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Un ‘altro ex sulla strada della Lazio: Ballardini – 10 Gen

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Corsi e ricorsi storici: dopo Sinisa Mihalovic e Delio Rossi, un ‘altro ex si presenta sulla strada della Lazio: Ballardini, nuovo allenatore del Bologna, da mercoledì pomeriggio subentra a Pioli sulla panchina rossoblù e sabato sera affronterà al Dall’Ara il suo recente passato. Un passato non semplice da ricordare visto l’epilogo di tre stagioni fa:«La mia situazione alla Lazio fu drammatica e io non fui bravo a gestirla. Anzi, accettai delle scelte che non andavano avallate. In quella stagione, il peggiore fui proprio io che mi piegai alla decisione di Lotito e Tare di mettere fuori rosa Ledesma e Pandev». L’allenatore di Ravenna è sempre stato così, aziendalista, come Petkovic, sostituito da Reja, e ha  fatto una “brutta” fine il 10 febbraio 2010: esonerato dopo l’ennesima sconfitta casalinga col Catania (anche qui corsi e ricorsi storici), con la Lazio al terzultimo posto in piena zona retrocessione. Mentre lui svuotava il suo armadietto a Formello, anche allora Reja piombava nel centro sportivo per iniziare il suo primo allenamento biancoceleste e la risalita dagli inferi. 
Mercoledì non è stata una prima volta, per il tecnico di Ravenna, a Casteldebole: c’era già stato 25 anni fa ad allenare le squadre giovanili, avendo come collega Tazio Roversi, per ben 4 anni consecutivi, prima di iniziare ad allenare i “grandi”. Il tecnico, alle 10, poneva la firma sul contratto, breve ma importante, che lo legherà al Bologna fino a giugno, sperando tutti nella salvezza, poi si vedrà. E anche qui c’è un altro scherzo del destino: due settimane fa, Reja poteva sfilargli la panchina rossoblù, rifiutata solo per aspettare quella biancoceleste, amata da sempre dal tecnico friulano. Per Ballardini è il secondo subentro consecutivo a gennaio, dopo quello al Genoa. Contattato già nel novembre 2012 per prendere il posto di Bisoli, poi sostituito da Pioli( che allora fu una terza scelta dopo Rossi e, appunto, Ballardini), il tecnico ex Cagliari e Genoa rifiutò perché non riteneva quell’organico in grado di salvarsi (e il Bologna chiuse la stagione a quota 51). Questa volta prende in mano una squadra ben più debole e capace di raccogliere solo 15 punti nelle prime 18 giornate. Singolare, ma forse per questo ancora più avvincente; se si pensa inoltre che sulle tracce di Ballardini c’era anche il Sassuolo, il Bologna ha vinto questo scontro diretto: il tecnico di Ravenna, cinquant’anni compiuti proprio l’altro ieri, come cinquant’anni fa il Bologna vinse il suo ultimo scudetto, chiedeva un biennale, dovrà invece conquistarsi la conferma sul campo. Se la giocherà – insieme alla salvezza – proprio con la squadra che in primis voleva ingaggiarlo. Nonostante le diverse “missioni salvezza” completate, il “Ball” toccò sia il picco più alto, sia quello più basso della sua carriera, proprio alla Lazio: l’allora ex tecnico del Palermo partì conquistando la Supercoppa Italiana a Pechino contro l’Inter, ma poi si perse nel corso della stagione trascinando i biancocelesti sull’orlo del baratro. Lo score mette ancora i brividi a Formello: 4 vittorie, 10 pareggi e 9 sconfitte, per un totale di 22 punti in 24 partite. Reja gli subentrò e fu costretto a ricostruire un intero spogliatoio, spaccato da divisioni e dall’assoluto mutismo di Ballardini. Guai a dirlo però al ravennate, gli sale già la febbre del sabato sera. Stritola già fra le dita la rivincita su Edy.

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