Alla vigilia della sfida contro il Venezia, Vincenzo Italiano, ha incontrato la stampa per analizzare il momento della squadra e le insidie della prossima partita. Dopo la straordinaria vittoria contro la Lazio, i rossoblù si preparano ad affrontare un Venezia determinato, capace di fermare grandi squadre nonostante la posizione di classifica. Ecco quindi le parole del mister rossoblù.
Le dichiarazioni di Vincenzo Italiano nella conferenza stampa pre Venezia-Bologna
Sulla partita contro il Venezia:
«Quella con la Lazio è stata una prestazione molto vicina alla perfezione. Però ogni partita in Serie A è complicata, tosta, con insidie diverse. Lo dimostrano proprio i risultati recenti del Venezia, che nonostante la classifica ha messo in difficoltà squadre di alto livello. Noi dovremo essere bravi ad affrontare la gara con grande attenzione, con la giusta fame, perché loro lottano per un obiettivo, noi per un altro. E sarà una battaglia vera, su un campo piccolo, difficile, dove servirà grande mentalità».
Quanto ha inciso la sosta sul lavoro settimanale?
«È normale che la sosta porti con sé qualche difficoltà. I sudamericani sono rientrati solo oggi, non abbiamo avuto tutti a disposizione e questo condiziona il lavoro. Ma sappiamo che fa parte del gioco. Adesso dobbiamo essere bravi a farci trovare pronti».
Vincenzo Italiano sugli assenti:
«Castro non sarà della partita, ha preso una botta e comunque era squalificato. Lykogiannis ha avuto una distorsione alla caviglia in allenamento e Lollo ha avuto l’influenza per alcuni giorni. Loro tre non ci saranno, gli altri sono tutti a disposizione».
Con l’assenza di Castro, domani toccherà a Dallinga dal primo minuto?
«Sì, domani avrà l’opportunità di essere il riferimento offensivo. In queste due settimane ha lavorato bene, l’abbiamo gestito in certi momenti per evitare fastidi, ma ora è pronto. È un’opportunità importante per lui».
A Venezia non ci sarà il solito seguito di tifosi. Quanto peserà?
«Un po’ ci mancherà, inutile negarlo. I nostri tifosi sono stati la nostra benzina in tante partite, ma so che anche se in minor numero faranno sentire la loro voce. Noi daremo tutto anche per chi non potrà esserci».
Ormai è chiaro che questo Bologna ha una forte identità, ruoti gli uomini ma il livello resta sempre alto. Di chi è il merito?
«È un merito collettivo. Io provo a dare sempre stimoli, ma sono i ragazzi che ogni giorno mettono disponibilità, sacrificio, voglia di migliorare. E questo si vede sul campo. Siamo cresciuti tanto, ma possiamo ancora crescere. In questi ultimi due mesi servirà alzare ancora l’asticella».
C’è stata una partita in particolare in cui hai pensato “questo è davvero il mio Bologna”?
«Sì, la partita con il Dortmund. Era l’ultima in casa, volevamo regalare una gioia al nostro pubblico. Siamo andati sotto e l’abbiamo ribaltata con cuore, carattere e qualità. Da lì la squadra ha preso consapevolezza e credo sia stato un momento chiave della nostra stagione».
In caso di emergenza offensiva, oltre a Dallinga, chi potrebbe adattarsi per guidare l’attacco?
«In rosa abbiamo Jens che ha già ricoperto quel ruolo. Ma sono convinto che domani Thijs si terrà strette le energie per dare tutto».
Ieri Saputo ha parlato dell’importanza di lavorare con pazienza, di costruire una famiglia. Ti senti anche tu un po’ il simbolo di questo percorso?
«Mi fa piacere sentire queste parole. Io so quanto lavoro c’è stato dietro, quanto abbiamo dovuto costruire giorno dopo giorno. All’inizio abbiamo pareggiato troppo, è vero, ma poi abbiamo trovato la strada giusta. Il merito è di tutti: società, staff, tifosi e soprattutto dei ragazzi».
Orsolini ha detto che per lui sei il miglior allenatore della Serie A. Ti ci riconosci?
«Ho già ringraziato Riccardo, perché quelle parole so che vengono dal cuore. Ma il merito è del lavoro di tutti, della disponibilità che i ragazzi hanno avuto nei miei confronti».
Come hai ritrovato Dominguez dopo l’esperienza in nazionale? E Pedrola?
«Dominguez l’ho visto pochissimo, tre minuti prima dell’allenamento. Ma era sorridente, felice della convocazione. Pedrola invece ha lavorato bene in queste due settimane, sta crescendo di condizione e ha qualità. Speriamo di dargli spazio presto».
Sul rito della musica in spogliatoio:
«Quando sono arrivato qui, non ero abituato a certi riti, come la musica pre-partita. Loro mi hanno fatto capire quanto potesse aiutare a creare entusiasmo. Alla fine mi sono adattato e ora, quando arrivo e non la sento, la metto io».
Una curiosità sulla partita con la Lazio: l’ammonizione di Castro dopo il gol era “calcolata”, visto che era squalificato?
«No, non era calcolata. Santi ha segnato, si è lasciato andare all’esultanza e si è tolto la maglia. Sono cose che succedono, anche perché poi con l’infortunio che ha avuto sembra che tutto si sia incastrato. Ma sono esperienze che serviranno anche a lui per crescere».
Vincenzo Italiano sull’esonero di Thiago Motta alla Juventus:
«Mi dispiace sempre quando un collega viene esonerato. È il nostro lavoro, lo sappiamo, ma non è mai piacevole. Sono sicuro che Thiago avrà altre occasioni per dimostrare il suo valore».
A Venezia il campo è più stretto. Hai pensato a qualche accorgimento tattico?
«Sì, sicuramente dovremo essere molto attenti alle seconde palle, ai duelli in mezzo al campo. Lì ci sarà tanta intensità, densità, e sarà fondamentale non perdere lucidità nei duelli e nelle transizioni».
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