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ZAULI; “Non ha senso esonerare Rossi o Iachini” – 15 ott

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Lamberto Zauli, talentuoso ex centrocampista partito dalla periferia del pallone ed arrivato a ritagliarsi una significativa esperienza in Serie A, ha vestito le maglie di Vicenza, Palermo, Sampdoria e Bologna raccogliendo oltre 150 presenze in massima serie e guadagnandosi l’appellativo di Zidane dei poveri per la sua capacità di accarezzare il pallone, ispirare gli attaccanti e segnare gol di splendida fattura. Ora ha intrapreso il difficile cammino da allenatore, e ha parlato con 1000cuorirossoblu della partita che ci sarà domenica, alle ore 12:30, tra due delle sue ex squadre; Bologna – Palermo.

Signor Zauli, inizierei con una domanda personale; domenica vedrà scendere in campo due squadre delle quali ha indossato la maglia, che ricordi ha delle sue stagioni passate in rosa e in rossoblù?
Gli anni a Bologna e a Palermo sono stati le parentesi più importanti della mia intera carriera. Ho passato 3 anni intensi con entrambe le squadre, quindi non è stata solo un’apparizione, ma sono state stagioni piene di passione, sofferenza ma anche soddisfazioni, non solo per quanto riguarda il calcio. Mi ricordo che quando arrivai a Bologna ero un po’ agitato, perché ero a conoscenza dell’importanza della piazza, ma alla fine feci la mia bella figura e con la formazione sfiorammo anche la Champions. Per me Bologna è una delle piazze più belle in cui giocare a calcio, una cittàstupenda, seguitissima dal pubblico. Invece approdai a Palermo durante i primi anni di Zamparini, quindi c’era un grande entusiasmo da parte della città intorno alla squadra, riuscimmo ad ottenere la promozione dal B alla A e da neopromossi arrivammo anche in Europa League. Sono stati due capitoli della mia vita incredibili.

Allenarsi con tecnici grandiosi come Ulivieri e Guidolin non è una cosa per tutti, ma lei ha avuto questa fortuna, in più saranno state due figure a cui ispirarsi nel suo cammino da allenatore. Conoscendo bene questo ruolo, che idea si è fatto di Delio Rossi?
Lo ritengo uno dei migliori tecnici nel panorama del calcio italiano, sa quel che deve fare. Allenare una squadra giovanissima come il Bologna non è facile, ma lui ha tutte le carte in regola per crescere piccoli campioni, di cui la rosa è piena. La formazione ha solo pagato psicologicamente il grosso salto di categoria, che, tra l’altro, in questa stagione si è presentata particolarmente competitiva. Secondo me è normale che la squadra non abbia ancora ingranato la giusta continuità.

In caso di sconfitta , le panchine di Iachini e di Rossi potrebbero iniziare seriamente a tremare?
Da allenatore, mi auguro davvero di no, perché so i rischi di questo mestiere. Non avrebbe assolutamente senso cambiare allenatore proprio ora, nel caso del Bologna, perché un nuovo tecnico che differenza farebbe? Cosa potrebbe dare in più alla squadra? Lo scoglio all’origine dei problemi è solo un fatto psicologico, difatti mi piacerebbe vedere la città, i tifosi e i giornalisti formare uno scudo intorno alla squadra e a Rossi in modo da sbloccare la situazione. Abbiate tanta fiducia in lui, è l’uomo giusto. Stessa identica cosa vale per Palermo. Non ha senso affrettare queste decisioni, perché un nuovo allenatore implicherebbe altro tempo per ambientarsi e per far abituare i giocatori al suo modo di lavorare.

Il ruolo che ha coperto per tutta la sua carriera è stato quello del Trequartista, che purtroppo al giorno d’oggi sembra essere un po’ passato di moda. Prima dell’arrivo degli esterni Mounier e Giaccherini, Delio Rossi schierava Franco Brienza in quella posizione. Cosa ne pensa di questo giocatore?
Il trequartista è semplicemente un centrocampista che crea superiorità numerica nelle azioni offensive, ma penso che a prescindere dal ruolo del giocatore, ogni elemento della squadra debba sempre cercare di portarsi in maggioranza. Ce ne sono sempre meno perché forse è la cosa più difficile da fare da un certo punto di vista. Forse invece non viene più chiamato con quel nome, perché ci si ripiega sempre sugli esterni. Con Brienza ho fatto un anno in serie A a Palermo, e posso solo dire che è un signor calciatore. È uno dei più umili ma nello stesso tempo anche uno tra i più forti con cui ho avuto il piacere di condividere parte della mia carriera. Per Bologna sarà un giocatore molto importante, ha un bagaglio tecnico incredibile in più ha tanta esperienza da spartire tra i vari giovani che caratterizzano la rosa.

Quale sarà la chiave tattica della partita di domenica? Si sbilancia in un pronostico?
Se la giocheranno senz’altro, penso che finirà 1 – 1. Il fattore psicologico sarà fondamentale, chi dimostrerà di avere una personalità particolarmente forte avrà la meglio sull’avversario. In più i giocatori devono scendere in campo con tanta autostima, la paura di perdere la devono lasciare in spogliatoio. Siccome Bologna è una squadra giovane, si spera che la spensieratezza del giocatore possa fare la partita e che non si lascino trasportare dall’ingenuità.

Con l’occhio esperto di un allenatore, sarebbe in grado di individuare cosa ancora non funziona nella formazione?
Beh, posso solo fare un commento superficiale, non conoscendo bene i ragazzi, il clima spogliatoio e il loro modo di lavorare. Ho notato che la squadra è stata completamente ribaltata grazie al calciomercato di corvino, rispetto quella che scendeva in campo in serie B, difatti Rossi sta cambiando tanti moduli per trovare quello ideale che rispetti gli equilibri dei giocatori e per esaltarli nelle loro abilità. Ancora non lo ha trovato, ed è l’unica cosa che probabilmente ancora non funziona.

(Foto: www.mondopallone.it)

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