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Valerio Mastandrea alla Bfc Academy: «Vincere l’Oscar o festeggiare lo scudetto della Roma? Risposta scontata. Su Bologna…»
Dopo aver ospitato alla Bfc Academy Webinar Carlo Verdone, è il turno di un altro grande attore e regista romano, Valerio Mastandrea. Si è parlato di film, dei tanti parallelismi tra calcio e recitazione e del suo rapporto con Bologna.
Sulla sua carriera da attore e regista: «Il mio è un settore altamente dipendente dal mercato, come tanti altri, non è sempre facile emergere, ci vuole anche un po’ di fortuna. In 27 anni di carriera ho fatto diverse scelte sbagliate, ma che poi mi hanno aiutato a compierne di giuste. Non ho un modello di riferimento, credo che la recitazione sia sinonimo di originalità e che ognuno debba metterci un po’ della propria indole per avere successo. Film al quale sono più legato? “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, scomparso purtroppo poco dopo il termine delle riprese del film. Rappresenta per me un punto d’arrivo, ma allo stesso tempo un punto di partenza. Il cinema di Caligari era classico, ma anche dirompente, ha vinto e prodotto troppo poco per la maestria che possedeva.»
La simmetria tra calcio e recitazione: «C’è un parallelismo tra attori e calciatori: come chi gioca a calcio anche per noi la preparazione è fondamentale per la buona riuscita di un’ esibizione. Così come i calciatori anche gli attori hanno una diversa modalità di approccio e apprendimento della parte: c’è chi si prepara di meno e poi sul set riesce ad essere perfetto, chi ripete la parte allo sfinimento, ma poi fa un po’ più di fatica e c’è chi riesce a combinare le due cose in maniera unica. Così come nel calcio, spesso capita che agli attori venga assegnato un ruolo che non li rappresenti, solo i migliori riescono a tirare fuori una grande interpretazione; la dinamica è la stessa quando ai calciatori viene chiesto di giocare in un ruolo diverso. Se dovessi scegliere tra vincere l’Oscar o festeggiare lo scudetto della Roma? Domanda retorica, scelgo i giallorossi.»
Su Bologna: «Bologna è una città che ho imparato a conoscere grazie alle tournée teatrali e quando venni in trasferta a vedere la Roma, ho tanti amici di Bologna. È una città che ha rinvigorito il direttore (Walter Sabatini ndr) e già solo per questo gliene sono grato, ci lega una profonda amicizia. Così come sono contento per la guarigione di Siniša, è un grande uomo.»
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