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Verso Bologna-Napoli, Antonio Papa (Canale 21): “Pochi dubbi sull’addio di Spalletti. Thiago può essere tra i candidati alla successione”. Sulla gara: “Mi aspetto una partita divertente”

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Domani al Dall’Ara per la penultima gara di questa Serie A 2022/23 arriva il Napoli. La squadra Campione d’Italia è in un momento particolare con tante situazioni in evoluzione, come quella di Luciano Spalletti, e soprattutto ancora la possibilità di chiudere la stagione con nuovi record. Del momento della squadra partenopea abbiamo parlata con Antonio Papa, giornalista di Canale 21, esperto della piazza e delle dinamiche di casa Napoli.

Ciao Antonio. Partiamo dall’attualità, il Napoli, dopo la sbornia della festa scudetto, contro l’Inter è sembrato quello che abbiamo visto tutta la stagione. Che momento è per Spalletti e i suoi?

Ciao Stefano, a giudicare dalla gara con l’Inter sembra che molti giocatori stiano tornando finalmente in condizione. C’è stato un passaggio a vuoto per il Napoli, dettato sia da un calo fisiologico che le squadre di Spalletti soffrono di solito d’inverno ma complice il Mondiale quest’anno è arrivato più avanti tra marzo e aprile, sia perché nelle ultime partite ha pesato anche il fatto di doversi togliere questo “dente” della vittoria dello scudetto matematico. Ora, a mente sgombra, il Napoli si sta ritrovando e può inseguire due “mini” obiettivi: il record di punti perché con due vittorie arriverebbe a 92 un punto in più del Napoli di Sarri nel 2018 e il titolo di capocannoniere di Osimhen che ha tre gol di vantaggio su Lautaro, un titolo al quale ha dimostrato di tenere tantissimo.

E infatti il primo protagonista di cui voglio parlare con te è Victor Osimhen, che ha trascinato il Napoli da leader tecnico e carismatico. È stato un passaggio che è avvenuto quest’anno o era già nel suo bagaglio?

Osimhen la personalità l’ha sempre avuta. È uno che si fa sentire in campo nel bene e nel male. Lui è uno che dimostra di tenere tantissimo a quello che fa e ha sempre dimostrato una grande voglia di sfondare, fuori dal comune. Quest’anno Spalletti ha costruito la squadra intorno a lui, alle sue caratteristiche, emblematici i primi 45 minuti di Napoli-Liverpool in cui fece ammattire la difesa dei Reds. In questo contesto ha trovato un’intesa perfetta con Kvaratskhelia. In n questa esplosione di Osimhen, Spalletti ha giocato un ruolo fondamentale: sia dal punto di vista della leadership tecnica, sia da quello della leadership carismatica dandogli tante responsabilità.

L’altro grandissimo protagonista è, appunto, Luciano Spalletti. Il tecnico toscano è riuscito in un’impresa in cui non è riuscito nessuno negli ultimi 33 anni. Che percorso è stato?

Spalletti a Napoli ha fatto un lavoro enorme. Quando è arrivato, tra lo scetticismo generale, ha preso una squadra col morale bassissimo dopo la mancata qualificazione alla Champions League con Gattuso. Il primo ritiro di Spalletti è stato un ritiro triste, con poca gente, poco entusiasmo. Ha preso la squadra e l’ha resa quasi immediatamente da scudetto perché lo scorso anno il Napoli ha sbagliato solo qualche gara nel finale. Molti non erano contenti perché non è arrivato lo scudetto subito, ma il percorso era quello giusto e infatti quest’anno ha completato il capolavoro partendo in estate da un clima di contestazione nei confronti della società.

Ora Spalletti sembra al passo d’addio. Quali sono i motivi che secondo lo stanno spingendo a salutare Napoli?

Credo ci siano pochi dubbi, ormai, sul fatto che Spalletti andrà via. Il malessere nasce da lontano, secondo me. Con De Laurentiis i rapporti non sono buoni da tempo. Non c’è mai stato feeling, ma i risultati hanno messo a tacere i problemi che c’erano tra i due. E Spalletti, a prescindere da come andrà a finire, merita tutta la gratitudine di questo mondo. Oltre i rapporti ci sono stati singoli episodi recentemente anche nella vittoria dello scudetto, che non sono piaciuti sia da una parte che dall’altra. La PEC del rinnovo automatico, De Laurentiis che si è preso la scena mentre la squadra vinceva lo scudetto a Udine, e pare che anche la sua assenza alla festa non sia stata gradita.

In questa situazione è inevitabile pensare alla successione. Un nome che sembra piacere assai a De Laurentiis è Vincenzo Italiano, ma si dice che nella lista ci sia anche Thiago Motta. Tu che cosa ne pensi?

Sulla successione posso dire che non c’è niente di concreto. Se ne ragionerà più avanti. La stima per Italiano è precedente pure al suo approdo alla Fiorentina. E lui è uno dei favoriti, ma ci sono ancora troppe voci e il tempo che manca alla fine della stagione rende difficile capire. Tra questi nomi ci potrebbe essere tranquillamente quello di Thiago Motta, perché secondo me è un predestinato. Anche perchè lo Spezia di Thiago Motta era una signora squadra e il Bologna lo è ancora di più.

La partita d’andata tra Napoli e Bologna è stata una delle gare più difficili del campionato degli azzurri. È stata vissuta come una vittoria che ha fatto svoltare la squadra? 

Nella gara d’andata c’è stato uno dei pochi errori di Meret di questa stagione. Ma il Napoli ha avuto una grande reazione, il Napoli ha dimostrato grande carattere contro una squadra che abbiamo visto nel resto della stagione di che cosa è capace. E che allenatore è Thiago Motta. Quella col Bologna è stata una gara che ha fatto capire al Napoli e ai tifosi che stava succedendo qualcosa di importante.

Che gara ti aspetti domani da Napoli e Bologna?

Sarà una gara divertente. Entrambe in questo momento stanno andando in surplus. Tutto ciò che arriva ora è tanto di guadagnato. Hanno entrambe la libertà mentale di giocare una bella partita e sono due squadre che hanno raggiunto i loro obiettivi. Sono squadra belle prima ancora che efficaci. Il Bologna ha delle individualità importante che a me piacerebbe vedere a Napoli: uno su tutti Dominguez.

Grazie Antonio della disponibilità e della precisione con cui ci hai descritto la stagione e il momento del Napoli. A presto

Grazie a te Stefano, alla prossima!

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