Bologna FC
Un girone fa: Brescia – Bologna
A Bologna il clima è decisamente cambiato. E non si tratta dell’estate, così calda e afosa, sintomo (il più delle volte) di ozio e spensieratezza, che lascia il posto al temutissimo settembre, sinonimo di rientri e di ritorno alla normalità. Il clima in questione non è soggetto a previsioni, è scevro da calcoli aritmetici e il più delle volte influenza le nostre giornate: in una parola, la passione per i colori rossoblu. Proprio quella passione, quella fede che, negli ultimi tempi, complici le gestioni di Donadoni ed Inzaghi, andava scemando. Con l’arrivo di Siniša Mihajlović tutto è cambiato: la ventata di freschezza e di determinazione ha fatto rinascere una città che, calcisticamente parlando, era entrata in depressione, sia dentro che fuori dal campo.
Passione che, in questo inizio di campionato, nonostante le preoccupazioni per la malattia di Siniša, non accenna a diminuire, complici la grande cavalcata della scorsa stagione e l’ottimo inizio di campionato, con i tifosi che ancora hanno negli occhi l’incornata vincente di Soriano nel derby vittorioso con la S.P.A.L.
Il campionato prosegue e la banda di Siniša sulle ali dell’entusiasmo è ospite del Brescia, neo promossa, che ha tutte le intenzioni di sfoggiare una prestazione convincente davanti ai propri tifosi.
La squadra rossoblu è orfana di due pedine fondamentali: il condottiero Mihajlović, rientrato al S.Orsola per proseguire le cure, e Danilo, non convocato per problemi fisici, pilastro imprescindibile della difesa e a sua volta allenatore in campo e fuori, insieme agli altri senatori. Questa duplice defezione produce subito i suoi effetti: passano appena 10 minuti e il Brescia si porta subito in vantaggio con un colpo di testa di Donnarumma, abile a sfruttare un’indecisione di Denswil. Al 19′ il Brescia raddoppia: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Mateju trova libero sulla sinistra Donnarumma che con un preciso destro sul secondo palo beffa Skorupski. Il Bologna si ritrova sotto di due reti, colto alla sprovvista dall’agonismo e dalla concretezza del Brescia che sembra avere la partita in mano. Il condizionale è d’obbligo perché al 36′ Sansone pennella un cross perfetto sulla testa di Bani che con un pregevole colpo di testa batte Joronen, accorciando le distanze. È il primo goal in rossoblu (e in Serie A) per il difensore ex-ChievoVerona, acquistato come riserva di Danilo ed ora in coppia con Denswil. Non è l’ultima emozione del primo tempo perché sul finire della prima frazione di gioco, Andrea Cistana, sempre da calcio d’angolo e sempre di testa, porta le Rondinelle sul 3-1. È notte fonda per il Bologna, che non sembra essere in partita e che soffre, evidentemente, la mancanza di Siniša.
È facile pensare che Siniša abbia strigliato i suoi durante l’intervallo per la troppa morbidezza dimostrata in campo e i cali di concentrazione continui. Ipotesi poi confermate dalla stesse infermiere che mesi più tardi ammetteranno le enormi difficoltà nel placare l’ira funesta di Mihajlović. Ricomincia la partita e il Bologna sostituisce Dzemaili, apparso ancora non al top della forma, buttando nella mischia El Ropero Santander, per creare ulteriore apprensione nell’area di rigore bresciana. Un minuto più tardi ed ecco la sliding door che cambia la partita: Dessena, già ammonito, si tuffa in area di rigore del Bologna, Rocchi non ha dubbi ed estrae il secondo giallo per simulazione, Brescia in dieci. Da qui inizia un’altra partita per il Bologna che in dieci minuti agguanta il pareggio: Palacio spinge in porta un cross rasoterra di Orsolini e Sabelli, due minuti dopo, nel tentativo di anticipare Denswil e Poli, fa autogol. È di nuovo tutto in parità e con un uomo in più il Bologna deve a tutti i costi cavalcare l’onda dell’entusiasmo ritrovato e provare a portare i tre punti a casa. Così è: Palacio restituisce il favore ad Orsolini che al volo di sinistro segna il definitivo 4-3 per il Bologna, risultato assolutamente utopico se si considera l’andamento iniziale della partita. Possono far festa i tifosi del Bologna arrivati in massa fino a Brescia, consci di tifare per una squadra che è la perfetta rappresentazione in campo dei valori del proprio allenatore: tenacia, voglia di combattere e di vincere.
Al rientro da Brescia i ragazzi di Siniša decidono di fargli una sorpresa: con la complicità della moglie Arianna si presentano tutti sotto la finestra del S.Orsola per omaggiarlo e per fargli sentire la loro vicinanza, orfani del loro allenatore da ormai due mesi. Anche qui il jingle è sempre lo stesso: “Dai Siniša alè alè“. Visibilmente incredulo ed inevitabilmente contento per l’esito della partita, Siniša non perde di vista l’obiettivo principale: “Poi mercoledì parliamo eh, perché non è che abbiamo fatto una gran partita” Solita tagliente ironia che dimostra ancora una volta quanto Mihajlović sia totalmente calato nella realtà del Bologna e che sia determinante anche dal letto di un ospedale. Oggi più che mai, We Are One.
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