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Vincenzo Italiano: è Romeo per me, è Romeo per tutti

Bologna e Vincenzo Italiano, un amore da Giulietta e Romeo: contro l’eleganza dell’Inter di Inzaghi, ha ferito la fame dei rossoblù.

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Italiano si avvicina a Bologna
Vincenzo Italiano (©Fiorentina)

Tra Inter e Bologna è finita in pareggio. L’Inter non ha vinto.

Un punto, un’unità di misura che sembra così poco, eppure, nel calcio che conta, pesa come un macigno. Tre lunghezze dal Napoli, ferita che ieri sera non ha accennato a rimarginarsi. Ma all’Inter manca sempre la gara di Firenze, la gara di Bove, che ha ricordato a tutti che lo sport, al di là delle rivalità, è prima di tutto unione e rispetto. Un’Inter ancora incompiuta fino in fondo, che forse avrebbe sperato di sfruttare meglio l’occasione di ieri sera.

L’Inter, una sinfonia interrotta

L’Inter è un grande direttore d’orchestra, capace di interpretare qualsiasi spartito, di suonare qualsiasi nota e di incorporare senza troppe difficoltà qualsiasi nuovo strumento al corpo dell’orchestra. Ha campioni di livello, un allenatore esperto e una storia gloriosa che parla da sé. Eppure, qualcosa non torna. Quando si privano i nerazzurri dei loro interpreti principali, quando si sostituisce la maestria di Calhanoglu e Mkhitaryan, la squadra sembra perdere smalto, come un’orchestra che d’improvviso suona stonata. Allora è lì che il Bologna, con tenacia e coraggio, decide di prendersi la scena.

Un peso, due misure: la vittoria morale del Bologna

Il Bologna ha giocato una partita maiuscola, sfiorando la vittoria in più occasioni, così come l’Inter. Con 14 conclusioni, a fronte delle 12 dell’Inter, i rossoblù sono riusciti a mettere sotto pressione una difesa apparentemente impenetrabile guidata da Capitan Bastoni. Eppure, alla fine, sono stati i nerazzurri a portare a casa un solo punto. Un punto che lascia a loro un senso di incompletezza, ma che infonde tanta fiducia al Bologna di Vincenzo Italiano.

L’Inter di Inzaghi: genio ed eleganza, con qualche sbavatura

Simone Inzaghi. Allenatore di carattere e personalità che ieri, forse, non ha trovato la quadra. Qualche nota stonata nella prestazione, alimentata da cambi discutibili che lasciano perplessità. Innegabile il suo lavoro: manovalanza e stacanovismo, ma di quelli eleganti, perché di eleganza si parla quando c’è di mezzo l’Inter.

Il Bologna di Italiano: fame e gioventù, vicini alla poesia

Vincenzo Italiano. La sua orchestra non ha mai smesso di suonare all’unisono: archi, legni e percussioni, tutti hanno seguito lo spartito, per filo e per segno. Certo, manca un pizzico di esperienza, ma la poesia è vicina. Mister Italiano ha dimostrato di aver plasmato in maniera straordinaria un gruppo giovane. Nessuna nota calante, solo calcio divertente e affamato.

E noi, semplici appassionati? Possiamo solo prendere posto e goderci lo spettacolo, nella speranza che anche questa stagione regali sorprese (in)aspettate.

(Fonte: Stadio – Ivan Zazzaroni)

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