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Un girone fa: Juventus-Bologna, quanti rimpianti allo Stadium

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Ci siamo, domani ricomincia il campionato del Bologna. Affermazione che fino ad un mese fa sarebbe stata categorizzata come follia pura, ma che dopo interminabili settimane di quarantena, di decisioni discordanti a livello di Lega e di Federazione, tra presunti ed infondati complotti politici nei confronti del mondo del pallone e bizzarri protocolli rilasciati da quel CTS che ormai è entrato a gamba tesa nel nostro linguaggio quotidiano, diventerà realtà. E, guarda caso, la primissima partita che vedrà i rossoblu scendere in campo non può certo dirsi banale o scevra da qualsiasi interesse senza quel pathos regalato dai tifosi. Quella di domani sarà LA partita, il Dall’Ara ospiterà la Juventus di CR7 e compagni. La Vecchia Signora arriverà a Bologna affamata di punti e di rivalsa, visto e considerato il duplice passo falso contro Milan e Napoli. Se da un lato il pareggio interno contro i rossoneri poteva comunque essere giustificato da una condizione fisica e mentale non ancora ottimale e dal traballante palliativo della finale raggiunta, la sconfitta ai rigori in terra partenopea dopo una prestazione a dir poco fragile e anonima ha messo a nudo tutte le insicurezze di un gruppo apparentemente non più così solido, ma che, tecnicamente parlando, ha pochi, pochissimi rivali in Italia e in Europa. 

Come ci arriva il Bologna? Consapevole dei propri mezzi e conscio di poter far male ad una squadra ferita nell’orgoglio, bisognosa di fare punti considerate le ambizioni non più così infondate di quella macchina da goal chiamata Lazio, vero spauracchio dei bianconeri. Ci arriverà con un Siniša Mihajlović fresco di rinnovo ed incredibilmente rimesso a nuovo dai medici del Seràgnoli, più determinato che mai a dare battaglia sul campo per agguantare l’Europa, obbiettivo dichiarato, nonostante per la partita con i bianconeri manchino pedine importanti come Bani, Schouten, Santander e Skov Olsen, questi ultimi infortunati. Sarà anche la sfida tra due realtà molto diverse: da un lato una compagine che fa della collegialità, della condivisione e dell’entusiasmo le proprie armi principali, dove i cognomi sulle maglie contano fino ad un certo punto e la meritocrazia la fa da padrona, dall’altro una macchina costruita per vincere e per vivere di successi, traboccante di campioni e di individualità eccelse, poco avvezze a finire sotto i riflettori per prestazioni apatiche e poco convincenti. 

Ma vi ricordate come andò a finire all’andata? 

19 ottobre 2019, è il giorno di Juventus-Bologna. Il Bologna è reduce dallo spumeggiante pareggio casalingo contro la Lazio, seguito dai festeggiamenti per i 110 anni del club, arricchiti dall’imperdibile sfida tra Bologna Legends e Real Madrid Leyendas. Gli animi sono distesi, a rendere tutto più entusiasmante ci pensa Siniša Mihajlović che non ci pensa proprio a lasciare i suoi ragazzi da soli in quel fortino chiamato Allianz Stadium, sa quanto la sua presenza possa fare la differenza e, di concerto con il Dott. Cavo, responsabile dell’Istituto di Ematologia del Seràgnoli, parte per Torino. Anche la Juventus arriva a questa partita nel migliore dei modi, dopo la convincente vittoria in casa dell’Inter, grazie ai centri dei due argentini Dybala ed Higuain in grande spolvero. 
Il Bologna si schiera con l’ormai collaudato 4-2-3-1 con Svanberg che sostituisce lo squalificato Medel e Mbaye che rimpiazza Tomiyasu, infortunatosi con la nazionale nipponica. La Juventus ripropone il 4-3-1-2 andato in scena a San Siro, con Higuain e Cristiano Ronaldo supportati da Bernardeschi

Fischia Irrati, è cominciata Juventus-Bologna! 

Passano appena 20 minuti e la Juventus si porta in vantaggio: Krejčí interviene in scivolata sporcando la traiettoria del passaggio di Rabiot verso Higuain, la palla carambola sui piedi di Cristiano Ronaldo che, al limite dell’area salta secco Bani e scaraventa un potente destro che si insacca sul primo palo alla sinistra di Skorupski. Delirio allo Stadium per il goal numero 701 in carriera dell’asso portoghese. Il Bologna però non si abbatte, la mentalità imposta da Siniša non lo prevede, e dopo un bel lancio di Bani per Orsolini, l’ex Atalanta crossa in area per Sansone che cerca la semi-rovesciata. Palla che si perde sul fondo, ma i rossoblu sono in partita e dimostrano di avere le armi giuste per far male ai bianconeri. La sensazione si trasforma in realtà al 26′: Bani effettua un cross senza troppe pretese che Mbaye non riesce a centrare di testa, la palla rimane in area e Danilo con un pregevolissimo mezzo esterno destro insacca il pallone nel sette scatenando l’entusiasmo dei tanti bolognesi accorsi a Torino. 

Il secondo tempo si apre con un colpo di testa a botta sicura di Ronaldo su calcio d’angolo di Bernardeschi, Skorupski alza sopra la traversa con un intervento provvidenziale. La pressione della Juventus è asfissiante è al 54′ gli uomini di Sarri tornano in vantaggio dopo un’azione che scatenerà nei giorni seguenti non poche (e legittime) polemiche: serie di batti e ribatti in area del Bologna, Orsolini scippa la palla dai piedi di Higuain, lì vicino c’è Mbaye che, visibilmente spinto da Pjanić, frana addosso al numero 7 rossoblu, Irrati dice che è tutto buono e che si deve continuare, la palla torna sui piedi di Poli che appoggia a Soriano il quale invece di ripartire appoggia la sfera nella propria area di rigore, Ronaldo ne approfitta calcia di prima intenzione, ma sbatte contro il corpo di Bani, la palla rimane lì e Pjanić deve solo appoggiare in porta con Skorupski che si era buttato precedentemente sul tiro rimpallato di Ronaldo. Come detto l’azione non sarà esente da polemiche, sacrosante dal momento che il bosniaco spinge visibilmente Mbaye che poi colpisce Orsolini, togliendogli la disponibilità dal pallone. Né Irrati né il VAR ravvisano alcuna irregolarità, palla al centro e 2-1 per i padroni di casa.

La Juventus prova a chiuderla con un tiro di Higuain abilmente respinto da Skorupski, ma poco dopo un’altra azione scatena le proteste del Bologna: Skov Olsen dalla destra salta Matuidi crossa al centro e goffamente interviene De Ligt, che, in presa diretta, sembrava aver colpito il pallone con il braccio. Ferventi sono le proteste dei giocatori rossoblu, anche se dopo vari replay verrà chiarito che l’olandese aveva colpito il pallone prima con la gamba e che quindi, nonostante la sfera fosse effettivamente carambolata anche sul braccio, non era da considerare calcio di rigore, decisione confermata poi dal VAR. 

Entriamo nelle fasi finali e più concitate della partita: Orsolini scodella in area un pallone forte e teso, Santander salta più in alto di tutti ma centra in pieno la traversa, la palla rimane a mezz’aria e dopo un flipper lo stesso Santander in rovesciata ci riprova, trovando sulla sua strada un sempreverde Buffon che con un autentico miracolo toglie il pallone dal sette a tempo scaduto, anche se con ogni probabilità l’attaccante paraguaiano si trovava in fuorigioco e l’azione sarebbe stata sottoposta al controllo del VAR. 
Non c’è più tempo per le speranze del Bologna, Irrati fischia la fine sul risultato di 2-1. Tanti i rimpianti dei rossoblu che pagano caro qualche ingenuità di troppo, una direzione di gara a dir poco confusionaria e un quantitativo di sfortuna non irrilevante. L’impressione però è che l’atteggiamento sia quello giusto e che questi ragazzi se la possano giocare alla pari con tutti, proponendo un gioco aggressivo e spavaldo figlio della indole del proprio allenatore. 

Alla prossima, con il racconto di Bologna-Sampdoria.  

 

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