. Il Bologna ha trovato un protagonista e Dallinga, finalmente, ha trovato il suo posto.

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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