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Bologna

Un sindaco, un tifoso (Più Stadio)

Una bella chiacchierata con il Sindaco Matteo Lepore che racconta alcuni passaggi della sua attività politica legata allo sport e a Saputo.

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Sindaco Matteo Lepore - @Iperbole
Sindaco Matteo Lepore - @Iperbole

Con il conferimento della cittadinanza onoraria a Joey Saputo, si può tornare a discutere del forte legame tra il sindaco Matteo Lepore e lo sport. Proprio in questi ultimi anni, infatti, sta avvenendo una specie di rinascimento dello sport emiliano, con, come ultima testimonianza, l’arrivo in Italia del Tour de France. Ma non tutti conoscono il legame profondo tra il primo cittadino di Bologna e la squadra di calcio della sua città.

La gratitudine verso il Presidente del Sindaco

La decisione di insignire Saputo della cittadinanza bolognese è simbolo di un traguardo che sembrava sempre più lontano, col passare degli anni. La squadra si stava allontanando dai vertici del calcio italiano da diversi decenni, complici anche alcuni presidenti tutt’altro che efficaci alla guida della società. Matteo Lepore stesso, però, ha affermato di volerlo premiare anche per il processo. Dieci anni di investimenti ed impegno che, partendo dal basso, hanno riportato in alto la squadra bolognese dove merita.

In più, aggiunge il sindaco, “la sua famiglia sta partecipando alla vita della città”, un coinvolgimento che non deve passare come scontato sotto gli occhi dei tifosi.

Un traguardo raggiunto, come per Sinisa, mostrando attaccamento alla città, non solo progressi sportivi.

Il cambio di rotta

Occorre anche ricordare il passato, per evitare di replicarlo. “I valori che ha dato (Saputo) al club sono stati importantissimi” – ha aggiunto il primo cittadino. Le svolte sono state un team molto serio, abilissimo nella gestione economica e dei calciatori, ed una rosa giovanissima ed internazionale a disposizione dell’allenatore.

 Forse questo gruppo di calciatori che tanto sta facendo sognare potrebbe essere una metafora di come la città vuole essere nel futuro: giovane, aperta, internazionale e piena di vita.

Non c’è solo il campo

Un’altra ragione che ha aiutato l’imprenditore canadese a raggiungere i cuori della città è il suo carattere. Viene descritto come una persona gentile e di buon cuore, che si impegna per Bologna, promuovendo iniziative solidali, spesso in gran segreto. L’unione di professionalità ed umiltà è un altro evidente parallelismo con la sua squadra. Ed evidentemente sono ottimi ingredienti, tant’è che non conta chi ci sarà in campo, ma il suo spirito. Nemmeno Lepore, infatti, teme di perdere i giocatori. Ciò che lo preoccupa è proprio “l’impronta Bologna”, una forte identità in uno spogliatoio in cui ci si possa riconoscere, anche come tifosi.

La linea seguita dalla dirigenza

Negli ultimi anni abbiamo parlato tanto di identità e di investimenti sui giovani. Proprio questa è stata la rotta che ha portato il Dall’Ara estasiato a sentire l’inno della Champions, e l’idea è che la strada da percorrere sia sempre sulla falsariga di quella già intrapresa. Anche il sindaco ha ben chiaro in testa il fatto che ci sono 3 o 4 squadre che monopolizzano il mercato in Italia, e che proprio i più giovani sono la soluzione per inserirsi tra queste realtà.

Il parallelismo, per il Sindaco, tra Champions League e Tour de France

Chiaramente, e Lepore lo sa, l’approdo nella Coppa dei Campioni darà grande visibilità alla città, anche come flusso turistico. In questo senso proprio il Tour de France, approdato in regione, è stato una prova generale. Bologna è stata vista in televisione da tutto il mondo, ma qualcosa di più grande ci aspetta.

(Fonte D. Centonze, Più Stadio)

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