Seguici su

Bologna FC

Umarells rossoblu – Bologna – Virtus Entella – 7 Settembre

Pubblicato

il


Oggi a Bologna c’è il sole. Visto il meteo degli ultimi mesi è già qualcosa di cui andare contenti. Nello stesso momento in cui faccio questo ragionamento mi sembro un vecchietto. Il classico “umarel”.
Mentre sorrido mi superano a destra, appunto, alcuni umarells. Camminano di gran carriera per raggiungere con il consueto anticipo di sei ore e mezza lo stadio, con un paio di giornali sotto l’ascella e un panino alla mortadella in tasca.
Li capisco, la prima di stagione nel nostro stadio, nella nostra casa è sempre una grande emozione. Io me la prendo più comoda.
 
La prima in casa di questa stagione, mesta per ora, anche se siamo alla seconda di campionato, ce la giochiamo contro un’altra neopromossa. Dopo essere naufragati miseramente a Perugia, ce la giochiamo contro la Virtus Entella.
 
Non sono un esperto delle serie minori, mi sono dovuto documentare. La Virtus Entella è la squadra di Chiavari, un “paesone” in provincia di Genova, fino a sei anni fa militava nell’Eccellenza Ligure. 
Squadra simpatia, sembrerebbe. Il presidente Gozzi, dicono, sia uno che qualche soldino ce l’ha e, dote che personalmente apprezzo, li spende.
La Serie B l’hanno presa sul serio, hanno speso e costruito una squadra interessante, ovviamente non di primo piano, ma apprezzabile.
 
Cammino per Via Saragozza facendo gli scongiuri, penso che alla fine questi pensieri potrebbero pure portare sfiga. Ecco, di quella non ne abbiamo proprio bisogno.
 
Arrivo davanti allo stadio, mi metto in coda e mi guardo attorno. C’è abbastanza pubblico, non di certo però quello delle grandi occasioni, quello che questa gittà meriterebbe. Questa città, meriterebbe un’altro palcoscenico, però.
Vicino a me non sento molto entusiasmo, amici, tifosi, tutti; l’animo è quello rinunciatario. La squadra vista a Perugia non è stata di certo un granchè.
 
Entro. Sigaretta di rito appoggiato alla balaustra. Guardo i ragazzi mentre si scaldano. Vedo perfino Acquafresca. Incredibilmente reintegrato.
 
Saluto un paio di vecchi amici, stanno parlando del futuro societario: Austro-Romani, Americani, Svizzeri. Sembra una barzelletta raccontata male. Mancano un tedesco e un francese. Qua non fa ridere nulla.
 
Pronti via, fischio d’inizio. Pronti via, neanche il tempo di urlare “Forza ragazzi!”, gol. Sansovini. Entella. Fino a l’altro ieri in Eccellenza Ligure. Sembra un’altra barzelletta. Rido sempre meno. 
 
Ok, la prima reazione è stata quella di prendere a calci il mio seggiolino: sono poco decoroso. Stavo per andarmene. E’ veramente troppo! la curva è ammutolita, sembra uno scenario post-apocalittico. 
 
Il Bologna sembra incapace di reagire. I nostri ragazzi sembrano undici orrende statuine piantate in quel cavolo di campo verde. Altre occasioni per l’Entella. Coppola che resiste come può alle folate offensive dei liguri. Mazzarani, ancora Sansovini. Manca solo Topo Gigio.
Spero in una reazione che, puntualmente, non arriva. Cacia non vede una palla, mi piacerebbe prestargli i miei occhiali. La difesa è imbarazzante, il centrocampo non esiste. Almeno a Perugia si era vista un po’ di aggressività. Qua sembra un match fra scapoli e ammogliati.
 
Passano i minuti e non c’è niente da fare. Fermi. Mi indispettisco. I cori non li canto, oggi solo una valanga di insulti. Sì, lo so, magari sono irrispettoso, ma la mia pazienza è finita.
 
Trentacinquesimo, miracolo al Dall’Ara: primo tiro in porta del Bologna con Buchel. Festeggio con una sigaretta e una Fanta calda.
 
Arriva il fischio della fine del primo tempo. Fischi dagli spalti. Sinceramente ci vorrebbe ben altro oltre ai fischi mi sorprendo a pensare. Non sono di certo un tifoso violento, ma un paio di sacchetti di umido mal differenziato li tirerei in campo. 
 
Lopéz è inadeguato. A me non piace. L’anno scorso si giocava male. Quest’anno non si gioca proprio. Il guano che ne risulta più o meno è il medesimo. Che gran bei momenti. Tifare rossoblu è una fede assoluta. 
Cori contro la società, cori contro tutti. Ogni tifoso spera in un cambio societario, lo si spera da ormai un anno, c’è anche chi spera in un cambio in panchina. Io ormai sono disincantato: spero che sbarchino gli alieni e sospendano il campionato.
 
Ingresso in campo per il secondo tempo. Esce Casarini ed entra Pasi, a me piace questo ragazzo. L’unico che salta l’uomo, speriamo sia la sua stagione.
 
Si scaldano Abero e Acquafresca. Mi va di traverso la Fanta calda. Auguri. 
 
Pronti via, quasi gol dell’Entella. E’ un incubo, tipo quei film horror nei quali il protagonista rivive sempre lo stesso squallido giorno per infinite volte.
 
Guardo San Luca, mi affido perfino ai Santi. 
 
Poi, all’improvviso, così: Cacia la butta dentro. Ringraziamo vivamente la difesa dei nostri avversari.
 
Magari ora ribaltiamo questa partita!
 
I nostri sembrano essersi svegliati. 
 
Un giocatore dell’Entella viene azzoppato in aerea. Rigore. L’arbitro deve aver bevuto sei birre e ci salva. Le mie invocazioni celesti sembrano aver avuto successo.
 
Il secondo tempo scorre senza particolari brividi. Sono arrabbiato! Con tutto il rispetto verso l’Entella, non è tollerabile che si debba festeggiare un pareggio contro gli avversari di oggi. Il Bologna di quest’anno ha il dovere di dare di più!
 
Entra Acquafresca a pochi minuti dalla fine, il calore con cui viene accolto è paragonabile a quello che suscita il cambio della cover del mio cellulare.
 
Poi il nulla fino al fischio finale. Me ne vado senza salutare. Di corsa. Con le mascelle serrate.
 
I miei passi mi riportano verso casa, svogliato come un’aragosta verso un pentolone d’acqua bollente. Sono stanco. Sono sfinito. 
Dov’è finito l’entusiasmo di anni fa? Anche quando si perdeva c’era chi trovava qualcosa di positivo da cui ripartire.
La società è in grave difficoltà, i risultati non ci sono, la squadra non risponde. 
Sembra di essere abbigliati di tutto punto eleganti e belli come un Dio, pronti per una serata stupenda e…ecco ti trovi in mezzo a una festa di pensionati in balera. Il disagio è lo stesso.
 
Arrivo a casa e mio nonno mi aspetta con un sorriso.
 
“Dai, per come si era messa non è andata male!”.
 
“Ma insomma!”.
 
“Prendi le cose per come vengono, perdere oggi sarebbe stato un disastro assoluto.”.
 
Si avvicina allo stereo e fa partire un disco. Born in the US.
 
“Io, gli americani li ho visti, magari tornano a liberarci di nuovo!”.
 
Stasera hamburger e patatine, aspettando Joe.

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarร  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *